Guerre, dittature e massacri. Un panegirico per Henry Kissinger/1
Henry Kissinger si è spento l’altro ieri, centenario e nel suo letto.
Milioni di persone che hanno subìto le guerre e le dittature fomentate e appoggiate dalle sue politiche in nome dell’anticomunismo non possono dire altrettanto.
Dal 1969 al 1977 Kissinger ricoprì le cariche di National Security Advisor e Segretario di Stato sotto le presidenze Nixon e Ford, anche se la sua influenza sulla politica statunitense durò molto più a lungo.
La sua morte ci offre l’occasione di ripercorrere a ritroso la lunga scia di sangue che la politica estera degli USA ha lasciato dietro di sé durante lo svolgimento dei suoi uffici.
Vi propongo quindi, in due puntate, una miscellanea di scritti sulle gesta e opere del defunto, che temo non potrà essere esaustiva.
Buona lettura da Alexik.
Indonesia, Papua e Timor Est
Gli interventi di “Kissinger nell’arcipelago indonesiano hanno avuto conseguenze particolarmente disastrose per i popoli che vi abitano. Nel 1969, gli Stati Uniti cospirarono con il [sanguinario] dittatore indonesiano Suharto per facilitare l’annessione illegale di Papua Occidentale attraverso un esercizio di propaganda fasulla noto come “Atto di Libera scelta.” Il supporto degli USA dietro le quinte delle Nazioni Unite per questa farsa antidemocratica è stato essenziale per solidificare il controllo di Papua Occidentale da parte della dittatura indonesiana e gli oltre quattro decenni di politiche genocide che hanno decimato la popolazione papuana”.
Sotto la direzione di Kissinger, gli Stati Uniti diedero luce verde all’invasione indonesiana del 1975 di Timor Est, che inaugurò una brutale occupazione di 24 anni da parte della dittatura di Suharto.
L’occupazione indonesiana di Timor Est e Papua Ovest è stata permessa dalle armi e dall’addestramento fornito dagli USA.
Questo flusso illegale di armi violava le intenzioni del Congresso, ma Kissinger si vantava della sua capacità di continuare le spedizioni belliche a Suharto (“The illegal we do immediately, the unconstitutional takes a bit longer”).
Queste armi erano essenziali per il consolidamento del controllo militare del dittatore indonesiano sia a Timor Est che a Papua Occidentale, e queste occupazioni costarono la vita a centinaia di migliaia di civili timoresi e papuani. La politica di Kissinger verso Papua Occidentale ha permesso alla multinazionale statunitense Freeport McMoRan di perseguire i suoi interessi minerari nella regione, il che ha portato a terribili violazioni dei diritti umani e ambientali. Kissinger è stato premiato con un posto nel Consiglio di Amministrazione dal 1995 al 2001”.
Tratto da: About Kissinger.The United States’ most notorious living war criminal, etan.org.
Vedi anche: East Timor Revisited. Ford and Kissinger Gave Green Light to Indonesia’s Invasion of East Timor, 1975: New Documents Detail Conversations with Suharto, National Security Archive Electronic Briefing Book No. 62., 6 dicembre 2001.
Vietnam, Laos, Cambogia e Pakistan
“Come Consigliere per la Sicurezza Nazionale e successivamente come Segretario di Stato nella prima e seconda amministrazione Nixon e durante l’amministrazione Ford, Kissinger prolungò la prosecuzione della guerra degli Stati Uniti in Indocina al costo di decine di migliaia di vite di statunitensi e personale di servizio alleato, e di centinaia di migliaia di vite di civili vietnamiti, cambogiani e laotiani.
Sotto le politiche di Nixon-Kissinger, l’esercito USA ha impiegato l’agente Orange ed altre sostanze chimiche che hanno menomato e ucciso statunitensi e personale alleato, e le conseguenze a lungo termine dell’esposizione all’agente Orange e ad altre sostanze chimiche continuano a uccidere e influenzare la salute di milioni di persone nella regione.
Allo stesso modo, l’uso estensivo di bombe e altre munizioni da parte degli USA in tutta l’Indocina, e specialmente in Laos, durante il mandato di Kissinger, continua a causare vittime.
L’invasione illegale e segreta della Cambogia, ufficialmente neutrale, compresi i bombardamenti estesi nella parte orientale del paese, ne distrusse le infrastrutture deboli e fragili e contribuì nel 1975 al trionfo dei famigerati Khmer rossi sul regime inefficace e corrotto di Lon Nol, appoggiato dagli Stati Uniti.
L’appoggio degli Stati Uniti all’invasione del Pakistan orientale (oggi Bangladesh ) del 1971 da parte dell’esercito del Pakistan dell’Ovest ha facilitato l’assassinio di centinaia di migliaia di persone”.
Tratto da: About Kissinger.The United States’ most notorious living war criminal, etan.org.
Cile
In seguito alla vittoria elettorale di Salvador Allende in Cile nel novembre 1970, l’amministrazione Nixon, di cui Kissinger era Consigliere per la Sicurezza Nazionale, pianificò la destabilizzazione del paese latinoamericano, attraverso operazioni che – come ebbe a dire lo stesso Kissinger, “crearono le condizioni nel miglior modo possibile” per il colpo di stato militare dell’11 settembre 1973.
In seguito al colpo di Stato che portò Allende alla morte e Augusto Pinochet al potere, migliaia di cileni vennero torturati, uccisi, fatti sparire. Circa 200.000 cileni si avviarono all’esilio all’estero, e il paese divenne la prima base di sperimentazione delle politiche neoliberiste, che tanta rovina hanno inflitto alle classi popolari di tutto il mondo, fino ai nostri giorni.
A 50 anni dal golpe in Cile, il National Security Archive (organismo della George Washington University) ha pubblicato una raccolta di documenti che forniscono una registrazione dettagliata di come e perché il presidente Nixon ed Henry Kissinger stabilirono e perseguirono una politica di destabilizzazione in Cile, attraverso operazioni che – come ebbe a dire lo stesso Kissinger, “crearono le condizioni nel miglior modo possibile” per il colpo di Stato militare.
Argentina
“Come già in passato anche questa volta sono stati i National Security Archives, a rendere pubblici per la prima volta documenti inediti desecretati che raccontano la brutta storia delle relazioni sotterranee tra Usa e golpisti argentini e il triangolo mortale delle diverse dittature del Cono sud.
Un documento importante riguarda le trascrizioni segrete al Dipartimento di stato nel gabinetto dell’allora segretario Henry Kissinger. Il 26 marzo, due giorni dopo il golpe, Kissinger viene informato del desiderio dei golpisti di coinvolgere pesantemente gli Usa sul piano finanziario: «È nei nostri interessi», risponde il segretario di Stato.
L’assistente per le Americhe William Rogers suggerisce che la posizione degli americani è «delicata»: la necessità di appoggiare i golpisti si scontrerebbe infatti con la sensibilità della opinione pubblica anche perché – spiega – «c’è da aspettarsi una forte repressione e probabilmente molto sangue…non solo coi terroristi ma anche contro dissidenti e sindacalisti… (da parte di un) regime che, da qui a sei mesi, sarà considerevolmente meno popolare…».
Kissinger insiste: «Non voglio che (la giunta) senta gli Stati uniti come ostili». Entrambi concordano nel riconoscimento del governo e in un appoggio «discreto ma sostanziale» degli Usa.
«L’entusiasmo con cui il governo di Washington accolse il golpe e la sua disposizione a sostenere l’immagine di moderazione che la giunta cercava di offrire – scrivono gli analisti americani che hanno lavorato sui documenti – si comprende bene quando Rogers avverte Kissinger (dell’imminente bagno di sangue) e raccomanda che “non dovremmo affrettarci troppo a dare supporto al nuovo regime”.
Kissinger, ciononostante, ordina l’appoggio al nuovo governo», scrivono ancora gli studiosi citando le sue parole: «Se hanno questa opportunità (di farcela) necessitano di un piccolo aiuto da parte nostra».
Gli americani, comunque, si fidavano: otto giorni prima del golpe, l’ambasciatore Hill riferì a Washington del suo colloquio con uno degli aspiranti golpisti, il capo della marina Emilio Eduardo Massera che rassicurò il diplomatico sul fatto che l’Argentina «…non seguirà le orme di Pinochet in Cile…».
Infatti fece di peggio, come spiegano i documenti sull’aiuto «internazionalista» di altre dittature dell’area, la cilena in primo luogo”.
Tratto da: Emanuele Giordana, Argentina: 30 anni dopo il golpe, ma Kissinger è libero, Il Manifesto, aprile 2006.
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(Continua)
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