ICAN: il premio Nobel (e i molti “ignobel” pro armi nucleari)

Gli interventi di Mario Agostinelli e Luigi Mosca, di Alfonso Navarra e di Dario Lo Scalzo

Sul Premio Nobel per la Pace 2017

di Mario Agostinelli e Luigi Mosca (membri di ICAN)

Che cosa ricompensa questo Premio Nobel per la Pace? Una speranza per il pianeta, una legittimità per chi lotta per la pace, ma anche – diciamolo – Una grande fierezza ed un forte incoraggiamento per tutti i membri di ICAN (V. http://tg24.sky.it/mondo/2017/10/06/ican-cosa-e.html)

Dal 2007 ICAN – cioè (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) – ha accompagnato e promosso tutta una serie di iniziative a partire dalla successione delle tre conferenze (Oslo, Nayarit e Vienna) sulle spaventose e ingestibili conseguenze umanitarie di ogni esplosione nucleare sulle popolazioni e le infrastrutture delle città e sul rischio crescente di una guerra nucleare anche solo per errore, per incidente o per sabotaggio.

In seguito, la società civile, sempre con in prima linea ICAN, ha sviluppato una sinergia con la maggior parte dei Paesi non dotati di armi nucleari, che ha condotto, attraverso una fase preparatoria nel quadro delle Nazioni Unite a New York alla redazione e quindi all’adozione del Trattato Internazionale di Interdizione delle armi nucleari il 7 luglio scorso. La notizia è stata trascurata dai media nazionali, data con ritardo e, fortunatamente, rivalutata a pieno dal riconoscimento del Nobel (v. https://www.scienzainrete.it/articolo/arsenali-nucleari-bando-che-mai-arriv%C3%B2/pietro-greco/2017-09-25 )

Che cosa implica questo Trattato? Implica il fatto fondamentale che le armi nucleari sono oramai rese ILLEGALI da un Trattato Internazionale. (come è avvenuto per le mine antiuomo e le armi chimiche). Già da ora esso quindi stigmatizza (e per sempre!) anche il solo possesso delle armi nucleari (l’Italia le custodisce sotto l’egida NATO a Ghedi e Aviano) e perciò non mancherà di cambiare, e anche radicalmente, il modo in cui le armi nucleari sono sovente percepite dall’opinione pubblica, dai responsabili politici, dai ricercatori, dagli operatori industriali, economici e finanziari, e dai …militari! 

Tutto ciò permetterà, grazie anche a negoziati multilaterali appropriati, di pervenire all’eliminazione totale delle armi nucleari, la cui irreversibilità sarà garantita da questo stesso Trattato d’Interdizione. Processo questo non certo facile, ma indispensabile, e che sarà sotto la responsabilità di ogni cittadino del mondo.

Sì certo – direte voi – questa è senz’altro la buona soluzione nel medio e lungo termine, ma che cosa si può fare nell’urgenza della situazione attuale, con dei personaggi ‘singolari’ come Donald Trump e Kim Young-Un, che rischiano, con un colpo di testa, di «schiacciare il bottone»?                                            

La sola soluzione accettabile, come prevede il Trattato è quella diplomatica, con l’apertura di negoziati tra gli USA e la Corea del Nord, nel quadro dell’ONU e grazie ad una mediazione della Cina, ben situata per giuocare questo ruolo essenziale. Una grande speranza di pace, dunque, ricondotta agli strumenti della responsabilità popolare, della democrazia e della politica. Una vittoria della ragione che parte da Oslo, ma che ha la sua forza di trazione nel diritto della pace di cui i popoli si potranno con riconosciuta legittimità far carico.  

(v.http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/07/nobel-per-la-pace-2017-vi-spiego-perche-noi-di-ican-labbiamo-vinto/3899562/)

PREMIO NOBEL ALL’ICAN: SI RILANCI LA MOBILITAZIONE PER IL DISARMO NUCLEARE NEL MONDO E PER LA RATIFICA ITALIANA DEL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

di Alfonso Navarra – portavoce dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org)

I Disarmisti esigenti salutano con gioia il premio Nobel per la pace assegnato all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons – ICAN, la rete pacifista che è stata l’anima e la coordinatrice della mobilitazione della società civile per l’ottenimento dello storico risultato del Trattato di proibizione delle armi nucleari-TPAN, adottato da una Conferenza ONU lo scorso 7 luglio.

Dell’ICAN fanno parte 486 organizzazioni di 101 Paesi, e anche l’Italia ha membri attivi e partecipanti all’attività nazionale ed internazionale.

La motivazione ufficiale del Premio si richiama alla necessità che esso serva ad “attirare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari” e a supportare “gli sforzi innovativi del trattato per il divieto dell’uso di tali armi”.

Questo trattato che interdice gli ordigni atomici è infatti boicottato dalle potenze nucleari (anche se con atteggiamenti diversi) ed è stato recentemente respinto da una dichiarazione NATO, il blocco militare che considera la deterrenza nucleare “suprema garanzia di sicurezza”, con l’avallo dell’Italia, proprio lo stesso giorno (il 20 settembre) in cui al Palazzo di Vetro era in corso la cerimonia per l’apertuae delle firme e delle ratifiche che dovrebbero portare alla sua entrata in vigore.

Lo stesso Parlamento italiano, con una mozione della maggioranza approvata il 19 settembre, aveva impegnato il governo a valutare l’ipotesi di aderirvi, ma solo previo accordo con gli altri Alleati (abbiamo visto che la NATO, con il suo Consiglio generale, non ha perso tempo a pronunciarsi).

I Disarmisti esigenti a livello internazionale, in corcodanza con ICAN, sostengono che il nuovo Trattato di proibizione, una volta entrato in vigore, debba diventare il pilastro di un ordine giuridico internazionale che inquadri il “vecchio” Trattato di non proliferazione-TNP, funzionalizzandolo ad un percorso che porti al disarmo nucleare totale, diritto dell’umanità da esigere e rendere effettivo.

La centralità non è del vecchio TNP ma del nuovo TPAN, che dovrebbe salvarci dall’incubo di una guerra nucleare che può essere scatenata persino per caso, per incidente e per errore di calcolo; e che oggi, nella crisi coreana, è addirittura esplicitamente minacciata da irresponsabili leader, incuranti che dall’escalation delle parole (e delle esercitazioni) si può passare a quella dei fatti catastrofici.

A livello nazionale, sperano che questo premio Nobel all’ICAN serva, almeno in parte, a rompere il muro del silenzio che impedisce all’opinione pubblica italiana di essere a conoscenza dei gravi pericoli che corre, ma anche che a livello globale, nel mondo, ci si sta dando da fare concretamente per evitarli.  Il governo italiano, spinto da una consapevolezza popolare, potrà ritornare sui suoi passi e ratificare il TPAN: forse una nuova rappresentanza parlamentare più sensibile al disarmo nucleare come priorità delle priorità (siamo a pochi mesi delle elezioni politiche) può rendere possibile la svolta.

E’ possibile agire e pesare dal basso per costruire un mondo disarmato e di giustizia, cercando la pace con vie di pace, anche a partire da scelte di disarmo unilaterale del nostro Paese: ad esempio lo sganciamento dal nuclear sharing della NATO rispedendo al mittente le “atomiche” che gli USA dispiegano nelle nostre basi o fanno transitare nei nostri porti.  

Per sostenerle, queste scelte, si può aderire on-line all’appello rinvenibile alla URL: 

https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminucleari

Nobel per la Pace all’ICAN, il premio alla nuova sensibilità della società civile

di Dario Lo Scalzo (*)

Il 6 ottobre 2017 è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace 2017 all’ICAN, la campagna internazionale contro le armi nucleari. Al di là dell’estenuante operato giornaliero che da anni è portato avanti dall’ICAN e dai suoi numerosi partner sparsi per il mondo, nella motivazione si legge che il Nobel è essenzialmente legato agli sforzi fondamentali per il Trattato Onu firmato lo scorso luglio a New York e che prevede la messa al bando definitiva delle armi nucleari.

Oggi tutte le radio, le tv, i tg, i giornali strimpellano a più non posso notizie sull’ICAN, su cosa sia e sul Trattato di proibizione delle armi nucleari di cui pochi tra l’opinione pubblica conosconevano l’esistenza.

Ma dove erano gli stessi media quando si svolgevano a New York gli incontri tra i Paesi per giungere infine a redigere questo storico trattato? Di cosa parlavano? E di cosa scrivevano? E perchè ne hanno praticamente oscurato l’esistenza?

Come mai i media mainstream non hanno raccontato alla gente che oltre 120 Paesi del pianeta si sono seduti attorno a un tavolo per accordarsi sulla messa al bando definitiva delle armi nucleari?

E in Italia, come mai la gran parte dei media mainstream non ha messo in rilievo la scandalosa e illogica posizione filo nucleare sostenuta dal nostro governo e portata avanti ciecamente dal Belpaese sia prima che durante che dopo la firma del trattato stesso? Come mai nessuna parola sul boicottaggio dell’Italia e della massime potenze mondiali ad un accordo così rilevante per le sorti dell’essere umano?

Come mai si sono scritti fiumi di parole del siparietto tra Korea e USA sulle strategiche nucleari mentre in questi mesi si è taciuto sul fatto che il resto del mondo (il famoso 99%) aveva concordemente deciso d’intraprendere la via dell’abolizione delle armi nucleari? Forse lo spirito guerrafondaio scalda gli animi più che quello pacifista? O meglio, forse è più “utile” abbrutire l’opinione pubblica con la violenza piuttosto che sensibilizzarla alla nonviolenza?

Adesso ci toccherà ascoltare le dichiarazioni ipocrite e bugiarde dei politici di turno ai quali verrà chiesto inevitabilmente un’opinione sull’assegnazione del Nobel per la Pace 2017. Con che coraggio chi ci governa si feliciterà di tale premio? Con che spudorata ipocrisia aggirerà le domande che qualche giornalista illuminato porrà sulla posizione antidisarmo nucleare dell’Italia?

E d’altro canto, i media, come potranno sentirsi la coscienza pulita e come potranno reputarsi ancora credibili parlando senza sosta, nelle prossime 48 ore, di qualcosa (il Trattato di proibizione delle armi nucleari) che avevano deciso di nascondere all’opinione pubblica tra l’altro venendo meno alla loro missione di diritto all’informazione?

Oggi è la vittoria di una nuova sensibilità che tutti noi, nessun escluso, ha il dovere di coltivare giornalmente. Oggi è la vittoria della società civile, di quella fetta di mondo che, malgrado la lobotomizzazione delle masse condotta in primis dai mass-media di sistema, riesce ancora a cogitare col cuore e ad agire con umanità.

Attendiamo i media mainstream e i governanti al bivio delle verità e nell’attesa, in questo giorno di celebrazione e di gioia, siamo fieri di scrivere: noi lo avevamo detto!

Noi abbiamo liberamente garantito una informazione vera.

(*) da Pressenza

LE IMMAGINI – scelte dalla “bottega” – SONO DI GIULIANO SPAGNUL.  LA FOTO E’ RIPRESA DALL’ARTICOLO SU “PRESSENZA”.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Daniele Barbieri

    VALE AGGIUNGERE QUESTO:
    Senzatomica e Rete Disarmo commentano negativamente reazione Farnesina a Nobel Pace per ICAN.
    In una giornata segnata dall’entusiasmo e dall’esultanza per l’attribuzione del Nobel per la Pace ad ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapon) – un Nobel che riconosce come determinante l’apporto delle organizzazioni della società civile nel cammino che ha portato all’approvazione, il 7 luglio, del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari – colpisce (ma non sorprende) constatare la difficoltà in cui si trova la Farnesina.
    Troppo impacciata e scialba è infatti la nota del Ministero degli Esteri, nella quale non una parola di congratulazioni ad ICAN viene spesa (dando semplicemente atto del Nobel) e non è neppure nominato (come si addice, del resto, ad un “convitato di pietra”), il Trattato di messa al bando: si ribadisce invece (quasi giustificazione non richiesta) la centralità del Trattato di Non Proliferazione, dando una rappresentazione ambigua di una concorrenza tra i due Trattati che sono, al contrario, pienamente complementari e senza peraltro alcuna indicazione, anche minima, su azioni concrete di implementazione dell’obbligo – previsto proprio dall’art. VI dell’invocato Trattato di non proliferazione – di concrete iniziative per un disarmo nucleare totale. La contraddizione è evidente: si tenta di sminuire il Trattato di messa al bando mettendo al centro il Trattato di non proliferazione, ma si omette di dire quali passi avanti significativi ci sono nel processo di disarmo nucleare totale che lo stesso Trattato di non proliferazione indica come obiettivo e come obbligo da quasi 40 anni!
    In anni passati l’Italia è stata tra quei Paesi che si sono impegnati – e distinti per l’eccellente contributo – a fianco di campagne globali sostenute da vaste coalizioni popolari, come la moratoria della pena di morte o la messa al bando delle mine antipersona o delle bombe a grappolo. Dispiace che oggi l’Italia si trovi invece dalla “parte sbagliata” della Storia, quella per la quale il Nobel ad ICAN è, politicamente, una forte delegittimazione: una delegittimazione che non potrà passare sotto silenzio, data la risonanza mondiale del premio, che contribuirà a rendere pubblica la conta di chi è a favore e di chi è contro il Trattato per la messa al bando.
    Rete Italiana Disarmo e Senzatomica chiedono ancora una volta al Governo Italiano di muoversi in sintonia con la maggioranza dei cittadini e delle cittadine d’Italia e del mondo, firmando e ratificando il Trattato.
    Perché, come diceva Victor Hugo, “niente al mondo è così potente quanto un’idea della quale sia giunto il tempo”: il Nobel per la pace ad ICAN – e alle decine e decine di organizzazioni che ne fanno parte, tra cui Rete Disarmo e Senzatomica – dimostra che il tempo di un mondo libero da armi nucleari è ora.
    PER CONTATTI:
    Senzatomica – ufficiostampa@senzatomica.it – + 39 338 6167247
    Rete Italiana per il Disarmo – segreteria@disarmo.org – +39 328 3399267

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