Il macigno dei crediti è…

. anche una storia emilian-romagnola

All’assemblea modenese della Banca Popolare dell’Emilia-Romgna: una voce fuori dal coro

di Davide Fabbri (*)

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A MODENA HO SOLLEVATO IL MACIGNO DEI CREDITI DETERIORATI IN BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA. ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA BPER. CREDITI DETERIORATI PARI A 11 MILIARDI DI EURO, ASPETTO DISCONOSCIUTO DALLA DIRIGENZA.
Chi mi conosce bene lo sa da tempo: dopo aver fatto per tanti e lunghi anni l’amministratore pubblico a Cesena, ora prediligo l’informazione, o meglio la controinformazione. Da qualche anno mi occupo di banche del territorio assieme a diversi collaboratori.
Sono diventato un blogger, mi occupo di informazione indipendente, mi affascina informare sull’intreccio affaristico plateale – a volte persino ostentato – fra politica, banche e impresa. Mi occupo della spesso millantata condizione di buona salute e solidità delle banche. Al contrario, io ritengo che il sistema bancario italiano sia uno dei più fragili in Europa. Io sono un piccolo azionista – 105 azioni – della Bper, Banca Popolare dell’Emilia Romagna. L’altro giorno ho partecipato e preso la parola nei padiglioni di Modena Fiere all’Assemblea straordinaria e ordinaria di questa banca. I soci sono circa 90.000. Oggi erano presenti quasi 4000 persone. Lo sconcerto è dato dal fatto che, durante la discussione dell’importante approvazione del bilancio d’esercizio 2015 della banca, siamo intervenuti in cinque!

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Il mio unico intento è quello di divulgare informazioni corrette e attendibili ai cittadini e ai risparmiatori, siano essi azionisti, obbligazionisti o solo correntisti delle banche del nostro territorio al solo scopo di tutelare i sudati risparmi e salvaguardare i loro legittimi interessi.

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In uno dei miei interventi ho segnalato con forza il fatto che Banca Popolare dell’Emilia-Romagna è la terza banca italiana più in sofferenza: il 25,56% (circa un quarto del suo portafoglio di crediti) è costituito da crediti deteriorati: sono la bellezza di 11 miliardi di euro di prestiti concessi che non saranno ripagati (se non in piccola parte) e che pertanto minano la solidità dei conti. Lo afferma uno studio recente di Pricewatershousecoopers, società americana di consulenza finanziaria. Bper è gravata da una zavorra di crediti deteriorati pari appunto al 25,56% del totale portafoglio detenuto: nel panorama del credito italiano, solo Monte Paschi di Siena e Banco Popolare sono più esposte di Bper. La dirigenza di Bper si è ben guardata nell’offrire informazione di dettaglio su questa delicata partita. Non una sola parola è stata detta su come sono stati generati questi crediti deteriorati. L’unica risposta data è che la copertura tramite accantonamenti è del 44%.
In Europa le banche italiane sono quelle che scontano più sofferenze, secondo Pricewatershousecoopers: ci vorranno dai tre ai cinque anni per uscire da questo tunnel. A gennaio scorso la BCE – Banca Centrale Europea – ha aperto un’indagine conoscitiva su sei istituti italiani proprio per vederci chiaro su queste sofferenze. Tra le banche messe sotto la lente d’ingrandimento c’è anche la nostra Popolare dell’Emilia-Romagna. Per tentare di sistemare le cose il governo illiberale e antidemocratico Renzi attraverso il ministro dell’Economia Padoan ha firmato un accordo con la Commissione Europea su un meccanismo di garanzia per i crediti deteriorati: l’intesa prevede la cessione di questi crediti a società veicolo – società Atlante – che poi emetteranno obbligazioni sulle quali le banche potranno acquistare garanzie pubbliche a prezzi di mercato. In sostanza, per assicurare la stabilità dei conti di Bper e delle altre banche italiane in difficoltà, ci sarà l’intervento anche di fondi pubblici, ma alle condizioni del mercato.
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(*) Le foto sono di Davide Fabbri; la scelta dell’illustrazione – recuperata da un muro – invece è della redazione (db)

 

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