Il nuovo Robot e altro

Per molte/i fantascienza in Italia fa rima, nel bene e nel male, con Urania ma ciò non significa che il meglio sia lì. Negli splendidi anni ’70 – aridateceli – irruppe nelle edicole una splendida rivista, «Robot», creata da Vittorio Curtoni, scrittore incostante ma geniale, giornalista con acido incorporato oltre che uno dei migliori traduttori. Ed è stato ancora Curtoni a dirigere la nuova versione di «Robot» non più mensile – esce con il ritmo delle stagioni – e solo in libreria edita da Delosbook. Ho più volte (anche su www.carta.org e su http://caccialfotone.wordpress.com/sci-fi/) consigliato di leggerla, meglio di abbonarvi. Ci torno su, per dire del nuovo numero – il 65 datato primavera 2012: 192 pagine per 9,90 euri – che è il primo dopo la morte di Curtoni.

«I due elementi più comuni nell’universo sono l’idrogeno e la stupidità»: così l’eterno “giovane teppista” Harlan Ellison, uomo capace di visioni pericolose (era il titolo di una scandalosa, memorabile antologia da lui commissionata); di stupide e stupidi è pieno questo suo breve – e non per caso premiato – racconto «Ma guarda, un uomo in miniatura» che colpisce al cuore in un doppio finale da studiare (il primo nelle scuole di letteratura, il secondo nelle facoltà di teologia). Nella parte di fiction di questo «Robot» altre 6 storie: divertente (e nulla più, a mio parere) «Interesse composto» di Mack Reynolds; bella variazione sul lungo viaggio e gli astronauti ibernati in «Decima squadra» di Valentino Peyrano; lo spazio come laboratorio “finale” per la razza umana nel racconto (datato 1977) «Interferenze» di Renato Pestriniero; interessanti «Il lungo ritorno di Grigorij Volkolak» del “connettivista” (ci si riferisce all’idea che urga una nuova scienza per mettere in connessione i saperi ormai troppo specialistici e incomunicanti) Giovanni De Matteo e l’erotico-noir «La calma dei suoi occhi spenti» di Giorgio Ginelli; infine «Le cose» del canadese Peter Watts che ritorna sul romanzo e poi film «La cosa da un altro mondo» per raccontare il punto di vista del “nemico”.

C’è poi – al solito – una ricca sezione saggistica e di rubriche. Stavolta sono tre i ritratti d’autore: Salvatore Proietti sviscera, da par suo, «La rabbia di Harlan Ellison» mentre Giampaolo Rai ricorda «Mack Reynolds, il socialista della fantascienza» (ma forse lui avrebbe preferito una definizione del tipo comunista libertario oppure “pazzoide a volte e spesso di sinistra”) e Vittorio Catani invita a riscoprire Renato Pestriniero. Un po’ forzato mi è parso l’intervento di Luisa Iori sul “femminismo” (figuriamoci) o meno del regista James Cameron ma il ritorno di uno spazio per le «polemiche» è senz’altro positivo. Infine le rubriche «Noto & ignoto» e «L’ambasciata di Urania» di Giuseppe Lippi (a mio gusto meno interessanti del solito) e i fantagiochi di Riccardo Anselmi. La copertina secondo me è ispirata alla fuga del Duomo da Milano quando venne a sapere (notizia falsa) che Mestizia Moratti aveva rivinto. L’editoriale di Silvio Sosio, dopo aver ricordato Curtoni, propone una «dichiarazione di intenti» sul futuro della rivista. E intanto «Robot» si ritrova una cuginetta on line (e gratuita): il primo numero di «Anarres» – cioè «rivista di studi sulla science fiction», http://www.fantascienza.com/anarres/ – offre 6 saggi e molte recensioni: ne riparlerò in dettaglio ma intanto ve la consiglio. Che sia diretta da Salvatore Proietti è una garanzia assoluta.

Con tutte le variabili – anche di gusto – «Robot» negli ultimi anni non mi ha delusoe dunque mi sento schiettamente di dirvi: fate un salto in libreria e compratela; anzi, se potete, abbonatevi (33 euri per 4 numeri oppure 60 per 8). Tanto più che, nella fascia dei prezzi bassi, Urania spesso si ritrova senza artigli. Per esempio questo mese nella «Collezione» ripubblica «Paradosso cosmico» di Charles Harness che non è malaccio per invenzioni e ritmo ma è troppo sadico (almeno per i miei gusti) e comunque invecchiato nello stile quanto… “vanvog-tiano” cioè incasinato oltre ogni senso comune. Invece a maggio Urania arriverà in edicola con una ristampa eccellente, forse il più geniale sberleffo al “grande incontro” e all’ego terrestre ovvero «Incontro con Rama» di Arthur C. Clarke.

Redazione
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7 commenti

  • Come sempre utilissimo. Grazie.
    Stefano

  • Marco Pacifici

    Se a te Daniele Barbieri dessero un euro per ogni libro che hai letto e recensito(come a me per ogni bicchiere di vino che da contratto son costretto(???!!!???) a bere oltre che a farlo…ehehehe) ci potremmo incontrare nei cieli a cavallo di fantastici elicottoaereiastronavicate…

  • Forse perchè sono più ubriaco di Marco (vedi sopra) anche se non bevo, ho preso la brutta abitudine di rileggere ciò che scrivo, soprattutto i nomi, troppo di fretta e così anche stavolta almeno una toppa c’è: il direttore si chiama Silvio Sosio e non Soso. Ho corretto ma ci tenevo ad “espiare” pubblicamente (db)

  • Marco Pacifici

    Devi espiare due volte:perchè non bevi e perchè non bevendo chiudono le cantine e prosperano i fast food….eheheheh Besos Daniele. Mi spiace non aver letto manco un commentino sul film infame di marcotulliogiordana tratto dal “romanzo di una strage” di paolo cucchiarelli(per me minuscole e maiuscole hanno un significato), noto coillaboratore di indipendenza edizioni casa editrice nazifascista. Non sprecate manco una lira(???) che ce ne sono copie in rete… Il mio titolo? la santificazione di calabresi.( nun ce bastava e avanzava quella di gianpaolo sesto?) CiAo DANIELE BARBIERI.

  • Splendido articolo per uno, come me, solo di passaggio. Con una nota personale: per me il migliore “sberleffo contattista” rimane Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Strugatsky (meglio conosciuto dagli Uraniani come Stalker). Ciao

  • Marco Pacifici

    …stalker…mi ricorda qualcosa di antico e maledettamente attuale… Vado cmq a vedere tra la mia collezione di urania.

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