Il richiamo dell’onore

Appuntamento (il giovedì alle 19 circa) con le recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio che in prima battuta escono su “Il salvagente“.

 

Caucaso. 2005. Nella Repubblica musulmana caucasica dell’Avaria del Nord, confinante Cecenia e Georgia, bagnata dal Caspio, due milioni e mezzo di abitanti e due miliardi di dollari di finanziamenti federali, regna la corruzione. Famiglia presidenziale e funzionari tutti, ricchi e poveri, ceceni e russi, praticanti e infedeli, poliziotti e terroristi, armati (i più) e disarmati. Nove anni prima vi era stato segregato il ricco fortunato onesto giovane Vladislav Pankov, gracile e placido, occhi grigi e capelli biondi, salvato da Nijazbek Malikov. Dopo cliniche ed eroina si era ripreso grazie al suo vice a Washington, Igor’, fratello Malikov maggiore. Ora il presidente russo nomina Pankov plenipotenziario e lui vorrebbe Igor Presidente. Bombe. Tenta di restare e di non corrompersi. Attentati e torture, inganni e tradimenti, rivolte e rivoluzioni, guerre e messinscena, repressioni e blitz. Un trucido spaccato della realtà per l’ottimo colto ironico romanzo della giornalista Yulia Latynina (“Il richiamo dell’onore”, Tropea 2011, pag. 319 euro 17; orig. “Nijazbek” 2009, trad. Maio Alessandro Curletto), in terza varia. Chinkal e crepitii.

 

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