Il dono di essere Franca

Una grande attrice in un piccolo teatro: a Soverato con Franca Valeri

di Giuseppe Cosentino (*)

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Sabato 14 e domenica 15 marzo, il Teatro del Grillo di Soverato si è fatto e ha fatto ai suoi fedeli spettatori un grandissimo regalo, portando in scena lo spettacolo «Essere Franca».

La serata, apertasi con una introduzione del direttore Claudio Rombolà, è iniziata con un video omaggio, che ha ripercorso le gesta della straordinaria attrice fin dai tempi del varietà «Studio uno».

Lo spettacolo, condotto sapientemente da Pino Strabioli, storico presentatore di «Cominciamo bene prima», è scivolato via in maniera liscia, senza risultare noioso o banale. Il filo conduttore è stata la biografia della stessa attrice, raccolta nel libro ” «Bugiarda no, reticente» e uscita nel 2010, dalla quale Strabioli ha attinto, leggendo alcuni passi, commentati parallelamente dalla Valeri.

Il primo avvenimento sul quale ci si è focalizzati è stato l’incontro che la Valeri ha avuto con il maestro Arturo Toscanini alla Scala, che l’ha avvicinata in modo determinante al mestiere di attrice.

Durante la sua adolescenza, contemporaneamente agli studi per entrare in Accademia, Franca Valeri, insieme a tutta la famiglia, dovette fare i conti col fascismo, che la costrinse a separarsi dai suoi.

L’attrice non dimentica l’uomo della sua vita, l’attore Vittorio Caprioli, con il quale condivise anche la scena, entrando nel cuore di tantissime persone.

Bellissimi e toccanti i ricordi di grandi attori che l’hanno accompagnata: da Totò, un gran signore, a Vittorio de Sica, un maestro, ad Alberto Sordi pur sapendo che era un idolo non si sovrapponeva, ad Aldo Fabrizi che le disse «sei più romana de me».

Parlando del suo lavoro di autrice (di otto commedie) Franca Valeri non ha risparmiato una critica agli autori contemporanei, esortandoli a scrivere di propria mano e non a prendere spunto da cose già fatte.

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Infine la Valeri ha regalato al pubblico tre dei suoi più grandi personaggi, come le signore milanesi e la superlativa Sora Cecioni, dimostrando di avere sempre tempi comici impeccabili e provocando i meritati applausi dei presenti.

Le due parole chiave dello spettacolo sono state memoria e comicità: la prima perchè, come sottolineato da Strabioli, è incredibile la capacità visionaria della Valeri, di ricostruire in maniera limpida e chiara la sua vita.

La comicità invece, che la Valeri prese in prestito dalla madre, l’ha aiutata a sdrammatizzare ogni circostanza della vita, ridendoci sopra e trovando il lato positivo.

Una serata eccellente, con un’attrice che ha dimostrato di essere attaccata alla vita e che ancora svolge il suo mestiere con una immensa professionalità.

Grazie Franca.

(*) La magia del teatro diventa doppia quando un “mostro sacro” della scena regala la sua arte anche al pubblico di un piccolo paese – Soverato – ma questa è anche una denuncia del “cattivo giornalismo”: quello che non racconta, anzi neppure vede, ciò che accade fuori dalle metropoli. Grazie dunque a Giuseppe Cosentino – che così fa il suo esordio in “bottega” – per averci regalato questa recensione giustamente “amorosa”. (db)

 

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