Il mondo con il Rojava

UN APPELLO INTERNAZIONALE

A seguire altri materiali

Reggio Emilia, 12 ottobre: presidio per il Rojava. Foto di Casa Bettola – Casa cantoniera autogestita

Appello internazionale di solidarietà con il Rojava

(Carta internacional de solidaridad con el Rojava)

A fronte del ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria, stabilito dal presidente Donald Trump e dal suo omologo turco Recep Tayyip Erdoğan, e di fronte all’invasione militare contro i popoli liberi del Rojava che questo accordo permette, consideriamo necessario e improrogabile dichiarare quanto segue:

1. La Comune del Rojava rappresenta in Medio Oriente il primo progetto politico anticapitalista basato sul Confederalismo Democratico, che promuove una visione alternativa dell’organizzazione della vita, fondata sull’autonomia non statale, sull’autodeterminazione, sulla democrazia diretta e sulla lotta al patriarcato. L’autonomia del Rojava è l’utopia di un mondo possibile, dove l’interculturalità, una differente e virtuosa relazione tra generi e il rispetto della madre terra vengono costruiti giorno dopo giorno. Il Rojava è la dimostrazione che non dobbiamo rassegnarci alla barbarie del presente.

2. Il primo risultato della lotta per l’autonomia del Rojava è stato il contenimento dello Stato Islamico e del suo fondamentalismo. Adesso, questo accordo debilita gli sforzi delle milizie curde, attentando contro i rilevanti risultati che i reparti delle YPG e YPJ hanno ottenuto fino ad ora contro lo stato islamico in Siria. Le milizie curde saranno infatti costrette a spostarsi, per proteggere il confine nord del Rojava dall’invasione turca.

3. La guerra contro l’autonomia del Rojava, costruito sulle macerie dello Stato siriano, continua sistematicamente da anni: attacchi e invasioni territoriali sono stati la normalità. Con il ritiro delle forze militari statunitensi dal confine turco siriano, la pericolosità della minaccia sale di livello, l’ostilità dello stato turco contro chi lotta per un mondo democratico, si trasforma nella possibilità concreta di uno sterminio etnico.

Per questi motivi, noi firmatari di questa carta – accademici, studenti, attivisti, organizzazioni sociali, collettivi, popoli organizzati e in resistenza – manifestiamo la nostra solidarietà con la lotta dei curdi e dei popoli della Siria del Nord, e gridiamo la nostra rabbia contro questa ennesima aggressione capitalista e patriarcale dello stato turco, che avviene nell’assordante e complice silenzio dell’Unione europea e degli organismi internazionali, e dimostra come i Diritti umani vengano tutelati solo quando obbediscono alle leggi del mercato.

Difendere il Rojava significa difendere chi resiste ogni giorno, in Medio Oriente e in ogni parte del mondo, contro la barbarie che avanza. Questa carta è un grido di rabbia, indignazione e solidarietà con i nostri fratelli e sorelle curde, che lottano e muoiono in nome della libertà e della democrazia.

Que viva la vida! Que muera la muerte!

Il Rojava non è solo

PRIMI FIRMATARI:
John Holloway (Messico); Sergio Tischler (Messico); Jerome Baschet (Francia); Noam Chomsky (Usa); Sylvia Marcos (Messico); Jean Robert (Messico); David Harvey (Usa); Arjun Appadurai (Usa); Etienne Balibar (Francia); Teodor Shanin (Gran Bretagna); Barbara Duden (Germania); Michael Hardt (Usa); Marina Sitrin (Argentina); Carole Pateman (Usa); Donna Haraway (Usa); Raquel Gutierrez (Messico); Boaventura de Sousa Santos (Portogallo); Federica Giardini (Italia); Dora Maria Hernandez Holguin (Colombia); Francesca Gargallo (Messico); Massimo de Angelis (Gran Bretagna); Wu Ming (Italia); Toni Negri (Italia); Catalina Toro Perez (Colombia); David Graeber (Gran Bretagna), Raul Zibechi (Uruguay), Gustavo Esteva (Messico), Aldo Zanchetta (Italia), Mimmo Lucano (Italia).

Per nuove adesioni: rojava.ekairos@gmail.com

(diffuso, tra gli altri, da wumingfoundation.com e ilmanifesto)

 

Su Comune-info vedi anche:

Come possiamo? di Hawzhin Azeez

Le donne di Jinwar: un appello

E se usassimo il boicottaggio? di Rete Kurdistan Italia

Non possiamo essere spettatori di Renato Sacco

comune-info.net/una-guerra-per-procura di Guido Viale

FRA I TANTI COMUNICATI VALE SEGNALARE QUESTO DELLA RETE ROMANA DI SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO PALESTINESE

Vogliono annientare il Popolo Curdo

La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese condanna  l’invasione turca del territorio settentrionale siriano che ha il chiaro intento di distruggere il popolo curdo del Rojava e la sua avanzata sperimentazione democratica di un nuovo ordine sociale e di disgregare ed indebolire ulteriormente lo Stato siriano.

Questa aggressione – che si svolge con la piena complicità degli Stati Uniti, della NATO e dei suoi alleati nella regione, mentre come al solito la reazione dell’Europa è incerta – ha già prodotto grossi danni e moltissime vittime tra i curdi. Essa costituisce un grande pericolo per i popoli della regione, che da anni soffrono per le guerre orchestrate da Stati Uniti, NATO, Israele, Turchia e loro alleati regionali che hanno ospitato, finanziato, addestrato decine di migliaia di mercenari armati, con l’intenzione di sovvertire tutta la regione.

L’affermazione della Turchia di creare una “zona sicura” lungo i suoi confini con la Siria è ipocrita giacché le sue intenzioni dichiarate sono di creare una vasta area controllata dalla Turchia stessa, cambiando anche il carattere demografico dell’area. Questa invasione creerà nuovi sfollati, aumenterà il flusso dei rifugiati, libererà migliaia di terroristi di Daesh, già all’opera, indebolirà la sovranità dello stato nazionale siriano e la sua l’integrità territoriale. Auspichiamo uno *stop reale* di invio delle armi da Italia e da Europa.

Roma 15 ottobre 2019

 

Redazione
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