Grazie Gianni (29): «La passeggiata di un distratto»

Ventinovesimo appuntamento – di 52 – con Rodari (*): la scelta di Christiana de Caldas Brito

  La passeggiata di un distratto

  • Mamma, vado a fare una passeggiata.
  • Va’ pure, Giovanni, ma sta attento quando attraversi la strada.
  • Va bene, mamma. Ciao, mamma,
  • Sei sempre tanto distratto.
  • Sì, mamma. Ciao, mamma.

Giovanni esce, allegramente e per il primo tratto di strada fa bene attenzione. Ogni tanto si ferma e si tocca.

  • Ci sono tutto? Sì – e ride da solo.

È così contento di stare attento che si mette a saltellere come un passero, ma poi s’incanta a guardare la vetrine, le macchine, le nuvole, e per forza cominciano i guai.

Un signore, molto gentilmente, lo rimprovera:

  • Ma che distratto, sei. Vedi? Hai già perso una mano.
  • Uh, è proprio vero. Ma che distratto sono.

Si mette a cercare la mano e invece trova un barattolo vuoto. Sarà proprio vuoto? Vediamo. E cosa c’era dentro prima che fosse vuoto? Non sarà mica stato sempre vuoto fin da primo giorno…

Giovanni si dimentica di cercare la mano, poi si dimentica anche del barattolo, perché ha visto un cane zoppo, ed ecco per raggiungere il cane zoppo prima che volti l’angolo perde tutto un braccio. Ma non se ne accorge nemmeno, e continua a correre.

Una donna lo chiama: – Giovanni, Giovanni, il tuo braccio!

Macché, non sente.

  • Pazienza – dice la buona donna. – Glielo porterò alla sua mamma.

E va a casa della mamma di Giovanni.

  • Signora, ho qui il braccio di suo figlio..
  • Oh, che distratto. Io non so più cosa fare e cosa dire.
  • Eh, si sa, i bambini sono tutti così.

Dopo un po’ arriva un’altra brava donna.

  • Signora, ho trovato un piede. Non sarà mica del suo Giovanni?
  • Ma sì che è suo, lo riconosco dalla scarpa col buco. Oh, che figlio distratto mi è toccato. Non so più cosa fare e cosa dire.
  • Eh, si sa, i bambini sono tutti così.

Dopo un altro po’ arriva una vecchietta, poi il garzone del fornaio, poi un tranviere, perfino una maestra in pensione, tutti e tutti portano qualche pezzetto di Giovanni: una gamba, un orecchio, il naso.

  • Ma ci può essere un ragazzo più distratto del mio?
  • Eh, signora, i bambini sono tutti così.

Finalmente arriva Giovanni, saltellando su una gamba sola, senza più orecchie né braccia, ma allegro come sempre, allegro come un passero, e la sua mamma scuote la testa, lo rimette a posto e gli dà un bacio.

  • Manca niente, mamma? Sono stato bravo, mamma?
  • Sì, Giovanni, sei stato proprio bravo.

Da “Favole al telefono”

(*) Gianni Rodari è nato il 23 ottobre 1920. Per ricordarlo è partito “L’ANNO RODARIANO”. Io lo amo molto e penso di essere in numerosa (e bella) compagnia. Così ho deciso di festeggiarlo in bottega almeno fino all’ottobre 2020, cioè per 52 settimane. Ho chiesto a 51 fra amiche e amici di scegliere un suo brano. Perciò ogni lunedì – dalle 02 – lettori e lettrici della bottega potranno scoprire come qualcuna/o ricorda Rodari e magari commentare o fare le loro proposte. Ho una ideuzza per tutte/i: nello spirito “rodariano” mi parrebbe una bella iniziativa se ogni lunedì chi passa di qui poi regalasse il testo letto a qualcuna/o, possibilmente proprio a persone che leggono poco o nulla. Così per «vedere l’effetto che fa». Ci state? [db]

Redazione
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