«Il sole cala»: una poesia di Josif Alexandrovic Brodskij

Secondo appuntamento con «La cicala del sabato» (*)

JosifAlexandrovicBrodskij

Il sole cala, ha chiuso il bar all’angolo.
Si accendono i lampioni, quasi un’attrice che per farsi bella
e mettere spavento si bordi gli occhi di violetto.
I rintocchi del campanile
che ha messo radici nel cielo veneziano:
frutti che cadono senza toccare
il suolo. Se esiste un’altra vita,
là qualcuno si occupa della raccolta
di queste cose. Fra poco tempo, credo,
ne saprò di più. Qui, dove tanto seme
è stato versato, e lacrime estasiate
e vino, in un vicolo del paradiso
terrestre io sto di sera, e aspiro
con la gomma raggrinzita dei polmoni
l’aria pulita, l’aria autunno-invernale,
rosa per i tetti di mattoni – l’aria locale
di cui non puoi saziarti, soprattutto
se fai le cose all’ultimo momento
della vita.
L’aria che odora di gabbie liberate
dal tempo

(*) Con questa poesia di Josif Alexandrovic Brodskij (noto anche come Joseph Brodsky) tratta da «Poesie italiane» continua la selezione della “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo manda ad amiche/amici per 3-4 giorni alla settimana i versi che le piacciono e immaginate che gioia svegliarsi al mattino trovando una nuova poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto, come si gerga oggi. Va bene? Se non vi basta… scrivete e protestate. Chissà. La colonna sonora consigliata non poteva che essere “COMO LA CIGARRA” cantata da Mercedes Sosa; è qui: https://www.youtube.com/watch?v=wv_-kUkP998. Ci rivediamo sabato prossimo. (db)

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *