Il profumo delle foglie di limone

Appuntamento  con le recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio

 

Dianium, Costa Blanca (la punta fra Valencia e Alicante, Formentera è di fronte). Autunno 2008. Julian cerca Sandra. Lui è magro e vecchio (ottanta, forse più), occhi chiari, vedovo, ha un’arteria ostruita, ingoia pillole in continuazione (quella di nitroglicerina è di riserva), ci vede solo con spessi occhiali o lenti a contatto, non credente dopo quello che passò a Mauthausen. Lei è bella e giovane (trenta, al massimo), castana tinta rossa, occhi quasi verdi, piercing al naso (aquilino), grandi anelli sui diti medi, tatuaggi su caviglia e schiena, incinta di 5 mesi (un maschio), genitori 50enni lontani, sta pigra in spiaggia senza lavoro né regole. Dopo i saluti alla figlia, Julian è appena arrivato da Buenos Aires, lo ha mandato a chiamare il vecchio compagno di prigionia Salvador Salva Castro (entrambi repubblicani antifranchisti), scopre che è morto tranquillo all’ospizio Tre Ulivi. Così avvisa Sandra che i simpatici coniugi norvegesi che l’hanno aiutata dopo la nausea, in quel bel posto soleggiato, pervaso dal profumo di aranci e limoni dei giardini a pochi chilometri dal mare, sono in realtà due criminali nazisti, roba da non crederci. Alimentata da un farmaco miracoloso (scoperta o placebo che sia), c’è una Confraternita di vecchi carnefici protetti, con famosi ricercati (anche Aribert Heim), roba da lasciarci la pelle. Densa di tensione e memorie, senza scene violente o raccapriccianti, racconta bene passato e presente di ferocie e punizioni la solida brava spagnola Clara Sanchez (“Il profumo delle foglie di limone”, Garzanti 2011, pag. 360 euro 18,60; originale 2010 “Lo que esconde tu nombre”, traduzione di Enrica Budetta), in doppia prima alternata, qualche frettolosità, clamoroso successo ovunque. Segnalo il picco glicemico a pag. 77. Cibo vero, zuppe, lenticchie. Poche distrazioni musicali.

(pubblicata su “Il salvagente” il 17 marzo 2011)

Redazione
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Un commento

  • A me il romanzo di Clara Sanchez è piaciuto molto, consiglio vivamente. basta non far caso all’orribile copertina dell’edizione italiana

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