Il Labirinto del Silenzio – Giulio Ricciarelli
di Francesco Masala
un giudice ragazzino alla caccia dei carnefici nazisti riesce, dopo anni di indagini, a istruire un processo per ricordare il passato recente, quello delle SS e della guerra perduta, per fare i conti con quello che stava sotto la sabbia, nascosto e intoccabile.
il film racconta anche quel muro di gomma che rende tutto difficile, quasi impossibile.
ma tutto è scritto, tutto si può ricostruire e qualcuno vuole farlo.
apparati dello stato, doppia morale, cavilli giuridici, ma chi te lo fa fare, tutte cose che da noi si capiscono benissimo.
quello che colpisce è la banalità del male, e il combattimento fra la forza dell’oblio e la forza del ricordo.
è stato candidato tedesco per il miglior film straniero all’Oscar, anche se non è arrivato alla cinquina finale, e miracolosamente arriva nelle sale italiane, addirittura una trentina.
il film non è straordinario, parla di Auschwitz, ma niente sensazionalismi, l’unica cosa che fa vedere è un numero su un braccio, ognuno capisca e veda da sè, è solo un film che racconta la storia di un’ossessione, e la scoperta della realtà, a volte didascalico, un buon esempio di cinema civile.
buona visione.
http://markx7.blogspot.it/2016/01/il-labirinto-del-silenzio-giulio.html
Ieri ho visto il film di Giulio Ricciarelli e concordo con la valutazione positiva che qui ne dà Francesco. Bisognerebbe poi recuperare il “seguito” della storia che è stato magistralmente raccontato da Peter Weiss in «L’ISTRUTTORIA»; se non si candida qualche altra/o a farlo magari ci provo io, appena ho tempo.
Sempre ieri ho visto con alcune classi di una scuola media «Corri ragazzo corri» e mi pare un buon film, per ragazze/i e non solo.
Peter Weiss l’ho messo in lista, allora 🙂