I due bicentenari che attraversarono i futuri

Fabrizio Melodia racconta un’antologia digitale (di 14 autori-autrici) che celebra Asimov e Bradbury


Tanti cari auguri ai miei amati Isaac Asimov e Ray Bradbury, mostri sacri della fantascienza che quest’anno “compiono” duecento anni. Asimov li avrebbe festeggiati il 20 gennaio, Ray Bradbury il 22 agosto.
Molte ricorrenze e affinità in questi due autori: avventure, sogni e incubi hanno trovato nella loro scrittura un veicolo (quasi) inimitabile.
Ce lo ricorda la casa editrice Delos Digital: sempre in prima linea per la fantascienza, per l’occasione pubblica un’antologia di 14 italiane/i che rendono omaggio alle due (quasi) divinità del pantheon fantascienfico. L’antologia si intitola “Bicentenario” con un sapiente riferimento al celebre racconto di Asimov (appunto «L’uomo bicentenario») ed è curata da Paolo Aresi. La parte asimoviana raccoglie i racconti brevi «La vendetta degli eterni» di Francesco Troccolo, «Il cerchio si chiude» di Silvio Sosio, «Diurno» di Franci Conforti, «Il mondo di prima» di Lorenzo Crescentini, «Gli psicostorici» di Davide Del Popolo Riolo, «Lo storico» di Maico Morellini, «Macchine mor[t]ali«» di Alessandro Vietti e il racconto classico «Il pianeta dei parassiti» di Stanley G. Weinbaum che ispirò Asimov per la sua narrativa. Per Ray Bradbury omaggiano Emanuela Valentini con «Cronache di un mercante di stelle», Luigi Calisi con «La stanza dei grandi», Dario Tonani con «La baia», Alain Voudì con «Incontri fortuiti», Nino Martino con «Picco Ventoso», Giulia Abbate con «Madonnina delle macchine», Angela Clerici con «Primo su Marte» e il racconto classico «La caduta della casa Usher» di Edgar Allan Poe che fu di grande ispirazione per la narrativa dell’uomo che vide bruciare i libri e la conquista di Marte.
E’ già disponibile su https://delos.digital/9788825412796/bicentenario a soli 3,99 euri.
Ovviamente di Asimov e Bradbury ho parlato (sono in buona compagnia, ovvio) più volte in “bottega” ma è bene ribadire per distratte e distratti – “lì, al terzo banco, voi due: la smettete o devo espellervi da codesto universo?” – che i due sono gemelli “separati”: Asimov ha una prosa precisa, pulita, essenziale (qualche volta persino troppo?) con una scienza verosimile (e perlopiù positiva), complessi mondi robotici e zero alieni; Bradbury invece è più poeta, con alcune importanti denunce sociali, alieni umanoidi solitari e tristi però il suo passaggio nella fantascienza è stato meno persistente.

Devo dirvi di almeno due libri dei nostri AeB “bicentenari”.
Bradbury ha scritto uno dei romanzi che mi terrorizza di più, “Fahrenheit 451”, ipotizzando un mondo dove i libri sono fuorilegge e vengono bruciati dai pompieri.  Ricordo quando lo scoprii per caso in una bellissima edicola a Caorle, durante un’estate bollente in cui cercavo di rimediare a una pessima prova scolastica. Lo trovai negli Oscar Mondadori, lessi la quarta di copertina, atterrito da un esercito di pompieri che appiccavano incendi. Poi volli leggere l’inizio, che ancora adesso mi regala brividi lungo la schiena: «Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse. Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non si sa quale direttore d’orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia».
I libri come rovine carbonizzate della storia: forse l’ispirazione veniva dai terribili e devastanti roghi (prima i libri, poi gli esseri umani) della Germania nazista. Dite che non è avvenuto? In quella forma no; però da una dittatura solida si è passati a forme sottili, all’ignavia e ignoranza delle persone, all’analfabetismo di ritorno indotto, alla Rete come “tata” e panacea di tutti i bisogni (variante della tv omnicomprensiva in “Fahrenheit 451”) con un sottinteso che oggi suona così: a che serve la memoria, se ci sono cellulari, tablet e laptop a ricordare per noi? Però fra gli umani del XXI secolo r/esistono uomini-libro (e gruppi)… anche se non si nascondono nei boschi ma vivono nelle tecno-giungle.

Un paio d’anni dopo la mia scoperta di Bradbury lessi – sempre nella ridente Caorle – nell’antologia “Il meglio di Asimov” un racconto che mi riportò alla mente proprio i pompieri a rovescio di Bradbury. Pensai che era un ponte retto da due spalle forti, dove Asimov e Bradbury, pur cosi diversi e distanti, si davano fraternamente la mano.
Il racconto era “Chissà come si divertivano”, in cui Asimov immaginava un tempo non troppo distante, dove i bambini studiano a casa con insegnanti robotici, inseriscono i compiti nella fessura dell’automa e non corrono per i cortili. Ma per caso un bimbo trova un vero libro, fatto di carta e stampato. Gli si apre un mondo. E il racconto si conclude così: «Lo schermo era illuminato e stava dicendo – Oggi la lezione di aritmetica è sull’addizione delle frazioni proprie. Prego inserire il compito di ieri nell’apposita fessura. Margie obbedì con un sospiro. Stava pensando alle vecchie scuole che c’erano quando il nonno di suo nonno era bambino. Ci andavano i ragazzi di tutto il vicinato, ridevano e vociavano nel cortile, sedevano insieme in classe, tornavano a casa insieme alla fine della giornata. Imparavano le stesse cose, così potevano darsi una mano a fare i compiti e parlare di quello che avevano da studiare. E i maestri erano persone… L’insegnante meccanico stava facendo lampeggiare sullo schermo: – Quando addizioniamo le frazioni 1/2 + 1/4…
Margie stava pensando ai bambini di quei tempi, e a come dovevano amare la scuola.
Chissà come si divertivano!, pensò». Forse la scuola non ha bisogno del Covid per impedire l’esperienza più bella: imparare divertendosi.
Qui in “bottega” ci piacerebbe assai sapere se questa antologia vi restituirà almeno in parte le emozioni, la poetica, la forza scientifica e immaginifica di Asimov e Bradbury.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

3 commenti

  • La migliore fantascienza si realizza quando stupore ed emozione si toccano, Asimov, Ray Bradbury, un’accoppiata perfetta, poesia fatta di illusioni, di rimandi, di metafore e inversioni dell’immaginazione di due geni della parola scritta. Quanti colpi di scena nelle storie di Asimov, quanti colpi di fioretto nei dialoghi, pennellate impressioniste le descrizioni di Bradbury, ed ecco… ecco sulla carta ingiallita sfioro il più crudele orizzonte di “Fahrenheit 451”, di chi si chiede se è felice sotto un crepuscolo d’argento e di Luna. L’uomo si dimentica di esistere, l’uomo si dimentica della felicità, l’uomo senza fantasia brucia.

    • Fabrizio Melodia

      L’ uomo senza qualità brucia in autocombustione spontanea. Quanta verità in quello che dici, Diego. Il problema è che ora le generazioni più giovani, i cosiddetti “Millennials”, sono fragili come carta al sole del deserto e mutevoli come il ghibli. Che significa? I mezzi d’intrattenimento sono cambiati, c’è poco da dire. Non a caso, se hai notato, ho parlato di una antologia in ebook, non in cartaceo.
      Questo perchè ormai il divertimento e l’intrattenimento passano tutti sulle piattaforme mobili e smart (che significa “Intelligente, scaltro”, ma che è anche l’acronimo, nel marketing, di come si si intende indicare un obiettivo che sia “Specific Measurable Achievable Realistic Time-related” ovvero “Specifico Misurabile Raggiungibile Realistico e a Tempo determinato”), ormai sempre più giovani sono su YouTube, sia come fruitori sia come creativi. E’ come se potessimo essere fruitori/creativi dei libri o della musica. In questo senso la potenza di Internet è totale. Eppure non è tutto oro quello che luccica. E i dati sono allarmanti. Si legge sempre meno. A rigore, persino una azienda forte nel mondo del fumetto italiano come la Bonelli, si è vista restringere sempre di più il bacino dei lettori, arrivando a mantenere mensili solo alcune testate storiche e a produrre miniserie a breve termine. Si pensi solo che la colonna portante Tex Willer, in meno di un decennio, si è visto ridurre le vendite da 240000 copie a 170000 copie, rimanendo comunque il fumetto più venduto in Italia, seguito da Diabolik e Topolino, quest’ultimo comunque in caduta libera. L’ uomo senza fantasia brucia, ma cosa accade quando dalla carta si passa all’elettronica? Cosa succede quando una generazione ritiene obsoleta la precedente, contrariamente a quanto accade nel racconto di Asimov e nel romanzo di Bradbury? Per questo dico che i due bicentenari sono stati persino ottimistici, immaginando qualche bimbo nostalgico di un passato di cui può solo conoscerne lo sbiadito e lontano riflesso.

  • Fabrizio Melodia

    Ehm una piccola interferenza nel subspazio, mi ha fatto incorrere in uno spiacevole errore che subito vado a riparare.
    Il racconto «La vendetta degli eterni» presente nell’antologia è di Francesco Troccoli, non Troccolo come erroneamente indicato.
    Con la speranza di non incorrere nella vendetta di qualche robot killer mandato per terminarmi, invito alla lettura e a continuare a sognare, poichè solo chi sogna può vivere molte vite.

Rispondi a Diego Rossi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *