Gualtieri, Kilpi, Leonardi, Pozzi, Szymborska

Con la “cicala” (*) 5 donne per aprire i sabati della poesia 2025

Prendevo il mondo
dentro me. Lo pettinavo.
Gli dicevo pianino
stai buono. Sii paziente
con noi. Miglioreremo
siamo qui da poco.
Ancora non capiamo
e ci agitiamo troppo.
Ancora guerreggiamo.

[Mariangela Gualtieri da «Ruvido umano»]

Dopo che il giornalista se ne sarà andato,
intervisterò la pianta di cumino del mio giardino:
“Come hai deciso di diventare una spezia?”

[Eeva Kilpi da «Tanti saluti»]

Eeva Kilpi (18 febbraio 1928) è una scrittrice e femminista finlandese. Dalla fine degli anni ’50 ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e poesie.

Per Paola

 

Ho perso la strada verso casa,
Lo ricordo,
Era un giorno senza senso in cui
Una mano assassina ha fermato il tempo.
Ho perso la strada verso casa
Senza sosta,
Ho vagato tra lacrime e domande
Sono rimasta muta in bocche senza risposte.
Ho perso la strada verso casa
Allora, umile,
Ho chiesto aiuto al vento:
Lui mi ha reso brezza che dissolve la nebbia.
Ho perso la strada verso casa
Così,
In una goccia nutro la terra e
In una nuvola corro sul mondo.
Ho perso la strada verso casa
Per te, per sempre,
Sono sorella, madre, figlia e amica
Sono ombra e sono sole
Sono la voce che parla nel seme che dà gioia dopo il dolore
Sono le radici dell’albero che t’accoglie stanca
Sono il cielo che scende in terra nell’abbraccio che ti manca
Sono il grazie che vive nello sguardo di chi aiuti
E sempre, sempre, sempre
Sarò il grido che risuona sul creato
Quando un’altra donna indifesa viene ammazzata.

(Roberta Leonardi, da Lettere da Viola)

Il sito di Roberta Leonardi: http://www.incastrionline.it

Paola è Paola Mostosi. Il femminicidio di Paola Mostosi risale al 26 marzo 2002. Quella mattina, la ragazza di 24 anni era uscita dalla sua casa di Torre Boldone per andare in ufficio. Poco prima di raggiungere il casello di Dalmine, però, si accorse che il camion che la precedeva stava perdendo detriti, finiti sulla sua auto, danneggiandola. Così si era fermata insieme al camionista  in una piazzola per compilare la constatazione amichevole. La discussione si fece animata e l’uomo arrivò alle mani, tanto da portare la giovane a minacciare di chiamare le forze dell’ordine. A un certo punto il camionista la prese, le mise delle manette e la caricò sul proprio mezzo, dove la tenne segregata tutto il giorno. Arrivato a casa la sera, l’uomo aveva cenato e poi era tornato dalla giovane per mettere fine al tutto. Dopo averla strangolata,  la buttò in un torrente in secca vicino alla centrale elettrica di Marne, a Filago. Il suo corpo venne ritrovato il giorno seguente, da un contadino. Risalire all’uomo non fu difficile, dato che questi aveva regalato alla moglie il cellulare della giovane. Confessò tutto e da allora è all’ergastolo

Roberta Leonardi insieme a Cristina Mostosi, sorella di Paola, fondatrice dell’Associazione «Una iris per non dimenticare» a Spazio Aperto di Osnago il 24 novembre per la giornata contro la violenza sulle donne.

Chi ha detto che era facile

Ha così tante radici l’albero della rabbia
che a volte i rami si spezzano
prima di dare i frutti.

Sedute a Nedicks
le donne si radunano prima della marcia
discutendo dei vari problemi causati dalle ragazze
che assumono per sentirsi libere.
Un barista quasi bianco ignora
un fratello che aspetta servendo prima loro
e le donne non notano e neanche rifiutano
i piacer più sottili della propria schiavitù.
Ma io che sono incatenata al mio specchio
tanto quanto al mio letto
vedo le cause nel colore
tanto quanto nel sesso

e siedo qui chiedendomi
quale me sopravviverà
a tutte queste liberazioni.

[Audre Lorde da «From a Land Where Other People Live», traduzione a cura del sito l’Altrove]

 

Sentiero

È bello camminare lungo il torrente:
non si sentono i passi, non sembra
di andare via.
Dall’alto del sentiero si vede la valle
e cime lontane ai margini
della pianura, come pallidi scogli
in riva a una rada – Si pensa
com’è bella, com’è dolce la terra
quando s’attarda a sognare
il suo tramonto
con lunghe ombre azzurre di monti
a lato – Si cammina lungo il torrente:
c’è un gran canto che assorda
la malinconia -.

[Antonia Pozzi da «Nel prato azzurro del cielo»]

Domande poste a me stessa

Qual è il contenuto del sorriso
e d’una stretta di mano?
Nel dare il benvenuto
non sei mai lontana
come a volte è lontano
l’uomo dall’uomo
quando dà un giudizio ostile
a prima vista?
Ogni umana sorte
apri come un libro
cercando emozione
non nei suoi caratteri,
non nell’edizione?
Con certezza tutto,
afferri della gente?
Risposta evasiva la tua,
insincera,
uno scherzo da niente-
i danni li hai calcolati?
Irrealizzate amicizie,
mondi ghiacciati.
Sai che l’amicizia va
concreata come l’amore?
C’è chi non ha retto il passo
in questa dura fatica.
E negli errori degli amici
non c’era colpa tua?
C’è chi si è lamentato e consigliato.
Quante le lacrime versate
prima che tu portassi aiuto?
Corresponsabile
della felicità di millenni-
forse ti è sfuggito
il singolo minuto
la lacrima, la smorfia sul viso?
Non scansi mai
l’altrui fatica?
Il bicchiere era sul tavolo
e nessuno lo ha notato,
finché non è caduto
per un gesto distratto.
Ma è tutto così semplice
nei rapporti fra la gente?

[Wislawa Szymborska da «La gioia di scrivere», traduzione di Pietro Marchesani]

(*) chi frequenta codesta “bottega” sa che il sabato chiediamo alla “cicala” (libraia e molto altro, soprattutto amica carissima) di scegliere una poesia per noi. Quando la cicala è in vacanza – come da contratto favolistico – capita che, come oggi, ci appropriamo di alcuni altri suoi invii (sono, quasi sempre 5 alla settimana: lo precisiamo al puro scopo di farvi sbavare per acquolina indotta, si sa he le feste comandate rendono tutti/e un poco più perfidi/e). Il che però vuol dire; ci vediamo fra 7 giorni.

Redazione
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