Il Chiapas sull’orlo di una guerra civile

Oggi l’EZLN parla di un nuovo assottigliamento del tenue limite tra una guerra “a bassa intensità” (in corso da decenni e mai cessata) e una “guerra civile” – proprio mentre l’inimmaginabile avventura del viaggio in Europa, con l’arrivo in Austria della nutrita delegazione aerea, assume una nuova portata – non lo fa certamente a cuor leggero. Le parole del comunicato del Subcomandante Galeano sono durissime

di Lapaz Italia (*)

colpi di arma fuoco contro le comunità di Aldama, ai limiti della regione degli Altos del Chiapas, si erano intensificati già dal mese di agosto. La notte del 15 settembre scorso, mentre rientrava con la famiglia al villaggio della sua comunità Xuxch’en a bordo di un furgoncino, Domingo aveva aspettato che cessasse il fuoco dell’intenso attacco del gruppo paramilitare che agisce impunemente a Santa Martha, Chenalhó, e si era fermato al ponte Tabac Aldama. Uno sparo ha colpito la camionetta, che ha sbandato bruscamente per poi finire nel fiume, che era molto cresciuto nei giorni scorsi, e l’ha portata via con sé. C’è stato bisogno che gli spari cessassero e che tornasse la luce del giorno, diverse ore più tardi, per ritrovare il corpo di Domingo, su una sponda del fiume, con il foro di un proiettile di grosso calibro nel volto.

Il Chiapas è “sull’orlo di una guerra civile” ha scritto in un comunicato reso noto domenica 19 settembre l’Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN). La firma è del subcomandante Galeano, ed è diretto al popolo del Messico e a quelli del mondo, alla Sexta Nacional e Internacional, e all’Europa de abajo y a la izquierda.

Gli zapatisti affermano che “il desgobierno de Rutilio Escandón (governatore dello Stato chiapaneco ed esponente del partito Morena, fondato dal presidente Andrés López Obradorndr) sta facendo tutto il possibile” per destabilizzare lo Stato. “Reprime l@s normalistas rurales” e “sabota gli accordi presi tra il magisterio democratico e il governo federale di Città del Messico, costringendo gli insegnanti a una mobilitazione radicale perché si compiano quegli accordi.

Le alleanze di Rutilio Escandón con il narcotraffico, continua l’Ezln, fanno sì che le comunità dei popoli originari si vedano costrette a formare gruppi di auto-difesa, visto che il governo non fa assolutamente nulla per proteggere la vita, la libertà e i beni della comunità. Purtroppo, però, non ci sono solo i narcotrafficanti tra le amicizie del governo del Chiapas, perché – spiega il comunicato dell’Ezln – il potere locale sostiene, promuove e finanzia anche i gruppi paramilitari, come quelli che attaccano di continuo le comunità ad Aldama e a Santa Martha.

Gli zapatisti accusano poi il governo statale di aver cercato di sabotare con ogni mezzo la partenza della delegazione La Extemporánea, che lo scorso 13 settembre è partita per l’Europa fino al punto di arrivare a “ordinare il sequestro” di Sebastián Núñez Pérez e José Antonio Sánchez Juárez, componenti della Junta de Buen Gobierno de Patria Nueva, effettuato da membri della Organización Regional de Cafeticultores de Ocosingo (Orcao), “organizzazione paramilitare al servizio” delle autorità chiapaneche, poi liberati dopo 8 giorni di detenzione.

L’EZLN ha cercato con infinita pazienza di attivare ogni soluzione possibile del caso che tutelasse la vita dei sequestrati, ma non può non prendere atto che “mentre il governo ne ostacolava e perfino sabotava la liberazione”, sono state le organizzazioni che difendono i diritti umani e i parroci della chiesa di San Cristóbal de las Casas e di Oxchuca a intervenire con saggezza e giustizia per evitare una tragedia. Gli zapatisti annunciano che prenderanno le misure opportune perché si applichi la giustizia verso i criminali della Orcao e i funzionari che fanno loro da padrini ma che se ci sarà un’altra occasione “non risponderanno con comunicati. Non ci saranno parole ma fatti”.

Il delitto di sequestro di persona, aggiungono, è punito dalle leggi del malgoverno del Chiapas e dalle leggi zapatiste e l’Ezln si è comportato di conseguenza. La Orcao, spiega il comunicato, è un’organizzazione paramilitare, indossa uniformi ed ha armi ed equipaggiamenti ottenuti con il denaro che riceve dai “programmi sociali”. Una parte del denaro viene intascata da loro e un’altra parte arriva ai funzionari perché facciano la propaganda di ciò che si sta facendo con l’assistenzialismo corrotto.

Tra le altre cose, ci sono gli attacchi armati quotidiani contro la comunità zapatista di Moisés y Gandhi, ma anche una politica di vaccinazioni anti-Covid volutamente lenta e disordinata tra la popolazione rurale che fa salire il numero delle vittime e provoca malcontento. Non tarderà a far esplodere la situazione già molto tesa per i giochi di potere tra i partiti vecchi e quelli che hanno assunto nuovi nomi per fare le solite politiche di sempre.

Infine l’EZLN lancia un appello “a la Europa de abajo y a la izquierda y a la Sexta Nacional e Internacional perché il 24 di settembre si manifesti di fronte alle ambasciate e ai consolati del Messico perché cessino le provazioni e si abbandoni il culto della morte che si professa”.

(*) Leggi qui l’articolo originale: https://comune-info.net/il-chiapas-sullorlo-di-una-guerra-civile/

Redazione
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Un commento

  • Valeria Taraborelli

    Più che giusto combattere per difendersi da sistemi che vogliono sottomessi ed ubbidienti, senza diritti e senza regole tutte le popolazioni indigene del Centro e del Sud America

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