Il ricalco “ebraico” dell’antisemitismo: la capitale della vergogna

di Gian Luigi Deiana

ritengo l’antisemitismo una cosa oscena, sia esso inteso come dottrina, come costume o come pulsione, forse la più oscena delle multiformi manifestazioni della condotta umana; l’antisemitismo sa orientare in una specifica direzione singoli individui, psicologie di massa e politiche degli stati dilatandosi fino a una espansione planetaria, e può marchiare di infamia singoli passaggi storici o circoscritte geografie, come fu per le epurazioni di ebrei in spagna o per i pogrom nei paesi slavi, come può segnare per sempre una successione di secoli (come quasi tutta l’era cristiana) o l’allucinazione di un futuro depurato (come è stato per la germania hitleriana): non c’è bisogno di dimostrare la chiarezza di questo abominio;

ma c’è un ricalco oscuro dell’antisemitismo su cui è tassativamente proibito riflettere e che è assolutamente vietato svelare: non è un ricalco onnipresente o storicamente perenne, non è un riflesso psichico generato dalla millenaria turpitudine antisemita, è invece la condizione storicamente recente di una zona franca del delitto, edificata da una ideologia totalitaria: questo ricalco è la santa trinità di tre cose uguali e distinte: sion come dottrina, israele come stato e lo “stato ebraico” come nazione pura; la dottrina sionista fa appello al suo preteso “destino”, lo stato israeliano fa appello alla colpa sconfinata generata dalla “shoah” e la nazione pura fa appello all’ “ebraismo”; cittadinanza, costituzione, universalità dei diritti sono pezzi di carta o semplice ciarpame dei non ebrei;

scrivendo parole come queste la scrittura stride sulla lavagna e si viene come assaliti dal proprio interiore cane da guardia che vieta i pensieri blasfemi: quel cane ti avverte che stai osservando ciò che non puoi guardare: che si aggira oggi nel nostro mondo una bestia con licenza di purità etnica, con diritto di eccezione nell’uccidere e con privilegio di guerra contro gente disarmata, e che questa bestia non è in questa piega delle cose l’antisemitismo ma è l’integralismo semitico ricalcato ad hoc su di esso ovvero il fondamentalismo ebraico del ventunesimo secolo;

sono ben consapevole del fatto che nel linguaggio condiviso il termine “antisemitismo” (inteso come dottrina d’odio razziale) è conclamato mentre il termine “semitismo” (inteso come dottrina di purità etnica) è tacito e non in uso; sono consapevole del fatto che l’ebraismo che oggi è rivendicato dal purismo etnico della destra israeliana è stato invece nei secoli il massimo veicolo storico dell’universalità, e che vi è una responsabilità grave nel denunciarne l’abissale e tragica doppiezza di senso instaurata oggi dallo stato di israele con la sua potenza armata e da quasi tutti i governi del mondo con le loro complicità e il loro silenzio; e sono consapevole della gravità della constatazione che il fascismo come società e come stato, con la sacralità e il monito della shoah ridotti a sua retorica, a suo ornamento e a sua giustificazione, siano incarnati oggi nello stato di israele e purtroppo nella maggioranza del suo popolo;

è fuori luogo qui soppesare la carta del risiko incentrata sulla guerra civile in siria, e i cinici do ut des che tengono sul market milioni di vite in libano, in kurdistan, in iraq, in iran e in yemen e che vedono all’opera come giocatori i governi di israele, turchia, arabia saudita e stati uniti; è fuori luogo soppesare il tacito assenso dei paesi europei e l’infame regressione dell’informazione pubblica, come sta avvenendo oggi in italia; ma forse non è fuori luogo evidenziare che gli ospiti d’onore alla cerimonia di inaugurazione dell’ambasciata statunitense a gerusalemme sono stati i governi dei paesi storicamente malati di razzismo e mai più guariti, dai tempi dell’olocausto ad oggi: austria e ungheria prima di tutti gli altri;

ci sono minoranze in israele che denunciando le menzogne del loro governo innalzano ogni giorno l’antico immortale messaggio, gruppi che si battono per la pace e che tessono ogni giorno con la pazienza dei secoli legami di fratellanza; quando essi cessano di essere innocui vengono perseguiti o uccisi, in un perimetro controllato che non imbratti direttamente di schizzi di sangue le camicie bianche dell’élite fascista al potere in israele e le lobby ebraiche nel sottopotere degli stati uniti;

c’è qualcosa di biblico in tutto ciò: la falsa testimonianza eretta a coscienza condivisa, a costituzione dello stato e a sistema di governo; non possiamo esimerci dal dovere di denunciare questo crimine orrendo, pianificato e realizzato proprio da chi più volte lo ha vissuto sulla propria pelle; dall’orrore di questa terra di preghiere mi viene dall’anima (perché anche io ne ho una che non ha senso se evita di essere un testimone di quello avviene), una sola invocazione, mi viene, a dio o a chi per lui nell’umanità:

PALESTINA LIBERA

da qui

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