I Cyborghesi – 7

Tecnodramma famigliare ai tempi del microchip: settimo episodio

di Riccardo Dal Ferro  (*)

Cyborghesi

Pberto detesta la neve.

«Perché dobbiamo andare in montagna, robopà?».

«Perché è tradizione andarci» risponde arcigno Frankrak. Magdalena butta giù tre compresse di silicio psicotropo, l’olofaccia manda il surrogato di un sorriso ma i cybermuscoli oculari non mostrano alcun guizzo di felicità.

«Tradizione, puah» mormora Pberto, mentre tutt’intorno il candore fa inciampare alcuni robot e ne manda in corto-circuito altri. Tradizioni, pensa fra sé il roboadolescente, servono solo a mantenere un ordine stupido che non ha più ragion d’essere.

«Guardati intorno, pà, la neve fa male ai nostri circuiti!» accusa Pberto mentre Frankrak è intento a estrarre uno stivale metallico dalla fanghiglia bianca. «Non siamo fatti per la neve, che ci importa delle tradizioni se ci fanno più male che bene?».

«Stai zitto, prendi lo slittino che ci lanciamo giù dalla discesa!» urla il meccapadre senza dare importanza alle fandonie del figlio androide. Sbuffando vapore dagli sfiatatoi laterali, Pberto si allontana per prendere lo slittino elettronico, mentre tre robobambini si riempiono il vano contenente l’Intelligenza Artificiale con pallate di neve ridendo come cretini e mandando in tilt i circuiti stampati. I robobambini fumano vistosamente, ridono, i genitori non si accorgono del danno irreversibile. «Ecco, altri tre roboritardati rovinati dalle tradizioni» pensa Pberto.

Quando torna da Frankrak con lo slittino, il meccapadre si siede e intima al figlio di fare lo stesso. Magdalena li osserva semi-addormentata da silicio psicotropo, fa cenno di saluto ma verso un luogo in cui non c’è nessuno. La settimana bianca è tradizione asimoviana per eccellenza: nessun cyborghese per nessun motivo al mondo si priverebbe di questa festa in cui il 18% dei robot torna a casa gravemente danneggiato per l’acqua nei circuiti.

«Ma le tradizioni si rispettano» dice sottovoce Frankrak dando la spinta finale allo slittino.

«Giusto, l’Intelligenza Artificiale invece no» gli fa eco Pberto, ma il meccapadre finge di non sentire.

Mentre lo slittino vola giù per il pendio, Magdalena cade per terra spenta, per l’overdose di silicio. I robobambini fumano, il sole inizia a tramontare.

 (*) Oggi i “Cyborghesi” anticipano (alle 7 invece che alle consuete 10): non per effetto di una ulteriore invasione – un’invasione più grande è forse un’invasona? – ma perchè il blog era stra-pieno, così db rimanda di 7 giorni il suo abituale “mix”. Lacrime e mugugni oppure champagne e hip-hop? Ah, se l’universo sapesse; ah, se la galassia potesse.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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