Morire di lavoro: alla Hera di Cesena come…

… a Brescia, Sassari e Trento. Non sono incidenti ma delitti di Stato.

L’articolo di Davide Fabbri. A seguire una nota della “bottega”

Questa morte sul lavoro a Cesena lascia allibiti, nonostante che molti fattori purtroppo già ci spingano all’assuefazione e alla rassegnazione. 

Un autotrasportatore di Avellino (il nome non è noto, forse aveva 60 anni) è stato travolto dai bidoni dei rifiuti che stava scaricando nello stabilimento Hera di Pievesestina a Cesena. 

Dalla prima ricostruzione pare che l’uomo sia stato travolto dal carico sbattendo violentemente la testa a terra. Una squadra dei Vigili del Fuoco di Cesena si è recata immediatamente sul posto, oltre a una ambulanza del 118 e a una automedica. Il lavoratore è stato trasportato d’urgenza all‘ospedale Bufalini, ma purtroppo è deceduto pochi minuti dopo.

Nell‘esprimere profonde e sentite parole di cordoglio per questa morte sollecito l’apertura di un dibattito serio sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, affinché la formazione sulla prevenzione del rischio diventi prioritaria. Le dinamiche dell’infortunio mortale e le responsabilità dovranno essere accertate dagli inquirenti e dagli organi ispettivi con cognizione di causa e solerzia, ma gli infortuni mortali consegnano sempre a chi è preposto alla tutela e alla sicurezza sul lavoro una grande responsabilità, perché un infortunio mortale non avviene mai per fatalità, ma per responsabilità precise. 

Cesena, 15 aprile 2022 

UNA NOTA DELLA “BOTTEGA”

Non solo a Cesena da dove Davide Fabbri scrive il suo dolore e la sua rabbia. Ieri ci sono stati altri tre morti sul lavoro (cioè di lavoro) purtroppo “in media” con quel tragico andamento italiano che viene contrastato solo con lacrime da coccodrillo ma invece “incoraggiato” a livello normativo e di mancati controlli, a volte persino da giudici compiacenti. Uno dei morti è l’operaio romeno di 54 anni, Emilian Reuska caduto da un tetto a Sirmione, nel bresciano. Gli altri due morti erano muratori: a Sorso (Sassari) e a Trento dove la vittima è indicata – dalle agenzie – come «di origini albanesi». Quello del Trentino è il secondo “incidente” mortale in poche ore nella zona. E’ talmente poco importante la vita degli operai che ieri pomeriggio nessuno ancora aveva cercato di dare un nome ai due muratori e al morto di Cesena.

 

Redazione
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Un commento

  • Davide Fabbri

    UNA MORTE TERRIBILE
    Un ragazzo di appena 12 anni – David Anselmo – è morto ieri 6 giugno verso le ore 12:30 schiacciato dal ribaltamento del muletto sollevatore che stava guidando in retromarcia nel terreno che circonda un capannone dell’azienda agricola di famiglia a Sant’Andrea in Bagnolo, nelle campagne di Cesena. Secondo quanto ricostruito, come riporta la stampa locale odierna del Carlino Cesena e Corriere Cesena, il ragazzo in quel momento era da solo, quando è salito sul mezzo: percorsi alcuni metri, però, sbandando in un fosso, il muletto si è ribaltato finendo addosso al 12enne e schiacciandolo in maniera fatale con il suo peso. Immediati i soccorsi da parte del fratello maggiore e della madre: sono arrivati gli operatori del 118 e dei Vigili del Fuoco, che però non hanno potuto far altro che constatare la morte del ragazzino.

    Davide Fabbri, blogger indipendente

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