I botti della «festa»: un morto, molti mutilati e 204 feriti

di Vito Totire (*)

Basta produzione di merci nocive e mortifere!

Il bilancio di Capodanno è oltre duecento feriti, numerosi casi di amputazioni di mani e dita (dalla Campania alla Lombardia), un ragazzo morto in relazione all’incendio provocato dai fuochi artificiali…

E intanto il rogo del “vecchione” a Bologna rompe le finestre di Palazzo d’Accursio: alla faccia della prevenzione incendi!

Non si può continuare così.

E’ ben evidente che le istituzioni non abbiano intenzione di adottare effettive misure di prevenzione. Siamo arrivati al paradosso: il sindaco di Sassuolo dice «vietare è inutile». Quello di Ferrara sostiene che il divieto vige tutto l’anno (ed è così) ma poi autorizza «l’assalto» al Castello con fuochi pirotecnici.

Invece la sindaca di Turi la pensa diversamente: con un manifesto – anche animalista – ha deliberato il divieto d’uso dei botti (**).

E’ evidente che noi dobbiamo fare affidamento principalmente sul senso di responsabilità individuale ma se non esiste nessuna azione e neppure nessuna intenzione di contrasto alla produzione di merci nocive e mortifere, il tentativo di contrastare a valle – in maniera peraltro assolutamente frammentaria e sporadica – è destinato al fallimento.

All’Anci chiediamo:

a) un censimento dei provvedimenti restrittivi adottati dai singoli Comuni;

b) finalmente una linea-guida per sollecitare comportamenti virtuosi ed omogenei nei territori onde evitare assurde discrepanze persino tra Comuni confinanti con calendari di divieto oscillanti da pochi minuti (ridicoli) a un paio di settimane.

Tuttavia rimane sempre la necessità di agire a monte con il DIVIETO DI PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI MATERIALI PIROTECNICI; e questa esigenza evoca un’assunzione di responsabilità da parte del Parlamento e dei governi.

I “distinguo” fra le varie merci nocive prodotte sono controproducenti. La stessa contraddizione legale/illegale è apparente. Certo non tutte le merci comportano lo stesso rischio, lo stesso danno e lo stesso inquinamento… Ma a nostro avviso occorre affrontare il problema a monte, appunto con il divieto di produzione, di commercializzazione e di importazione (considerato che da molti anni le produzioni vengono delocalizzate nei Paesi poveri dove le stragi fanno meno notizia).

Qualche peculiarità di quest’anno:

  • Risulta che il rogo del “vecchione” a Bologna oltre a inquinare abbia rotto alcune finestre. Pare che la questione finisca in Parlamento! Non era più semplice evitare la “boiata” del rogo? I rischi li abbiamo segnalati alla Prefettura e alla Ausl nel 2018 e nel 2019… Perché non sono intervenuti? Per consentire alla giunta comunale di tentare di gestire pure il tempo libero dei cittadini? Bruciare centinaia di cassetti di legno inquina; coma mai la Ausl – sempre pronta ad atteggiamenti pedagogici nei confronti dei cittadini (con promozione di stili di vita “sani”) – non interviene per evitare roghi inquinanti?
  • A Bologna nonostante il divieto d’uso (dal 24 dicembre all’Epifania) numerosi cassonetti dei rifiuti sono andati a fuoco, verosimilmente per uso di botti
  • La valle del Savena (Bologna) nella notte di Capodanno è stata illuminata a giorno dai fuochi nonostante qualche divieto parziale (a esempio il Comune di Pianoro)
  • Se il Sud d’Italia si conferma l’area più colpita si è registrata un’inquietante serie di gravi episodi anche in Lombardia
  • Si è registrato, nonostante i sequestri, un forte uso di botti “illegali” con una nuova “moda”: lancio di petardi contro auto in corsa
  • Nuovi episodi di proiettili da arma da fuoco a confermare che il problema va oltre i botti; non ce lo siamo mai nascosto ma da qualcosa occorre cominciare
  • In Australia una parte di responsabilità dei tremendi roghi in atto viene attribuito anche all’uso di fuochi artificiali di cui una petizione popolare chiede il bando.

Redigeremo un rapporto più esaustivo entro la settimana con maggiori informazioni su singoli Comuni.

La campagna per la prevenzione era e resta permanente.

Al bando merci nocive e mortifere, al bando le false tradizioni.

Bologna, 2.1.2020

(*) Vito Totire per il coordinamento “Basta botti, fuochi artificiali e merci nocive”

(**) cfr Roghi e botti inquinano ambiente e cultura

NELLA FOTO: Valerio Amatizi, il 26enne morto a Capodanno mentre tentava di spegnere un principio d’incendio su sterpaglie innescato da un “gioco pirotecnico” a Colle San Marco (Ascoli Piceno).

 

Redazione
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