Il mondo è strano

«La grande menzogna» di 100 anni fa, le bugie di ogni giorno nel 2015 e l’invito a investire 7,60 eurini in scomode verità

Lagrandemenzogna

Quando db (che poi sono io) inizia a scrivere o dire che il mondo è strano, spesso qualcuna/o che lo (mi) conosce dà di gomito a chi sta vicino: «adesso ci racconta di nuovo dell’ornitorinco».

Errore. Stavolta vado – quasi in stato di choc – a parlarvi di una stranezza ben maggiore dell’impossibile ornitorinco; ovvero il quotidiano «Il giornale» che offre scomode verità sulla guerra; sì, è quella di 100 anni fa ma sono pur sempre scomode verità che infatti hanno spinto alcune penne del «Corriere della sera» a indossare l’elmetto e infuriarsi contro chi, fra l’altro, elogia la diserzione dalle guerre passate, presenti e future.

E’ accaduto questo. Oggi in edicola ho sbirciato cosa c’è di nuovo e intravisto un libretto intitolato «La grande menzogna». Ho chiesto se potevo vedere e il mio sospetto si è concretizzato. Sì, il sottotitolo corrisponde: «Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla I guerra mondiale», gli autori sono loro cioè Valerio Gigante, Luca Kocci e Sergio Tanzarella. La copertina è cambiata ma mi pare che non ci siano altre differenze. Il prezzo è ottimo: 7,60 euri.

Come l’ornitorinco: non può essere ma è. Un quotidiano guerrafondaio, fascistoide e servo dei potenti di turno offre a lettori e lettrici “tutto quel che non si può raccontare, neanche 100 anni dopo, sul grande massacro”? Sì. Nel libro troverete di che stupirvi, se siete abituati a frequentare solamente la retorica patriottarda: le decimazioni di Cadorna e degli altri generali assassini; l’infamia dei prigionieri di guerra lasciati senza aiuti (morirono in 100mila); i deliri di Agostino Gemelli; i pescecani che si arricchirono con la guerra e le grandi truffe (in testa Ansaldo e Ilva) insabbiate; i bordelli per militari (con le prostitute schiavizzate) subito organizzati a ridosso delle trincee; i deliri militaristi degli intellettuali e le bugie prezzolate dei giornali; la falsificazione della memoria anche attraverso sacrari, monumenti e “militi ignoti”… e molto altro: qui sotto vi incollo il link con la mia recensione.

Mormorò il Piave: bugie lunghe 100 anni (2)

In conclusione? Vi sto consigliando di comprare un libro pubblicato dall’orrendo e bugiardissimo «Il giornale»; ovviamente senza il quotidiano (di solito nelle edicole gentili lo fanno) a meno che non siate masochisti. Sono 7,60 euri benissimo spesi.

Se vi chiedete come è potuta capitare una simile incongruenza, vi do la risposta (abborracciata) che io stesso mi sono dato… Da tempo «Repubblica» e «Il corsera», a seguire l’«Unità» diretta da Veltroni che diede l’esempio, propongono libri e film “fuori linea”. E’ merce. E’ merce. E’ merce. Può capitare che in mezzo a tarocchi, paccottiglia e truffe ci sia una buona, utile merce. Come in questo caso.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Da autore del libro, condivido lo choc di Daniele. E provo a scrivere qualche piccola considerazione, anche per rispondere a chi oggi – al telefono o via e-mail – mi ha espresso le proprie perplessità.
    Innanzitutto come sono andate le cose. qualche settimana fa ci contatta l’editore (Dissensi, un piccolo editore indipendente) e ci dice che dal “Giornale” ha ricevuto la proposta di pubblicare il libro allegato al quotidiano. pensa ad uno scherzo, o ad una trappola, invece è tutto vero. potrebbe procedere senza dirci nulla, ma vista la situazione “particolare”, ci interpella. ne parliamo fra noi (autori ed editore), affiorano perplessità, dubbi “di coscienza” (non ci fa piacere essere associati al “Giornale”). Alla fine decidiamo di dire di sì, ponendo la condizione che il testo non sia toccato – ma non ce lo avevano chiesto -, che esca così come lo avevamo scritto, con le denunce del governo, degli industriali corrotti e guerrafondai, degli Stati maggiori, dei cappellani militari, del fascismo che si approprierà strumentalmente della guerra.
    A convincerci soprattutto una ragione: l’obiettivo del libro è quello di raccontare “l’altra guerra”, lontana dalla stucchevole retorica patriottarda, e se queste cose abbiamo la possibilità di dirle ai lettori del “Giornale” – che probabilmente credono alla favola della “quarta guerra di indipendenza”, delle trincee che hanno fatto nascere l’Italia, della guerra eroica e trionfale ecc. e che sicuramente non parteciperanno alle nostre presentazioni nei centri sociali e nelle librerie di movimento -, allora l’operazione è pienamente riuscita.
    È vero che corriamo il rischio di essere associati a chi è sideralmente distante da noi. Ma è anche vero che occorre provare ad andare “in partibus infidelium”.

  • Dopo attenta analisi del libro ripubblicato dal “Giornale” (Biblioteca storica), scopro una piccola, ma indicativa, censura: sono state eliminate tre fotografie, quelle di due feriti con il volto sfigurato (p. 38 e p. 77 della versione “non censurata” edita da Dissensi) e quella di un cadavere in trincea (p. 82). Si tratta delle stesse foto che Antonio Carioti, in una recensione sul “Corriere della Sera”, ci aveva rimproverato di aver inserito nel libro «con un discutibile gusto del macabro».
    Evidentemente alcune immagini della guerra – quelle più crude – non vanno mostrate, perché svelano il vero volto della guerra. I “caduti” possono essere traformati in “eroi”, gli sfigurati vanno invece cancellati.

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