Il «genocidio canadese» e la fabbrica delle notizie

Non so se devo (in fondo è il mio blog) ma comunque VOGLIO intervenire rispetto a quanto RR risponde a Marco Cinque a proposito del «genocidio canadese».

Se ho chiesto a Marco Cinque l’autorizzazione a mettere qui il suo articolo evidentemente è perché mi sembrava importante. Se ho poi lasciato spazio a RR non è per cortesia (o neutralità) ma perché una parte delle sue critiche mi pare fondata…. E comunque si dovrebbe sempre cercare di chiarirsi e ragionare, anche a partire da differenti punti di vista.

Provo dunque a esaminare (purtroppo un po’ in velocità perché sono fra un treno e l’altro) i punti di accordo e disaccordo con RR.

1 – Anche a me l’imprecisione e/o l’abuso delle parole (e in particolare di «genocidio») non piace, anzi mi sembra pericolosa. Io cerco di sottrarmi. Non riesco però a farne una gran colpa a Marco Cinque o a «il manifesto» perché questo è ormai lo stile dominante. Purtroppo.

2 – Nel merito. Non ho studiato a fondo le questioni dei nativi americani in Canada, non conosco Kevin Annet. Mi pare che le sua accuse siano molto gravi e purtroppo credibili (per i precedenti storici di cui dopo dirò). Proprio perché molto gravi io avrei preferito una documentazione più rigorosa e dunque su questo dò abbastanza ragione a RR. Immagino – ma potrei sbagliare – che su alcuni punti sollevati da RR (tipo «il Vescovo del Nord America») il problema sia una traduzione frettolosa però mi auguro che Marco Cinque intervenga a chiarirlo.

3 – Non capisco perché, su argomenti così gravi, RR si lasci andare a ironie (sui finanziamenti che Annett chiede, sulle Torri Gemelle o altro). Ma questo è un disaccordo abbastanza secondario, ognuno ha i suoi gusti o il suo stile.

4 –  Scrive il mio amico RR: «Nessuna suora, nessun prete, nessun insegnante, nessun bidello, nessuno» chiamò la polizia, fece obiezione di coscienza. E questo gli pare strano. Faccio un’altra ipotesi. E se fosse accaduto e non lo sapessimo? Quante verità sepolte per decenni – dalla Germania nazista o dai gulag staliniani ma anche dalla democratica Svezia, dagli Stati Uniti, ecc – ci sono arrivate a fatica e dopo tantissimi anni? Devo fare esempi? La sterilizzazione di donne a loro insaputa (non solo in America latina ma anche in Scandinavia); la tortura diffusa contro i dissidenti; militari e civili usati come cavie per esperimenti atomici (anche la Francia di recente lo ha ammesso) e purtroppo un lungo elenco dal quale pochi Paesi escono indenni.

5 –Molte infamie di Stato sono documentate eppure pochi lo sanno (fuori dagli studiosi, dagli specialisti, dalle persone direttamente coinvolte): non “bucano” i massmedia e dunque rimangono perlopiù ignorate. Non è la stessa cosa di quel che ho scritto al punto 4 ma siamo nello stesso territorio. Vale per i crimini del colonialismo italiano (certo dopo Dal Boca tanti studiosi italiani hanno rotto il tabù ma quanti leggono quei libri?) o per i colpi di Stato, le torture, persino la sistematica diffusione della droga a opera della Cia e simili (i documenti non più segreti si possono leggere su molti siti): ci sono le prove ma per l’opinione pubblica –  e/o l’immaginario collettivo – restano sconosciute. Da quanto tempo, per restare all’attualità, in molti Paesi piccoli gruppi provano a raccontare della pedofilia e degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica (e non solo) ma i mass media fanno finta di nulla anche quando, con gran fatica, si arriva in tribunale? Quanto tempo è passato prima che la Philip Morris pagasse in tribunale le sue colpe (consiglio di vedere il film «Insider» di Michael Mann) e i giornalisti potessero dire qualcosa contro un così potente inserzionista? E poi quanto in fretta purtroppo le colpe della Philip Morris sono state dimenticate?

6 – Come ho detto al punto 2 credo abbia ragione RR scrivendo «le notizie vanno vagliate, confrontate, prima di sparare alto». Tanto più se si tratta di fatti così gravi. Purtroppo non è questo il mondo in cui viviamo. Lo stile “scandalistico” è ormai quasi l’unico dell’informazione (anche di sinistra o presunta tale a partire da «La repubblica»). Spiace che ci caschi ogni tanto anche «il manifesto» che pure di solito ne è esente. Allargando un poco il discorso, i giornalisti e le giornaliste hanno – salvo qualche eccezione – gravi responsabilità non solo nel mentire ma soprattutto nel censurare (vedi punto 5), nel cancellare le notizie, i numeri, i documenti storici: e potrei fare molti esempi, anche italiani e anche recenti. Ma anche quando il giornalismo rompe un tabù e poi butta tutto nel calderone dello scandalo non è che si sia fatto un gran passo avanti rispetto alla libertà di essere informati. Per restare a fatti recenti di casa nostra, anche di questa pessima informazione si nutre il razzismo dilagante: provo a documentare questo discorso con la rubrica «Sparite-sparate» (esce sulla rivista «Come» e alcuni esempi li trovate su questo blog). Ma anche il sessismo si alimenta di un’informazione che cerca di cancellare notizie, documenti, idee non in linea con le vecchie e nuove forme del dominio maschile, E’ un discorso assai complesso e siccome non ho qui il tempo di farlo rimando, almeno per quel che riguarda i mass media,  al quadro che ho provato a definire in un dossier che ho pubblicato due anni fa sulla rivista «Cem mondialità» e che ho appositamente riportato su questo blog (lo trovate sotto il titolo: «La fabbrica delle notizie») per chi ha una mezz’oretta da leggere.

7- Infine non credo, come varie persone mi hanno detto dopo aver letto l’articolo di Marco Cinque, che sia questione di «sensi di colpa» (o masochismo?) di noi ricchi occidentali bianchi. C’è un bravissimo giornalista. Gian Antonio Stella, che scrive su un quotidiano per me detestabile e scorretto. Nei suoi articoli come nei libri (in modo esemplare nell’ultimo, «Negri, froci, giudei e Co») Stella ricorda che le molte e brutte facce del razzismo non sono patrimonio dell’Occidente e ha ragione purtroppo e sarà bene non dimenticarlo neppure per un attimo. Ma se noi ci occupiamo – o dovremmo – soprattutto dell’Occidente è perché qui viviamo, perché accade intorno a noi, e perché nel caso dell’Italia sarebbe legittimo credere in una riformabilità del sistema dove lavoriamo, votiamo, paghiamo le tasse (o dovremmo).

Mi auguro che Marco Cinque o qualche voce dal Canada chiarisca e approfondisca. Che la ricerca della verità e la discussione restino aperte. E’ positivo che una censura si incrini…Se poi si fa chiarezza. Se invece tutto resta a livello di accuse troppo vaghe o di voci non abbiamo fatto grandi passi avanti. Spero che non sia questo il caso.

Redazione
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8 commenti

  • Trovo interessanti le critiche di RR. Anch’io ho avuto qualche dubbio quando ho letto la notizia sul Manifesto, e nonostante l’invito alla conferenza della Camera fosse partito dai miei amici radicali e da anticlericale.net,tutti di solito estremamente rigorosi nel vagliare le notizie.
    Soprattutto mi avevano colpito le notizie di esperimenti (??) cui sarebbero stati sottoposti i bambini e la diabolica comunità d’intenti che avrebbe accomunato non solo la totalità delle scuole cattoliche, notoriamente vergognose anche in terra straniera, ma anche le altre chiese presenti in loco e addirittura il governo canadese stesso, che in quanto a torture non è facilmente né troppo credibilemnte assimilabile alla Corea del Nord o a Cuba.
    Se così fosse, si tratterebbe di qualcosa che ho difficoltà a catalogare. Non propriamente ideologia o razzismo, pulizia etnica o genocidio culturale. Una mescolanza del tutto che, in effetti, aiuta a credere nella sempiterna teoria del complotto o, più semplicemente, nella sparata troppo grossa.
    Dubitare aiuta sempre.
    Staremo a vedere.
    Vi

    • caro Vince,
      i tuoi amici radicali hanno a volte eccellenti idee e buone pratiche ma in altre occasioni non mi piacciono: nella politica italiana spesso (e più in generale sulle questioni economiche) si muovono in un terreno fra il pessimo e il discutibil.
      Ciò premesso (sono un polemico) volevo sapere per quale ragione fra i Paesi che praticano torture citi solo Corea e Cuba.
      Ho letto male gli ultimi rapporti di Amnesty? A me non pare questa la situazione e Cuba non mi risulta in testa a questa tremenda lista. Non intendo con questo vantare la perfezione di Cuba ma mi stupisco nel vedere che un crimine del governo cubano finisce in prima pagina mentre delitti ben peggiori che si ripetono ogni giorno vengono ignorati. Se su Cuba sono male informato (non credo) dimmelo: a proposito di fonti mi risulta che Amnesty International (che, lo ripreto, critica Cuba) non tema smentite – e infatti non è stata beccata a mentire, omettere informazioni, alterare statistiche – mentre per molte altre fonti (definite autorevoli) la bugia, la bufala, la grossolana ignoranza dei più elementari dati di fatto è purtroppo la pratica.
      con affetto, db

  • Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.
    Toro Seduto

    P.S.Dal 1616 con l’arrivo dei primi missionari cattolici non ci si può meravigliare di nulla…
    da tempo avremmo dovuto incriminare La Bibbia per istigazione primaria al genocidio.

  • Da quando questa tragedia è stata resa pubblica, molte persone, sia in Italia che in altri Paesi, si sono affrettate a distinguere la Chiesa Unita del Canada da quella Cattolica romana, parlando di disinformazione, ignoranza, se non addirittura di diffamazione e bollando il tutto come una bufala. Per correttezza e dovere di fare chiarezza sui dubbi posti, ecco dunque a seguire la lista delle scuole residenziali di cui la chiesa cattolica romana era direttamente responsabile. In seguito spiegherò anche perchè le famiglie non avrebbero denunciato la sottrazione dei loro bambini…

    Alberta
    – Blue Quill’s Indian Residential School (Lac la Biche Boarding School; Hospice of St. Joseph); Lac la Biche; opened 1862; moved to Brocket in 1898 (RC)
    – Blue Quill’s Indian Residential School (Sacred Heart Indian Residential School; Saddle Lake Boarding School);Lac la Biche; opened 1898; closed 1931 (RC)
    – Blue Quill’s Indian Residential School (St. Paul’s Residential School) Lac la Biche; opened 1931; in 1970 (RC) (became the first Native-administered school in Canada)
    – Convent of Holy Angels Indian Residential School (Holy Angels Indian Residential School; Our Lady of Victoria Indian Residential School); Fort Chipewyan; opened 1902; closed 1974 (RC)
    – Crowfoot Indian Residential School; Cluny; opened 1909; closed 1968 (RC)
    – Dunbow Industrial School (St. Joseph’s Industrial School, High River Industrial School); High River; opened 1888; closed 1939 (RC)
    – Ermineskin Indian Residential School; Hobbema; opened 1916; closed 1973 (RC)
    – Fort Smith Indian Residential School (Breyant Hall); Fort Smith; opened 1955; closed 1970 (RC)
    – Immaculate Conception Indian Residential School (Immaculate Conception Boarding School; Blood Indian Residential School); Stand-Off; opened 1884; closed 1926 (RC)
    – Immaculate Conception Boarding School (Blood Indian Residential School; St. Mary’s Mission Boarding School); Stand-Off; opened 1911; closed 1975 (RC)
    – St. Albert’s Indian Residential School St. Albert; opened 1941; closed 1948 (RC)
    – St. Bernard Indian Residential School (Grouard Indian Residential School); Grouard; opened 1939; closed 1962 (RC)
    – St. Bruno Indian Residential School (Joussard Indian Residential School); Joussard; opened 1913; closed 1969 (RC)
    – St. Francis Xavier Indian Residential School; Calais; opened 1890; closed 1961 (RC)
    – St. Henri Indian Residential School (Fort Vermilion Indian Residential School); Fort Vermilion; opened 1900; closed 1968 (RC)
    – St. Martin Boarding School; Wabasca; opened 1901; closed 1973 (RC)
    – St. Paul Des Métis Indian Residential School; St. Paul; opened 1898; closed 1905 (RC)
    – Sturgeon Lake Indian Residential School; Sturgeon Lake; opened 1907; closed 1957 (RC)
    – Youville Indian Residential School; Edmonton; opened 1892; closed 1948 (RC)
    British Columbia
    – Christie Indian Residential School (Kakawis Indian Residential School); Tofino (Meares Island); opened 1900; closed in 1973; new school built in 1974; closed in 1983 (RC)
    – Christie Indian Residential School (New Christie Indian Residential School; Kakawis Indian Residential School); Tofino, British Columbia (Meares Island); new school built in 1974; closed in 1983(RC)
    – Cowichan Catholic Convent School; Cowichan; opened 1863; closing date unknown (RC)
    – Friendly Cove Day School; Yuquot; opened 1930; closed 1964 (RC)
    – Kamloops Indian Residential School (St. Ann’s Academy); Kamloops; opened 1890; closed 1978 (RC)
    – Kamloops Indian Residential School (St. Louis Mission Indian Residential School); Kamloops; opened 1890; closed 1978(RC)
    – Kootenay Indian Residential School (St. Eugene’s Indian Residential School, St. Mary’s Indian Residential School); Cranbrook; opened 1898; closed 1970 (RC)
    – Kuper Island Indian Residential School; Chemainus; opened 1890; closed 1975 (RC)
    – Lejac Indian Residential School; Fraser Lake; opened 1910; new building in 1922; closed 1976 (RC)
    – Roman Catholic Coqualeetza Indian Residential School; Chilliwack opened 1890; closed 1941 (RC)
    – Sechelt Indian Residential School; Sechelt; opened 1912; closed 1975 (RC)
    – Squamish Indian Residential School (St. Francis Indian Residential School; St. Paul’s Indian Residential School); North Vancouver; opened 1898; closed 1959 (RC)
    – St. Mary’s Mission Indian Residential School; Mission; opened 1861; closed 1984 (RC)
    – Victoria Catholic Convent School; Victoria; opened 1863; closing date unknown (RC)
    – Williams Lake Indian Residential School (Williams Lake Industrial School; Cariboo; opened 1890; closed 1981
    – Yuquot Indian Residential School; Yuquot; opened 1901; closed 1913 (RC)
    Manitoba
    – Assiniboia Indian Residential School (Assiniboia Hostel); Winnipeg; opened September 2, 1958; closed June 30, 1973 (RC)
    – Cross Lake Indian Residential School (Norway House Roman Catholic Indian Residential School); Cross Lake; opened March 9, 1915; closed July 30, 1969 (RC)
    – Fort Alexander Indian Residential School; Pine Falls; opened 1905; closed June, 1970 (RC)
    – Guy Hill Indian Residential School; Sturgeon Landing; opened 1926; the school burned down on September 4, 1952 and the students were relocated to a temporary school in The Pas until a newly built school opened in Clearwater Lake in 1958; closed June 30, 1979 (RC)
    – Pine Creek Indian Residential School (Camperville Indian Residential School); Camperville; opened 1890; closed August 31, 1969 (RC)
    – Sandy Bay Indian Residential School; Sandy Bay Reserve; opened 1905; closed June 30, 1970 (RC)
    – St. Boniface Industrial School; St. Boniface; opened 1891; closed 1909 (RC)
    – Waterhen Indian Residential School; Waterhen; opened 1890; closed 1900 (RC)
    Northwest Territories
    – Aklavik Catholic Indian Residential School (later Inuvik Indian Residential School); Aklavik; opened 1925; relocated to Inuvik in 1959; Stringer Hall was Anglican Residence and Grollier Hall the RC residence (name of residences) (RC)
    – Fort Providence Indian Residential School (Providence Mission Indian Residential School); Fort Providence; opened 1867; closed 1953 (RC)
    – Fort Resolution Indian Residential School; Fort Resolution; opened 1867; closing date unknown (RC)
    – Fort Simpson Indian Residential School (Fort Simpson Boarding School); Fort Simpson; opened 1920; closed 1950; Bompas Hall, Lapointe Hall, St. Margaret’s Hall (names of residences) (RC)
    – Yellowknife Indian Residential School (Rocher River Day School); Yellowknife; opened 1948; closed 1970; Akaitcho Hall (name of residence) (RC)
    Nova Scotia
    – Shubenacadie Indian Residential School; Shubenacadie; opened 1922; closed 1968; (RC)
    Nunavut
    – Chesterfield Inlet Indian Residential School; Chesterfield Inlet; opened 1929; closed 1970; Turquetil (name of residence) (RC)
    – Frobisher Bay Indian Residential School; Frobisher Bay; opened 1965; closing date unknown (RC)
    Ontario
    – Albany Mission Indian Residential School (Fort Albany Residential School); Fort Albany; opened 1912; closed 1963 (RC)
    – Fort Frances Indian Residential School (St. Margaret’s Indian Residential School); Fort Frances; opened 1902; closed 1974 (RC)
    – Kenora Indian Residential School; Kenora; opened 1949; closed 1963 (RC)
    – McIntosh Indian Residential School; Kenora; opened 1924; closed 1969 (RC)
    – Spanish Indian Residential School; Spanish; opened 1883; closed 1965 (RC)
    – St. Anne’s Indian Residential School; Fort Albany; opened 1936; closed 1964 (RC)
    – St. Joseph’s Indian Boarding School (Fort William Indian Residential School); Fort William; opened 1936; closed 1964 (RC)
    – St. Mary’s Indian Residential School; Kenora; opened 1894; closed 1962 (RC)
    – Wikwemikong Indian Residential School (Wikwemikong Day School); Manitowaning; opened 1840; closed 1879 (RC)
    – Wikwemikong Indian Residential School (Wikwemikong Day School; Wikwemikong Manual Labour School); Manitowaning; residential school opened 1879; closed 1963 (RC)
    Quebec
    – Amos Indian Residential School (St. Marc’s Indian Residential School) Amos; opened 1948; closed 1965 (RC)
    – Fort George Catholic Indian Residential School; Fort George; opened 1936; closed 1952 (RC)
    – Pointe Bleue Indian Residential School; Pointe Bleue; opened 1960; closed 1980 (RC)
    – Sept-Îles Indian Residential School; Sept-Îles; opened 1952; closed 1971 (RC)
    Saskatchewan
    – Battleford Industrial School; Battleford, opened 1883; closed 1943 (RC)
    – Beauval Indian Residential School; Beauval; opened 1895; closed 1983 (RC) (now Meadow Lake Tribal Council’s Beauval Indian Education Centre)
    – Cowesses Indian Residential School (Marieval Indian Residential School); Marieval; opened 1936; closed 1975
    – St. Michael’s Indian Residential School (Duck Lake Indian Residential School); Duck Lake; opened 1892; closed 1964 (RC)
    – Guy Hill Indian Residential School; Sturgeon Landing; opened 1926; the school burned down on September 4, 1952 and the students were relocated to a temporary school in The Pas until a newly built school opened in Clearwater Lake in 1958; closed June 30, 1979 (RC)
    – Île-à-la-Crosse Indian Residential School; Île-à-la-Crosse; opened 1878; closing date unknown (RC)
    – Muscowequan Indian Residential School; Lestock; opened 1932; closed 1981 (RC)
    – Qu’Appelle Indian Residential School (Fort Qu’Appelle Indian Residential School; Lebret Indian Residential School) Lebret; opened 1884; school burned down in 1908; closed 1969 (RC) (Re-opened under the operations of the reserve in 1973, and renamed White Calf Collegiate, but closed in August 1998)
    – St. Anthony’s Indian Residential School (Onion Lake Catholic Indian Residential School); Onion Lake; opened 1891; closed 1968 (RC)
    – St. Phillips Indian Residential School (Keeseekoose Day School); Kamsack; opened 1899; closed 1965 (RC)
    – Thunderchild Indian Residential School (Delmas Indian Residential School); Delmas; opened 1933; school was burned down by students in 1948 (RC)
    Yukon
    – Lower Post Indian Residential School; Lower Post; opened 1940; closed 1975 (RC) 06-04-2010 23:11 – marco cinque

  • Nella British Columbia una legge, la “Sexual Sterilization Act” approvata nel 1933, consentiva la sterilizzazione di qualsiasi ospite nativo delle scuole residenziali. Tali sterilizzazioni venivano di frequente attuate nei confronti di interi gruppi di bambini indigeni quando questi avevano raggiunto la pubertà, in istituti quali la Provincial Training School di Red Deer, in Alberta, ed il Ponoka Mental Hospital.
    Un’altra legge canadese, la “Gradual Civilization Act”, ha permesso di sottrarre impunemente i bambini nativi alle loro famiglie. Se queste si rifiutavano c’era l’arresto immediato oltre a sanzioni economiche. Ed ancora, la “Federal Indian Act” del 1874, ribadì l’inferiorità legale e morale degli indigeni ed istituì il sistema delle scuole residenziali. La definizione legale di un indiano in quanto “individuo selvaggio, privo della conoscenza di Dio e di qualsiasi stabile e chiaro credo religioso” (Revised Statutes della British Columbia, 1960) fu coniata da queste leggi e persiste fino ai giorni nostri.

  • Mi pare che il dibattito sia fecondo.
    Pian piano si entra maggiormente dentro al problema e con competenza, cioò che credo RR volesse rimarcare. Le puntualizzazioni di Marco Cinque non faranno che bene alla discussione.
    Per Cuba: non era mia intenzione farne l’esempio con la elle, Daniele. Sono i primi paesi che mi sono venuti in mente e non mi è parso il caso di accludere la lista. Se un paese viola patentemente i diritti umani, li viola e basta. Se ammazza, tortura, perseguita sistematicamente, non penso ci si debba infastidire se il nome di quel paese viene citato, con intenzioni obiettive o anche faziose, si tratti della Birmania o della Turchia. E, se mai il paese in questione fosse vicino alla ‘nostra’ linea politica, dovremmo chiederci eventualmente qualcosa a rigurado della giustezza di questa linea- forse, ma forse anche no. Insomma, non c’è necessariamente bisogno di fare un elenco, magari solo per dimostrare da che parte si è schierati, sennò la discussione si appesantisce. Se ci fosse bisogno di una controprova, ho infilato la Corea: non penso che anche la Corea pesi sul piatto dell’ideologia. In caso contrario, sarei Eisenhower.
    Cuba-inferno appare nelle pagine dei giornali di destra e non appare in quelli di sinistra. I contrario dicasi per Cuba-paradiso, sempre che esista. Questa è ideologia, secondo me. Preferisco stare ai fatti, per quel poco che posso capire e tra i miei mille errori. Spero di aver chiarito il mio pensiero. Non vorrei che si deviasse dalla vera discussione per precipitare in un banale (in questa sede, dove si parla di un problema ancora misterioso e inquietante) dibattito su Cuba.
    Un salutone e tanto affetto.
    Vi

  • Evviva le puntualizzazioni. Che ci permettono di notare che il lungo elenco di indirizzi non indica i casi ( tipo, numero, etnia )cui detti indirizzi si riferiscono.Per quanto riguarda le leggi in oggetto, il testo, come riportato nel sito http://www.bcacl.org/index.cfm?act=main&call=f6adfcf2 che affronta specificatamente la sterilizzazione attuata in Canada, dice che riguardava gli “incapaci” allo scopo “eugenetico” di non trasmettere dette incapacita alle future generazioni. Questa legge non caratterizzava le vittime, anche incosapevoli, etnicamente. Nel sito di Wikipedia, anzi, si dice che in uno degli stati canadesi,British Columbia, oggetto della xenofobia ( in relazione all’applicazione di quel tipo di legge) erano le etnie slave.Leggo, tra le reazioni all’articolo, sul Manifesto, questa lettera, che riporto Le scuole residenziali fanno parte di una politica coloniale multicentennale con lo scopo di sterminare la cultura se non proprio i popoli aborigini nel vasto territorio dell’attuale stato canadese. Ormai nessuno in Canada dubita di questo cosidetto “cultural genocide”. Pero’ nessun storico oserebbe processare la chiesa cattolica come mandante di questa politica.Basterebbe un minimo di conoscenza della storia canadese per capire che fuori del Quebec la chiesa cattolica non ha mai avuto, come non ha ancora, un peso egemone nella societa’ canadese. Quindi le denominalzioni cristiane sulle quali pesano le ingiustizie disumane commesse contro gli aborigni sono tante. In primo piano risultano la chiesa anglicana e la stessa chiesa di Mr. Annet, The United Church of Canada. La chiesa cattolica e’ pure colpevole ma forse meno delle altre dato che fino agli anni sessanta le religioni che contavano di piu’ in Canada erano quelle protestanti e non i cattolici. 06-04-2010 00:57 – Salvatore Albanese
    Tutto questo non nega, lo ripeto, la “cancellazione culturale” e gli innumerevoli casi di violenza e di morte, ma le denunce sono più credibili se documentate e non attribuite alla sola chiesa cattolica, accusata di genocidio, cioè di un disegno, di una organizzazione allo scopo e di una attuazione ad opera di un numero di persone e di una compattezza che non ebbero i tedeschi sotto il nazismo. RR

  • un articolo di Roberta Zunini su “Il fatto quotidiano” racconta oggi, citando la Bbc, che il premier canadese Trudeau ha chiesto a papa Francesco di condannare pubblicamente gli abusi commessi per oltre un secolo dalla Chiesa cattolica ai danni dei bambini indigeni separati dalle loro famiglie.
    – db, 31 maggio 2017

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