I mille stop-pass occultati dal green-pass

di Gianluca Cicinelli

La polarizzazione del dibattito intorno al green pass impedisce di vedere i reali problemi di questo Paese, che non riguardano il singolo via libera di natura sanitaria, ma gli infiniti ostacoli di natura sociale ed economica, gli stop pass li chiameremo, che impediscono ad almeno un quinto della popolazione italiana di avere le stesse possibilità di vita degli altri quattro quinti.

Colpisce che, mentre sui cambiamenti climatici, sull’ambiente, si sia arrivati a forme di mobilitazione mondiale e nazionale imponenti, nessun partito, movimento o aggregazione politica riesca o voglio creare criticità ai governi, al potere avremmo detto una volta, su temi che ci riguardano ancora più da vicino. Senza nulla togliere alla giustezza/giustizia delle lotte per una riconversione della produzione che ha portato ai mutamenti ambientali, l’osservatore esterno non può fare a meno di notare che se le lotte sull’ambiente andranno in porto, evitandoci di morire arrostiti e inondati d’acqua entro il 2050, per alcune fasce della popolazione il problema più urgente è proprio come arrivare vivi al 2050 o, almeno “già mangiati” e già “studiati”.

Se hai il green pass puoi entrare al ristorante o al pub, ma se non hai i soldi per pagare il conto non ci puoi entrare. Banale no? Eppure non l’avete letta da nessuna parte questa banalità mentre aspettavate i no green pass alla stazione, manco fossero Godot. A parte che il tonfo di presenze alle stazioni ci ricorda comunque, che si sia pro o anti green pass, una vigliaccheria di fondo del ribellismo parolaio nazionale, una generale mancanza di disponibilità ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, su cui bisogna riflettere anche in chiave della mancanza di mobilitazione per i temi di sopravvivenza materiale oltre che per quelli divenuti ideologici come il green pass.

Allora si potrà obiettare che in fondo in nessuna Costituzione del mondo è sancito il diritto di andare al ristorante, nonostante la televisione non faccia altro che proporti gente che cucina (mai gente che mangia però, guarda un po’) e in effetti non mi spenderei molto per aggiungerlo ai diritti previsti. Anche perchè già restano inattuati molti degli articoli esistenti, a partire dalla parità di possibilità sociali per tutti, dal pasto alla casa, dall’istruzione al divieto di partecipare alle guerre.

Facciamo un breve elenco in ordine sparso degli stop pass per chi vive con meno di mille euro al mese. La connessione internet, più o meno sessanta euro ogni due mesi, l’accesso all’informazione un po’ più approfondita con circa venti euro al mese di abbonamento a un giornale, uno spettacolo cinematografico con il biglietto a sette euro, l’accesso ai canali streaming intorno ai dieci euro al mese, l’utilizzo della macchina che costa tra carburante assicurazione e tasse intorno ai cento euro al mese (ci sono moltissime zone fuori dalle grandi città in cui senza macchina non ti muovi proprio da casa), l’abbonamento ai mezzi pubblici tra i trentacinque e i sessanta euro al mese, una media di 70 euro al mese per un fumatore medio, la possibilità di un bicchiere di buon vino a pasto che valuteremo in quaranta euro al mese se non bevi metanolo, le spese mediche private tra visite e medicine che solo nel 2017 ha visto sette milioni d’italiani indebitarsi chiedendo prestiti a finanziarie. Del costo della casa e degli affitti neanche è il caso di parlare in questa sede, visto che costituisce il 60-70% sul totale delle entrate economiche delle persone.

L’elenco è molto più lungo e alla lista aggiungo soltanto un altro elemento che è doveroso trattare a parte, l’istruzione. L’istruzione, a parole lo dicono tutti ma poi le conseguenze non le trae nessuno, è uno dei pochi antidoti sicuri alla miseria. Non solo a quella del presente ma soprattutto a quella del domani. Un anno di università costa a una famiglia per singolo figlio intorno ai tremila euro l’anno tra iscrizioni nel pubblico e costo dei libri. Gli abbandoni sono intorno al 20% degli iscritti già al primo anno. L’istruzione universitaria dovrebbe essere gratuita stabilendo degli obiettivi da raggiungere, visto che noi non abbiamo nè campus nè football americano o basket che offrono una possibilità in più di borsa di studio ai meno abbienti.

Però a fronte dei mille stop pass elencati sopra, da cui dipende la vita, la crescita e la morte delle persone, il nostro problema principale è il green pass. La lotta per l’accesso a ristoranti, pub, piscine è diventata lotta per la libertà. Libero apericena in libero stato sembra essere lo slogan delle uniche “ribellioni” italiane in atto. Mi fa un po’ schifo, lo ammetto sono un moralista come accade a molti dissoluti, come si fa a indignarsi per dover rinunciare alle pizzette rustiche e alle insalate di mare e restare impassibili alle migliaia di licenziamenti, alla perdita di lavoro delle persone intorno a noi.

Come si fa a non prendere a schiaffi secchi senza discussione chi dalla sua barca nei mari del sud spara a zero contro il Reddito di Cittadinanza, rimpiangendo i bei tempi in cui allo stagionale potevi dare a norma di legge seicento euro al mese per dodici ore di lavoro al giorno? Gliela bucherei quella barca in mezzo al mare! Se continuate a vedere solo il green pass senza vedere i mille stop pass e senza lottare per abbatterli significa che ve lo meritate proprio il governo Draghi.

ciuoti

5 commenti

  • Valeria Taraborelli

    Quello che dico da sempre! Preoccuparsi di avere il marchio verde per passare qualche oretta al bar seduti a tavolino con caffè e brioche è più importante che combattere questo sistema politico economico e sociale? Non parliamo poi del diritto allo studio ed a una buona istruzione! Beati coloro che potranno usufruire di una biblioteca per leggere e studiare, altrimenti non resterà nulla di ciò che faticosamente abbiamo ottenuto colle lotte negli anni passati! Ricordate le scuole coi doppi e tripli turni di un tempo? Allora era la penuria di aule e scuole insufficienti per tutti, ora si permette di chiudere la scuola a chi non ha il certificato! Mi dispiace, ma utilizzo solo vocaboli italiani e non esterofili per sottolineare che in realtà in tutti questi anni non abbiamo avuto a cuore la difesa della nostra cultura, dei nostri diritti e della nostra democrazia!

  • Non mi va la contrapposizione tra rifuto del green pass e altri stop che purtroppo ci troviamo a vivere. Mi permetto di ricordare che senza green pass, senza salvacondotto non puoi entrare in ospedale, fare l’inserimento all’asilo del tuo bambino, andare ad un museo o a comprarti da mangiare. Questa estate in Italia ho visto gente terrorizzata dall’idea di non poter più andare in nessun luogo, nemmeno al centro anziani, o in biblioteca, senza il salvacondotto che rende obbligatorio un vaccino che molti temono, anche tra quelli che si sono visti costretti dalle circostanze a farlo, quindi non direi che è una protesta per ricchi, e direi che si somma ad altre continue vessazioni che ti impongono comportamenti non voluti per poter sopravvivere e frequentare ambienti e amici, cosa indispensabile ad una buona vita come l’aria che respiriamo. Certo la focalizzazione oscura le altre tematiche, ma non le cancella, dato che sono le stesse persone a soffrirne, e allora, per favore evitiamo le contrapposizioni e le semplificazioni!
    Sarebbe interessante invece chiederci perchè della rassegnazione dilagante, perchè della stanchezza mortifera che ci porta nella maggior parte dei casi a subire, e magari ci porta anche ad aggredire chi si ribella, perchè solleva il problema che abbiamo voluto oscurare.
    La narrazione di questi tempi, non c’è alternativa, non c’è futuro, credo sia in buona parte responsabile della depressione e della indifferenza dilaganti. Se non ho futuro, se niente può cambiare, se in base alle fantasie di chi è al potere si può aggredire un paese dicendo che lo si vuole salvare, per poi lasciarlo ferito, distrutto e abbattuto senza alcun interesse se non di facciata per quelli che si dice di aver voluto salvare, se altri sempre possono decidere per me, allora sì, mi vaccino, e se non muoio, se non ho nessuna delle situazioni avverse che oramai si segnalano sempre più di frequente, forte del mio lasciapassare andrò al prossimo apericena, andrò a scuola senza mascherina, e continuerò a ballare sul ponte del Titanic mentre la nave affonda. Credo che dovremmo concentrarci , tutte e tutti insieme nei limiti del possibile, nel raccontare un’altra storia. Tutto si può salvare, si costruisce ogni giorno il nostro futuro, e mettersi insieme per cambiare, studiando riflettendo, prendendosi il tempo per comprendere, senza arrendersi prima di aver costruito possibilità diverse, ascoltando tutti i punti di vista senza preoccuparsi subito di mettere a tacere le differenze à un passo indispensabile per proseguire verso un mondo migliore. Se manteniamo comportamenti coerenti e apriamo cammini di speranza, saremo pronti a cogliere le opportunità di cambiamento e cominciare da subito a costruire quel mondo nuovo che vogliamo.

  • Andare al ristorante?! Andate a lavorare caso mai,se fai l insegnante (o il medico anche peggio) senza marchio verde sei fuori e poter far fare sport indoor a un bambino over 12 anni,e si prospettano altre restrizioni sempre peggiori,e per molti sara anche riischio di nuovi no pass. Articolo davvero zoppicante per quanto riguarda certe considerazioni.

  • Credo che quando si legge un articolo, abbiano tutti il dirito di commentare nel bene e nel male. Ma non è altrettanto giusto sparare a zero contro chi quell’artcolo lo ha messo a tutti noi a disposizione. Guai se pensiamo noi di avere sempre ragione. LA COSA CHE CI DOVREBBE far pensare non è che noi cittadini non dobbiamo avere una nostra opinione, ma che da troppo tempo abiamo una politica che sta nel nostro Parlamento a dare solo ed esclusivamente la loro idea che non è scritta nella nsotra Costituzione, Costituzione che da troppo tempo da parte della destra, di cui una parte importante ha opinioni fasciste. E quendo si hanno opinioni fasciste, queste sono fuori dalla nostra Carta Costituzionale, quella Carta che le nostre Madri e i nostri Padri ci hanno regalato sia per la libertà di parla che era il male assoluto del Fascismo, sia delle lotte per creare finalmente qello che noi chiamiamo lo Stato Sociale, dove i diritti delle persone non sonoi un tabù, come invece dagli anni 80 in poi di fatto sono state cancellate, e ancora noi lo abbiamo capito. Altro che GreenPass. Il problema vero è quello che il nostro pianeta sta morendo e stiamo parlando invece di aria fritta. Se ancora non abiamo capito che gli Stati Uniti d’America hanno creato un mondo peggiroe di quello che c’ra prima della sua nascita, con lo,sterminio dei suoi abitanti, chhe nohn coìi sono più, hai voglia di guardare al futuro del nostro pianeta. Riprendere la nsotra Carta Costituzionale ci deve eprmetterte di riprendere la strada che dagli anni 80 abbiamo perso. E solo attraverso le generazioni, precedenti, che ci sono ancora, quelle presenti oggi, e quelle che ci saranno domani, tutte insieme, queste generazioni devono riprendere quel cammino per una società migliore du quella che abbiamo vissuto noi.

  • Mi trovo d’accordo con Alex e Nicoletta. Personalmente, non capisco come si possa imbastire un’argomentazione sul lasciapassare o green pass e fissarsi su bar e ristoranti. Magari fossero quelli i problemi! Discriminazioni molto più serie e gravi riguardano l’accesso al lavoro e allo studio (insegnanti di scuole dell’obbligo e studenti universitari per esempio), e altre situazioni essenziali della vita quotidiana. Per leggere la questione in termini più articolati e seri, e comprendere le implicazioni delle politiche messe in campo attraverso questo dispositivo, consiglio la consultazione del “Kit di pronto soccorso antifascista contro il lasciapassare” dal sito di Wu Ming https://www.wumingfoundation.com/giap/2021/08/kit-antifascista-contro-green-pass/

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