I giusti

di Jorge Luis Borges (*)

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

(*) Questi versi sono stati tratti dal libro «La cifra». Non li conoscevo: ne abbiamo discusso in un bellissimo laboratorio del bel convegno -53esimo della serie – del Cem, centro educazione alla mondialità. Fra lavori manuali, intellettuali e updf (un pizzico di follia) abbiamo anche riscritto i “nostri” Giusti, quelle/i cioè che – secondo noi – nel quotidiano «stanno salvando il mondo». Se qualcuna/o di voi vuole inviare altri Giusti… il blog è aperto. Non so se capita anche a voi ma io spesso mi chiedo come una persona della sensibilità di Borges possa aver taciuto della dittatura nella sua Argentina…. Poi mi ricordo Pirandello e altri ma non so se la spiegazione sia più vicina o più lontana. Un’ultima cosa: non ho il libro di Borges e in rete non trovo il nome del traduttore o della traduttrice: se qualcuna/o me lo dice… lo aggiungo volamehte – cioè volentieri e doverosamente – perchè il lavoro altrui non va sminuito e trasdurre è una dura fatica. (db)

 

Redazione
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2 commenti

  • trovo sull’edizione Mondadori del 1985 che il traduttore è Domenico Porzio e che il testo originale è il seguente:

    Un Hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
    El que agradece que en la tierra haya música.
    El que descubre con placer una etimología.
    Dos empleados que en un café del Sur juegan un silenzioso ajedrez.
    El ceramista que premedita un color y una forma.
    El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
    Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
    El que acaricia a un animal dormido.
    El quel justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
    El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
    El que prefiere que los otros tengan razón.
    Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

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