In a Silent Way

di Pabuda

se voi credete

che il nostro stare,

adesso,

educatamente silenziosi,

respirando lentamente

in apparente attesa,

sia la preparazione

di una qualche forma

di rinuncia o di resa,

significa soltanto

che voi,

brutte teste di porco,

tanto per cambiare,

non avete capito

un accidente

di come funzionano

le cose quaggiù,

sui grigi marciapiedi

che assediano

a preciso perimetro

uno per uno

tutti i vostri

grattacieli.

 

noi, qui da basso,

non siamo vendicativi

ma siamo tanti tanti tanti

e, prima o poi, troveremo la maniera

di mettervi, finalmente,

in condizione di non nuocere ancora.

appena risolta questa penosa faccenda,

penseremo a divertirci:

tanto che manco vi potete figurare.

e il come sono del tutto affari nostri

 

BREVE NOTA

Visto che questa notte Pabuda era a far musica (e guai) con Les Enfants du Voudou (se non sapete di cosa sto parlando leggetevi il bel pezzo di Mark Adin qui in blog) posto io questa neuropoesia da lui scritta, su indicazione-richiesta del sassofonista de Les Enfants du Voudou, immergendosi nell’omonimo brano di Miles Davis, che è – aggiungo io – il più accreditato suonatore di tromba al fianco del dio (o della dea) che c’è-se c’è. Potete ascoltare il “divino” Miles (uso rarissimamente questo aggettivo) comodamente su youtube. Non fatevi problemi a “rubare” ai discografici visto quanto loro hanno rubato a lui e a tante/i altre/i oltre che a noi. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *