Il settimo congresso mondiale contro la pena di morte

ripreso dal foglio di collegamento del comitato Paul Rougeau; a seguire la presentazione e il sommario del numero 256

Riportiamo qui (in una nostra traduzione dell’originale inglese)

LA DICHIARAZIONE FINALE DEL 7° CONGRESSO MONDIALE

CONTRO LA PENA DI MORTE

Noi, partecipanti al 7° Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte, organizzato a Bruxelles dal 26 febbraio al primo marzo 2019 dall’organizzazione Ensemble Contre la Peine de Mort (ECPM) con la sponsorizzazione del Belgio, dell’Unione Europea, del Parlamento Europeo, della Confederazione Elvetica e della Norvegia, in associazione con la Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte,

con la presente:

ADOTTIAMO questa dichiarazione, conseguente a quattro giorni di intenso dibattito, scambio di esperienze, testimonianze, eventi culturali;

ACCOGLIAMO CON FAVORE:

  • la crescita del movimento abolizionista in un mondo dove due terzi dei Paesi hanno abolito la pena di morte per legge o di fatto e dove 121 Paesi, il massimo numero mai raggiunto finora, hanno votato, nel dicembre 2018, a favore della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la moratoria nell’uso della pena capitale;

  • l’abolizione della pena di morte in tre Paesi, avvenuta dopo il Congresso Mondiale di Oslo del 2016: l’abolizione per i crimini ordinari in Burkina Faso e in Guatemala e l’abolizione per tutti i crimini in Guinea, come pure la decisione della Corte Suprema dello stato di Washington (USA), che ha dichiarato incostituzionale la pena di morte;

  • la revisione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che afferma “l’inammissibilità” della pena di morte;

  • gli impegni presi, durante la cerimonia di apertura del 7° Congresso: dal Gambia di abolire la pena di morte nella sua costituzione; dalla Repubblica del Congo e dalla Guinea di ratificare il Secondo Protocollo Opzionale all’ICCPR [Patto delle Nazioni Unite sui Diritti Civili e Politici] e di sostenere la bozza del Protocollo Addizionale all’Atto Costitutivo Africano dei Diritti Umani tendenti all’abolizione; dea Burkina Faso di estendere l’abolizione dai crimini ordinari a tutti i crimini; dal Marocco di riformare il codice penale per ridurre il numero di crimini punibili con la morte;

SIAMO ALTRESÌ PREOCCUPATI:

  • che il mantenimento della pena di morte venga utilizzato come pretesto da parte di alcuni governi, come l’Egitto, che il 20 febbraio ha messo a morte 9 persone, per combattere il terrorismo e per tacitare le voci dei dissenzienti;

  • che 56 Paesi e territori mantengano la pena di morte, come Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Arabia Saudita e USA e che in molti casi la pena di morte sia applicata in modo arbitrario;

  • che i Paesi manutentori della pena di morte continuino a condannare e a mettere a morte minorenni, come l’Iran, e individui con disabilità intellettuali e psicosociali, come il Giappone e Taiwan;

  • che la pena di morte sia applicata sproporzionatamente nei riguardi degli appartenenti a minoranze etniche, razziali o religiose e degli appartenenti ad ambienti socialmente e economicamente svantaggiati, o in base a discriminazioni riguardo al genere (maschile o femminile) o alle tendenze sessuali;

  • che le condizioni di vita nei bracci della morte violino la dignità umana e costituiscano trattamenti crudeli, inumai e degradanti.

NEL SOTTOLINEARE LA NECESSITA’ DI INTRAPRENDERE ULTERIORI SIGNIFICATIVI PASSI VERSO L’ABOLIZIONE COMPLETA E UNIVERSALE DELLA PENA DI MORTE,

CI APPELLIAMO:

  • agli esponenti del settore privato perché si uniscano in blocco alla richiesta partita dalla società civile di tutto il mondo per abolire la pena di morte;

  • ai Paesi africani perché trasformino l’Africa in un continente abolizionista;

  • ai Paesi che mantengono la pena capitale perché si impegnino in riforme concrete al fine di ridurre l’ambito di applicazione della pena di morte in vista della sua abolizione;

  • ai Paesi abolizionisti perché sostengano per principio i loro cittadini che rischiano la pena di morte ovunque nel mondo, senza tener conto del crimine per il quale vengono giudicati;

INCORAGGIAMO:

le organizzazioni intergovernative internazionali e regionali:

  • a continuare e a intensificare la loro collaborazione con gli stati e con la società civile per promuovere l’abolizione universale della pena di morte;

  • a continuare e a intensificare la loro attività abolizionista attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, inclusi l’UNODC [Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine] e tutte le persone interessate;

  • a continuare a sollevare sistematicamente il problema della pena di morte nel lavoro svolto dagli osservatori speciali delle Nazioni Unite, in particolare su terrorismo, esecuzioni, tortura, migranti, e povertà estrema;

i Paesi che mantengono la pena capitale a impegnarsi:

  • ad abolire la pena di morte obbligatoria dove esiste e promuovere le condanne alternative che riconoscano la possibilità di correggersi che ha ogni persona;

  • a mettere in atto la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, in occasione del suo 30° anniversario nel 2019, abolendo la pena di morte per le persone di età inferiore ai 18 anni all’epoca del crimine per il quale sono stati condannati, e concedendo sistematicamente il beneficio del dubbio in caso di mancanza di documenti ufficiali che certifichino l’età e la data di nascita;

  • a raccogliere e pubblicare con regolarità informazioni affidabili e indipendenti sulle modalità con cui utilizzano la pena di morte, separandole per sesso, età, nazionalità e razza, e sulla posizione dell’opinione pubblica riguardo alla pena di morte;

  • a intraprendere il cammino verso l’abolizione della pena capitale implementando una moratoria sulle condanne a morte e sulle esecuzioni, conformemente alla risoluzione sull’uso della pena di morte votata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007, e di unirsi agli 86 Paesi che hanno già ratificato il Secondo Protocollo Opzionale alla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici;

  • a garantire valida assistenza legale e un sistema investigativo valido e affidabile per tutti coloro che rischiano la pena di morte;

i Paesi abolizionisti:

  • a condannare con veemenza l’uso della pena di morte e a sollevare sistematicamente la questione nell’ambito dei loro rapporti diplomatici ed economici con i paesi che mantengono la pena di morte;

  • a subordinare l’aiuto finanziario per la “guerra alla droga” internazionale alla condizione che vengano fornite garanzie sufficienti che i fondi elargiti non siano utilizzati in alcun modo per rafforzare l’uso della pena di morte;

  • a opporsi attivamente all’uso della pena di morte nella lotta al terrorismo e a promuovere il rispetto dei diritti umani;

  • a sostenere gli esponenti della società civile che si battono per l’abolizione;

  • a collaborare nella sponsorizzazione e a votare a favore della risoluzione dell’UNGA [Assemblea Generale delle Nazioni Unite] che chiederà una moratoria universale sulla pena di morte nel 2020;

  • a ratificare il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici;

  • a impegnarsi a non ripristinare la pena di morte e a non riprendere le esecuzioni;

i parlamentari e le Istituzioni Nazionali per i Diritti Umani (NHRI):

  • di tutto il mondo a riunirsi in reti regionali, nazionali e internazionali per portare il dibattito abolizionista nel cuore delle loro istituzioni;

  • degli stati abolizionisti a sostenere i loro colleghi dei paesi che mantengono la pena di morte, aiutandoli a promuovere leggi abolizioniste;

  • ad includere sistematicamente nelle loro agende discussioni sulla pena di morte;

  • ad incoraggiare i loro stati ad abolire la pena di morte.

i professionisti legali:

  • gli avvocati difensori, a prepararsi e a collaborare per difendere meglio i clienti che rischiano la pena di morte;

  • gli avvocati dell’accusa, a non chiedere la condanna a morte, in nome della giustizia;

  • i giudici, a esercitare il loro potere discrezionale per non imporre condanne a morte e per incoraggiare le giurie popolari a fare lo stesso;

  • gli Ordini degli avvocati, a unirsi alla richiesta dell’Ordine degli Avvocati di Parigi e all’Associazione Internazionale degli Avvocati (UIA) firmando la Risoluzione sulla Pena di Morte e le Condizioni di Detenzione e il Trattamento dei Condannati a Morte;

il settore privato e gli esponenti della cultura:

  • a riconoscere che la pena capitale è una punizione arcaica e degradante, dannosa allo sviluppo armonico di economia, turismo e scambi culturali;

  • ad esprimere la preferenza ad investire nei Paesi che non applicano la pena di morte;

  • a incorporare nelle regole commerciali e di diritti umani già in essere, la richiesta di abolizione;

il mondo accademico:

  • ad eseguire più ricerche sulla pena di morte, dando più visibilità alle donne condannate a morte e demistificando gli argomenti utilizzati per mantenere la pena di morte, inclusi l’opinione pubblica, la deterrenza, il terrorismo;

  • a unirsi alla Rete Internazionale di Università contro la Pena di Morte e alla REPECAP [Rete Accademica Internazionale per l’Abolizione della Pena di Morte];

  • a unire le forze con la società civile e a fondare congiuntamente uffici di consulenza legale gratuita;

gli esponenti abolizionisti della società civile:

  • a portare avanti campagne conoscitive ed educative sull’abolizione aperte al pubblico, ai politici e agli studenti, unendosi alla rete educativa internazionale;

  • a partecipare all’annuale Giornata Mondiale contro la Pena di Morte il 10 ottobre e a “Città per la Vita” il 30 novembre;

  • ad unire le forze con altri movimenti per i diritti, inclusi quelli per i diritti della donna e per i diritti del fanciullo;

  • ad agire insieme, unendosi alla Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte, per rafforzare la collaborazione abolizionista.

Approvato per acclamazione a Bruxelles il 1° marzo 2019

LA PRESENTAZIONE DEL 256esimo FOGLIO DI COLLEGAMENTO

Come sempre dobbiamo occuparci di esecuzioni capitali compiute nei Paesi più diversi, e con diversi metodi, spesso terribili, raccapriccianti… nel Paese più sviluppato dal punto di vista scientifico e tecnologico, gli Stati Uniti d’America, e in Paesi arretrati quali lo Yemen e lo Sri Lanka.

Eppure il movimento mondiale verso la totale e definitiva abolizione della pena capitale è vitale e vivace e la determinazione degli abolizionisti è forte, come possiamo leggere nell’ultimo articolo che contiene la Dichiarazione finale il 7° Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte.

Vi ricordo che gli articoli pubblicati nei numeri precedenti del Foglio di Collegamento si trovano nel nostro sito www.comitatopaulrougeau.org

Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

SOMMARIO DE NUMERO 256

In Alabama negata la presenza di un imam durante l’esecuzione di Ray

Violenta bagarre durante l’esecuzione di Bill Coble in Texas

La pena di morte è cosa buona in quanto scelta da Gesù per salvarci?

I test del DNA non apportano novità nel caso di Larry Swearingen

Al minimo il favore per la pena di morte in North Carolina

Numero record di condanne a morte in India nel 2018

Sirisena deciso a interrompere la moratoria di 43 anni in Sri Lanka

Due pedofili giustiziati in pubblico nello Yeman

Dichiarazione finale del 7° Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte

Notiziario: Florida, Russia, South Carolina, USA

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 1° marzo 2019

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

È di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al se­guito di soci già esperti.

Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le tradu­zioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e mate­riale promozionale, orga­nizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente!

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

Per aderire al Comitato Paul Rougeau invia un messaggio e-mail all’indirizzo prougeau@tiscali.it con una breve autopresentazione e con i tuoi dati. Appena puoi paga la quota associativa sul c. c. postale del Comitato Paul Rougeau.

Le quote associative annuali sono le seguenti:

Socio Ordinario € 35

Socio Sostenitore € 70

Per ricevere il Foglio di Collegamento su carta, aggiungere all’anno € 18

L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per soci e simpatizzanti, chiedila a:

prougeau@tiscali.it

Versa la tua quota associativa sul cc postale 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau, IBAN: IT31Q0760112600000045648003, specificando la causale.

LE IMMGINI SONO SCELTE DALLA BOTTEGA.

 

Giuseppe Lodoli
Ex insegnante di fisica (senza educazione). Presidente del Comitato Paul Rougeau per il sostegno dei condannati a morte degli Stati Uniti.
Lavora in una scuola di Italiano per stranieri di Sabaudia (LT) (piu' che altro come bidello).

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