GPL a Falconara Marittima: una storia operaia kafkiana

di Loris Calcina

articolo ripreso da «Medicina Democratica» (*)

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Riportiamo un intervento della sezione di Medicina Democratica di Ancona e Marche in cui si dà conto delle vicende kafkiane del lavoratore Marco Capotondi : quando si tratta di amministratori delegati imputati di violazioni ambientali o di sicurezza sul lavoro spesso la tesi per escluderli da condizioni di colpevolezza è che non si può applicare il principio che “non potevano non sapere” cosa succedeva “sotto” di loro perché erano troppo in alto e avevano delegato compiti e funzioni.

La vicenda di Marco Capotondi – ex operaio della raffineria API di Falconara Marittima (Ancona) – sembra semplice e le conseguenze lineari.

Condanna penale per concorso morale in furto di gas propano liquido (GPL) ai danni dell’azienda e licenziamento per giusta causa.

Ma se per due volte due Giudici del Lavoro lo hanno reintegrato al lavoro motivando che non esiste “alcuna ragionevole certezza sulla responsabilità personale” e che vi è “la ragionevole insussistenza del fatto addebitato”, allora spunta il dubbio sulla semplicità della vicenda e la linearità delle conseguenze.

I fatti

Il 16 febbraio 2007 il Direttore dell’API depositò un esposto alla Procura della Repubblica di Ancona: dalle riprese filmate commissionate ad una Agenzia privata di investigazione emergeva che al carico del GPL alcuni operai API e alcuni autisti delle autocisterne operavano in violazione delle norme procedurali di sicurezza.

La Procura incaricò la Guardia di Finanza di Ancona a documentare in video ciò che accadeva: durante la pesatura a vuoto del veicolo, l’autista e gli addetti al carico si soffermavano sulla pesa in modo da alterare con il loro peso la determinazione della tara. Terminato il riempimento del mezzo questo veniva nuovamente pesato ma, di fatto, il GPL effettivamente caricato risultava maggiore rispetto a quello riportato sui documenti fiscali per un quantitativo pari al peso delle persone. Successivamente l’autista del veicolo avrebbe suddiviso i proventi del furto. Sono stati calcolati circa 48.200 kg di GPL sottratto da febbraio a maggio 2007.

Gli 8 operai API del reparto riconosciuti grazie alle immagini filmate dalla GdF mentre alteravano la tara nel 2008 furono licenziati prima del processo che, successivamente, li condannò. Gli altri 3 lavoratori del reparto che non risultavano nelle immagini filmate continuarono il lavoro fino alla sentenza penale del 2012 che li condannò per concorso morale in furto. Licenziati per giusta causa anche loro.

Dai filmati della GdF, Marco Capotondi non risultava prendere parte alla alterazione della tara.

La video inchiesta che ricostruisce la sua vicenda basandosi sulle carte processuali e sulle immagini della GdF prende spunto dai manifesti scritti e pagati di suo pugno e affissi a Falconara e Ancona nei quali Capotondi rivendica la propria dignità e il diritto alla giustizia in Cassazione.

La seguente motivazione del Giudice Monocratico che lo ha condannato a 2 anni e 1 mese (ridotta a 10 mesi in appello) ha orientato la video inchiesta sulla verifica della certezza nella ricostruzione della condotta di Capotondi: “Negli altri casi laddove non sia accertato un concorso materiale nel reato è logico ritenere che il soggetto non sia comunque estraneo alle altre condotte criminose accertate nei giorni di sua presenza ma vi partecipi quanto meno a titolo morale (…) non è realistico pensare che qualcosa di irregolare possa essere compiuto da uno degli addetti all’insaputa degli altri presenti (…)”. Ecco, la posizione processuale di Capotondi è collocata tra “gli altri casi in cui non è stato commesso materialmente il furto di GPL ma comunque è ritenuto non estraneo ai furti perché non poteva non vedere chi li commetteva”. Ma sia ascoltando le parole di Capotondi, sia analizzando i documenti, spuntano molti altri interrogativi:

Come mai API raffineria non intervenne immediatamente nei confronti degli operatori che violavano le norme procedurali di sicurezza risultanti dalle immagini della Agenzia investigativa del gennaio 2007?

Come mai non risultano individuati i ricettatori del GPL sottratto?

Come mai non risultano indagini ambientali che documentino scambi dei proventi dei furti tra i responsabili?

Come mai non è stato accertato se le mansioni che svolgeva impedivano a Capotondi di vedere chi e quando commetteva i furti?

Come mai già nel 2006, in una riunione, i Capi reparto di Capotondi avevano segnalato anomalie e problemi alle pompe del carico GPL attribuendo generiche responsabilità agli operatori?

Che tipo di “problemi” esistevano alle pompe? Qualcuno se ne è avvantaggiato economicamente?

Da quanto tempo API raffineria sapeva ciò che accadeva al carico GPL?

Probabilmente c’è ancora molto da sapere attorno alla vicenda.

Loris Calcina

(*) su «Medicina Democratica» trovate anche la video-inchiesta

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