Honduras: i movimenti sociali sotto il tiro dello stato

di David Lifodi

Nelson García, uno dei maggiori esponenti del Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares de Honduras) è stato ucciso il 15 marzo, a meno di dieci giorni dall’omicidio di Berta Cáceres. In Honduras i movimenti sociali sono da tempo sotto attacco e lo stato non ha nemmeno la decenza di fingere indignazione per l’assassinio di una delle più conosciute attiviste non solo del paese, ma a livello mondiale. I mandanti dell’attacco armato che è costato la vita a Nelson García e Berta Cáceres si annidano tra i palazzi del potere honduregno, dove risiedono alcuni dei più pericolosi sicari del paese, proprietari terrieri, signori dell’agrobusiness e uomini in giacca e cravatta arrivati fin lì grazie al sostegno delle transnazionali, ma anche con l’aiuto di Washington, e di Hilary Clinton in particolare, tra i principali artefici del colpo di stato di fine giugno 2009 che costò la presidenza a Manuel Zelaya.

Nelson si era battuto per evitare lo sgombero delle terre del Río Lindo, effettuate dalla polizia militare su ordine della multinazionale di turno. Per  Berta Cáceres e Nelson García l’indignazione sulla stampa internazionale è durata lo spazio di un mattino, così come non c’è stata alcuna levata di scudi per Gustavo Castro Soto, attivista di Otros Mundos Chiapas che si trovava con Berta al momento dell’aggressione mortale contro la leader del Copinh. Castro Soto è rimasto ferito, è costretto a rimanere all’interno dell’ambasciata messicana a Tegucigalpa e gli viene rifiutata l’autorizzazione a ripartire per il suo paese. Le autorità honduregne hanno deciso di trattenerlo, convinte di poter incastrare Castro Soto e dimostrare una sua relazione con Berta Cáceres. A quel punto, il governo honduregno percorrerebbe la strada del delitto passionale e il gioco sarebbe fatto, con l’assassinio di una delle più stimate attiviste del paese derubricato ad omicidio da quattro soldi. Fondato dalla stessa  Berta Cáceres agli inizi degli anni Novanta, il Copinh è sempre stato sotto il fuoco dell’oligarchia honduregna, soprattutto a partire dal colpo di stato. La difesa dei diritti dei lenca e dei beni comuni, la denuncia dei progetti di estrazione mineraria e l’accusa, rivolta al presidente Juan Orlando Hernández e ai suoi predecessori, di aver ridotto il paese ad una sorta di colonia al servizio delle multinazionali, fanno capire bene i motivi per cui il Copinh è inviso al potere. Purtroppo, gli omicidi di  Berta Cáceres e Nelson García non sono stati i primi e non saranno gli ultimi. A novembre 2015 aveva fatto scalpore l’attentato che è costato la vita a Vidal Leiva, esponente di Ofraneh (Organización Fraternal Negra Hondureña), altra organizzazione sociale impegnata a difendere il territorio garifuna dalla svendita del territorio alle imprese straniere nell’ambito del progetto neoliberista delle Zonas de Empleo y Desarrollo (più conosciute sotto il nome di “città modello”), varato dall’esecutivo. Ofraneh e Comité de Defensa de Tierras indagavano sulla vendita illegale della terra alle imprese straniere con la complicità delle autorità municipali e statali. E ancora, in un paese ormai nelle mani di una minoranza che considera l’Honduras come di esclusiva proprietà, preoccupa la crescente militarizzazione, peraltro mai interrotta a seguito del colpo di stato. Negli ultimi mesi le Forze Armate hanno assassinato sei giovani garifuna Le denunce per violazioni dei diritti umani, torture e maltrattamenti a carico dei militari non si contano più, ma il governo continua a liquidarli come fatti isolati. Juan Orlando Hernández crede che i militari rappresentino la soluzione ad ogni tipo di problema e per questo motivo si trovano ovunque, dai centri commerciali alle scuole. Nel solo 2015 sono stati spesi milioni di dollari in materia di sicurezza, tuttavia l’insicurezza regna sovrana nel paese. Inoltre, se davvero i militari avessero come unica funzione quella di difendere la popolazione, forse  Berta Cáceres, Nelson García e tutti i militanti dei movimenti sociali caduti per un Honduras più giusto, solidale e libero dallo sfruttamento sarebbero ancora in vita. A testimonianza che il paese rimane una colonia nelle mani delle transnazionali e degli Stati Uniti, ci sono i cosiddetti Programas de asistencia en seguridad, recentemente rinnovati dal nuovo ammiraglio alla guida del Comando Sur degli Stati Uniti in America Latina. Nella sua visita ufficiale a Juan Orlando Hernández, a Tegucigalpa, Kurt Tidd ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti per aiutare l’Honduras a combattere il traffico di droga. Grazie a questa scusa ufficiale, peraltro non nuova, il governo giustifica la rimilitarizzazione del paese e mette in evidenza i complimenti, interessati, del potente vicino, per i risultati raggiunti da Tegucigalpa nella lotta contro il terrorismo. Inoltre, approfittando dello sbandierato impegno comune per sradicare il narcotraffico, Juan Orlando Hernández ha sfruttato l’occasione per rafforzare l’Alianza para la la Prosperidad del Triángulo Norte, dove gli Stati Uniti continuano ad agire come se fossero nel loro cortile di casa.

Quale futuro esiste per un paese dove l’omicidio politico rappresenta una costante (ne sanno qualcosa i militanti di Libre, il partito nato a seguito del colpo di stato) e i desaparecidos sono in continuo aumento? E soprattutto, come mai non si ode la voce dell’opinione pubblica? Ah, certo, è troppo impegnata a sostenere le ragioni delle organizzazioni eversive che premono per la salida di Maduro in Venezuela e a descrivere gli artefici delle guarimbas come democratici della prima ora.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *