Hera: giochi di potere nel fortino Pd

di Davide Fabbri

Le poltrone nel cda della multiutility miliardaria Hera spa sono molto ambite.Il colosso Hera dei servizi pubblici locali (di fatto in regime di monopolio) legati ad acqua, rifiuti ed energia è un fortino del potere del PD, che continua a perpetrare un sistema di potere intoccabile. Il PD è davvero “meraviglioso” nel continuare a detenere il controllo degli autentici centri di potere – come Hera – del territorio regionale (e non solo).

Hera è il gruppo industriale – circa 9.000 dipendenti – che, con 7,4 miliardi di euro di fatturato nel 2019, domina i settori dei servizi pubblici locali di acqua, rifiuti, gas, energia, illuminazione pubblica in 330 Comuni, servendo 4,3 milioni di cittadini-clienti in Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Toscana.
Con la nascita di Hera nel 2002, poi quotata in borsa nel 2003, la qualità dei servizi ambientali erogati è peggiorata, le tariffe dei servizi sono aumentate. La società è gestita sulla base di interessi prettamente economici e finanziari, facendo business sull’attività di incenerimento dei rifiuti.
Hera è un colosso utile ai Comuni enti soci, ai quali Hera fornisce cospicui dividendi necessari per le casse municipali (nel 2019 l’utile netto girato agli azionisti è stato di 385 milioni di euro).
Enzo Lattuca, sindaco del Comune di Cesena – uno degli undici membri del cda di Hera spa – ha indicato la dirigente d’azienda Monica Mondardini (nativa di Cesena) a rappresentare il Comune nel cda di Hera spa. Le nomina avverrà durante la prossima assemblea dei soci di Hera convocata per il 29 aprile 2020, avente come odg l’approvazione del bilancio 2019 e il rinnovo delle cariche (cda e collegio sindacale).
Monica Mondardini è donna di potere: attualmente a.d. di CIR cioè Compagnie Industriali Riunite della famiglia De Benedetti, ex a.d. della controllata GEDI gruppo editoriale; ex amministratore di Atlantia e Trevi Finanziaria Industriale spa. Ha anche avuto un ruolo fondamentale nella cessione di Cassa Risparmio Cesena a Credit Agricole Italia. Non ha mai chiarito pubblicamente il suo ruolo nell’intera e controversa operazione di acquisizione da parte di Credit Agricole Italia della nostra storica banca locale, che ha subìto un crac micidiale cinque anni fa. Al momento è anche amministratore di Crédit Agricole S.A., la società che coordina le strategie del gruppo bancario francese.
Perché le poltrone nel cda di Hera spa sono molto ambite?
Il presidente esecutivo del cda di Hera (verrà riconfermato il bresciano Tomaso Tommasi di Vignano che guida Hera fin dalla nascita nel 2002) si porta a casa 558.000 l’anno.
L’amministratore delegato (verrà riconfermato l’udinese Stefano Venier, in Hera dal 2004) ha emolumenti pari a 578.000 euro l’anno.
I restanti membri del cda (sono in totale undici) ricevono ogni anno 60.000 euro, di cui 40.000 per partecipare a una decina di sedute al massimo all’anno del cda, ciascuna durata in media 2 ore e 40 minuti. Un compenso pertanto da 25 euro al minuto. Dai, niente male.
La manager Monica Mondardini sostituisce Giorgia Gagliardi, come rappresentante del Comune di Cesena nel cda di Hera. E ieri Giorgia Gagliardi – indicata in Hera dall’ex sindaco Paolo Lucchi – è stata ringraziata dal neo sindaco Enzo Lattuca con una frase fatta, di circostanza, «per l’impegno e la professionalità dimostrati in questi anni». Sarebbe interessante capire quale sia stato questo impegno: ha fatto ben due mandati, è stata in Hera per ben 6 anni (dal 2014 ad oggi) ma di lei non abbiamo alcun ricordo di interventi pubblici o di proposte-idee in merito ai servizi ambientali gestiti da Hera. Vuoto pneumatico di proposte pubbliche.
Giorgia Gagliardi è stata componente “invisibile” di Hera spa, Hera Servizi Energia srl, Hera Luce srl. E’ bene sapere che Giorgia Gagliardi (che appunto nel 2014 andò a sostituire nel cda l’iper politicizzato piddino Roberto Sacchetti, in cda di Hera dal 2002 al 2014, dipendente pubblico della Regione, ex Genio Civile, ora presidente di Start Romagna) venne indicata dall’ex sindaco del PD Paolo Lucchi – che ora è a.d. di Federcoop Romagna, struttura di riferimento di Legacoop Romagna per i servizi alle imprese – per mera appartenenza politica al PD, non per riconosciuta competenza. Giorgia Gagliardi era la fidanzata di Matteo Brighi, braccio destro dell’ex sindaco Paolo Lucchi.
Donna di partito dunque (l’egemone partito-azienda PD): prima consigliere comunale a Fusignano, poi consigliere provinciale a Ravenna, poi vicesindaco a Fusignano; ha svolto attività presso la Cooperativa Muratori & Cementisti – C.M.C. di Ravenna – della Lega delle Cooperative.
Il fidanzato di Giorgia Gagliardi è appunto Matteo Brighi, direttore di produzione del Consorzio di cooperative Formula Ambiente, della Lega delle Cooperative, uomo di fiducia dell’ex sindaco Paolo Lucchi. Matteo Brighi è consigliere del Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica della Romagna su volontà dell’ex sindaco di Cesena Paolo Lucchi.
Collateralismo plateale, rapporto di reciproco fiancheggiamento fra mondo politico del PD e mondo imprenditoriale ed economico della Lega delle Cooperative.
Cosa volete di più dalla vita? Continuate a sostenere e a votare il PD. Vi meritate tutto questo.

Cesena, 19 aprile 2020

Davide Fabbri, blogger indipendente

LE FOTO: in alto Giorgia Gagliardi e in basso Monica Mondardini

 

Davide Fabbri

2 commenti

  • CLAUDIO MAZZOLANI

    E vai! Davide.
    A Cesena sono proprio suonati.
    Ma penso più ad una marchetta romana.
    Qui a Imola, per la prima volta, il prescelto per il CDA di Hera non è scelto dal PD.
    Sembra essere e all’unanimità l’ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, ora presidente del CON.AMI.

  • Niente di nuovo sotto il sole l’appartenenza giustificata come sempre da i voti, se il P.D. ultimo arrivato e i precedenti, a chi contestava questo che lo si chiamava il gioco dell’oca :segretario di federazione – sindaco-parlamentare- poi finito un posto in una compartecipata. dicevo chi contestava ciò gli si rispondeva che i cittadini liberamente sceglievano chi doveva governare la città, per cui le cariche si decidevano in viale ZAppi. per cui Monica e Giorgia hanno avuto doppia possibilità appartenenza partitica e sentimentale.. (fanno curricolum)
    A.G.

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