I ricordi del fiume – Gianluca e Massimiliano De Serio

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di Francesco Masala

del neorealismo fotografico Zavattini diceva che bisognava “aderire alla realtà come il sudore alla pelle” (da qui)
come la letteratura, dalla Resistenza in poi (qui), anche nel cinema neorealista documentare e testimoniare sono un’urgenza e un’etica.
il film (e il cinema) di Gianluca e Massimiliano de Serio, torinesi, è un film che è testimonianza, documento e memoria.
Primo Levi, torinese anche lui, scriveva ” Meditate che questo è stato”.
mutatis mutandis, anche questo film è un film per ricordare, per non dimenticare, senza tesi preconcette, senza ideologie ingombranti, solo un film di esseri umani, di quella povera gente, di quei vinti, che fa “la fame egualmente” , come dice Bertolt Brecht.
un piccolo grande film, non sarà facile vederlo, ma ricordate di non perderlo, quando capiterà in qualche sala, se poi c’e uno dei due registi sarete davvero fortunati, come è capitato a me.
redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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