Il mondo dei lillà

Rom Vunner

La crisi attuale è frutto di una visione antica del mondo, dove c’erano conflitti di interesse, non tanto, o non solo, dati dal fatto che il capo del governo fosse l’uomo che controlla le tv in Italia, ma anche perché si diceva esistessero interessi contrapposti. Si credeva che ci fosse un gruppo minoritario che per difendere i propri interessi sfruttasse il gruppo più numeroso. Questa visione antica del mondo è alla base della crisi.

I tecnici che sono al timone della barca stanno chiaramente evidenziando come la crisi sia dovuta a un atteggiamento alquanto paranoico dei lavoratori. Questi lavoratori vivono nella costante paura di essere licenziati senza motivo. Questa paura, legata alla visione antica del mondo, gli impedisce di osare e volare. Sono costretti a una vita monotona vicino a mamma e papà, incapaci di intraprendere grandi imprese. Ci vuole uno scrollone.

Nella visione antica del mondo si sarebbe detto che in questo momento il gruppo al governo, legato mani e piedi a un gruppo di banche e a organizzazioni private ben definite, stia cercando di abbattere gli ultimi pezzi di democrazia nel nostro Paese. Nel mondo antico si sarebbe forse notato che al momento in Parlamento siedono persone che, per la prima volta dopo il fascismo, non sono scelte dagli elettori ma dalle segreterie dei partiti. Questi parlamentari possono garantirsi la presenza in Parlamento solo trasformandosi in yes man, uomini/donne che dicono sempre di sì alla segreteria, altrimenti non ti rimettono in lista. D’altra parte al governo c’è un gruppo di tecnici, guidati da un uomo che il Capo dello Stato ha provvidenzialmente nominato senatore a vita per potergli donare il potere. Un potere assoluto che irradia infallibilità. Guai al partito che gli vota contro, a parte quella piccola parte strettamente necessaria per un parvenza seppur modesta di democrazia. Questo il mondo antico in cui la modifica della Costituzione prossima ventura si sarebbe detta figlia del Piano di Rinascita Democratica del gruppuscolo di Licio Gelli.

Nell’attuale mondo dei lillà, invece, si tratta di un gruppo di milionari illuminati che grazie ai loro lauti patrimoni finanziano il bene comune attraverso le tasse. Un gruppo la cui superiorità è testimoniata dalla progenie: tutti eccelsi e tutti ai posti di comando! Una superiorità che un giorno dovrà essere accettata come genetica. Questo gruppo di illuminati è l’unico in grado di guidare una massa verso il superamento della crisi e un nuovo sviluppo per il domani. Le loro scelte possono non essere capite, accettate, ma un giorno tutti li si ringrazierà.

In questo mondo dei lillà esiste una bella rubrica su un bel settimanale. La rubrica si intitola “bel lavoro”, il settimanale Umanità Nova, settimanale anarchico, una delle testate più antiche d’Italia. Da qualche anno questa rubrica segue quelle che nel mondo dei lillà si chiamano ristrutturazioni e crisi aziendali. Alcune di queste storie si sono trasformate in vere e proprie saghe. Saghe, sì, perché a sentire i media mainstream, e gli esperti da questi interpellati, non si può trattare di notizie, sono dei canti, un po’ come le gesta degli ultimi cavalieri, qui si narra delle gesta degli ultimi lavoratori sfruttati, una specie che, fortunatamente, non esiste più nel mondo dei lillà.

Tra le varie saghe è interessante quella dell’Alfa di Arese, dove si narra di una società di contractors e intelligence che viene chiamata a svolgere servizio di portineria. Pensate un po’ la crisi: un’agenzia di spionaggio e guerra a fare servizio di portineria in una fabbrica, dove andremo a finire. La responsabile della società si vanta di lavorare per la Nato, conoscere colonnelli e generali, fare servizi segreti. Si pensi, costretta dalla crisi a fare la portinaia! Lei però non è come gli operai paranoici e si sa adattare e, se necessario, fare qualunque lavoro. Totale della faccenda: 70 operai licenziati, forse perché troppo paranoici.

Altra saga che coinvolge la Esselunga di Pioltello. Qui c’è un giro di licenziamenti, aggressioni e intimidazioni verso chi si avvicina al sindacato. Ovviamente nel mondo antico si sarebbe notato che un clima del genere rappresenta un grave attacco alla democrazia ma nel mondo dei lillà si sta solamente spronando questi paranoici a rituffarsi nella vita con nuovo entusiasmo, magari dopo un corso regionale di riqualificazione.

Nel mondo dei lillà non esistono padroni ma imprenditori coraggiosi e tecnici capaci che, per il bene comune, si arricchiscono a più non posso e decidono che cosa fare. Un gruppo di illuminati che ha sostituito un gruppo di lampadati divenuti incapaci di qualunque scelta.

Ovviamente, essendo illuminati, non è che li capiamo molto e loro lo sanno, sanno che noi poverini abbiamo bisogno di qualcu

no che ci diriga, che faccia scelte che non avremmo mai il coraggio di fare, per il nostro bene. Lo sanno che scenderemo in piazza e ci dimeneremo un po’, come dei bambini discoli che rispondono male ai genitori ma poi capiremo e accetteremo di buon grado di andare a letto senza cena.

Rom Vunner

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