I cent’anni di Jorge Amado

Tre domande a Julio Monteiro Martins

Vorrei che mi raccontassi il tuo personale Amado: la scoperta, la rilettura, la tua valutazione oggi.

«Ci sono tantissimi Jorge Amado per me e credo per tutti i brasiliani. Si tratta di uno scrittore talmente completo e universale, che per ogni fase della nostra vita, e a partire dagli stessi romanzi, s’impone un Amado diverso. Per esempio nella nostra adolescenza la scoperta della sensualità, così particolare e potente in Brasile, attraverso i suoi personaggi è stata fondamentale nella nostra formazione. Poi, verso i venti-trent’anni, arriva il Jorge Amado politico, il suo profondo amore per la gente comune, per l’uomo e la donna del popolo, lo stesso di scrittori politicamente impegnati come Steinbeck, Bertold Brecht, Gorkij, Remarque o Márquez. Nella nostra maturità, arriva la piena comprensione della profonda, commuovente umanità dei suoi personaggi, la speranza, il dolore, la morte (su questo argomento, apparentemente poco amadiano, consiglio di leggere la magnifica novella “La morte e la morte di Quincas Berro D’Água”), le ossessioni, l’amore travolgente (come quello di Nacib per Gabriela in “Gabriela Garofano e Cannella”), l’ambizione, il coraggio. C’è un Jorge Amado per ogni lettore, per ogni momento della sua esistenza, per ogni epoca storica, e al contempo è sempre lo stesso Jorge Amado, sempre gli stessi romanzi, infiniti però nelle sue potenziali riletture».

Sono più le sue contraddizioni o più la sua ricchezza? Insomma politica, amore e
sensualità stanno sempre insieme o dipende dalle fasi, dai libri?

«Riflettendoci, direi che in Amado c’è una pulsione di fondo che accomuna tutti questi temi, ed è la pulsione libertaria della sua opera. L’uomo, per raggiungere una vita piena e giustificare così la sua nascita e la sua morte, deve lottare e raggiungere la libertà, politica, sessuale, culturale, religiosa, in tutte le sue forme. Jorge Amado è il grande maestro della libertà, ci insegna le delizie e le insidie del suo esercizio, già a partire dalla vita libera e spericolata dei bambini di strada di “Capitani della sabbia” fino alla libertà erotica e femminista (avant la lettre) di “Tieta do Agreste”. La letteratura, oltre che scuola di mondo, dev’essere scuola di libertà. Deve ripulire l’aria inquinata davanti ai nostri sguardi e renderci chiari i nostri desideri. Tutti i libri di Jorge Amado sono impegnati in questa missione».


Amado nel Brasile d’oggi è letto, ha continuatori, è un riferimento?

«Jorge Amado non ha continuatori, semmai imitatori meno capaci e meno brillanti, e non solo in Brasile. La letteratura dei Paesi africani di lingua portoghese, e in parte anche quella del Portogallo, sono state profondamente segnate dalla sua opera, così come da quella di un altro grande brasiliano, Guimarães Rosa. Non ha continuatori, fra l’altro, perché il Brasile è cambiato troppo velocemente dai suoi tempi a oggi, si è fortemente urbanizzato, industrializzato e mediatizzato. Ma la sua essenza rimane la stessa, e per questo Amado è ancora letto con lo stesso entusiasmo e la stessa meraviglia. La “brasilianità” potente, presente nella sua opera, è uno specchio dello spirito di ogni brasiliano, lo stesso spirito che Amado è riuscito anche a comunicare ai lettori di altre lingue e culture, con le numerosissime traduzioni dei suoi romanzi, ed è diventato così un maestro mondiale della visione brasiliana della vita e del mondo. La stessa visione che ora si accinge a internazionalizzarsi, con il nuovo ruolo culturale del Paese in Occidente, e che verrà in beneficio ai popoli, relativizzando e ridimensionando quello che oggi sembra drammatico, irrimediabile e destinato al disastro, giocando con il caso e con il destino nella costruzione di una possibile felicità, riportando luce a una visione sempre più tenebrosa del futuro e regalando più allegria alla nostra vita».

BREVE NOTA

Il blog è in vacanza per un mese, cioè sino al primo settembre, ma le regole son fatte per trovare qualche motivata eccezione. Così oggi ecco tre post per spezzare il digiuno. Questo di Julio e quello (alle 19) di Rosana li ho chiesti per ricordare il centenario di Jorge Amado. Da domani torna Lettera ai poeti che verranno a farvi pazientare fino alla “alluvione” di post che tornerà a scatenarsi dal 1 settembre… salvo imprevisti. (db)

Redazione
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  • Mi fa piacere sentire quello che su Jorge Amado dice il mio connazionale, lo scrittore Julio Monteiro Martins. Con lo sguardo che va oltre l’orizzonte, e con la sua capacità di sintesi, Julio riesce ad allargare la visione di chi lo legge. E dá dei consigli azzeccati..

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