Secondo Amnesty International, «le autorità saudite dicono che le esecuzioni servono a combattere il terrorismo. Ma quella dello sceicco al-Nimr lascia intendere che la pena di morte in Arabia Saudita sia anche usata, con la scusa della lotta al terrorismo, per regolare i conti e stroncare il dissenso».
Eppure solo poco tempo fa l’Italia celebrava 80 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi, con due iniziative romane. La prima a Piazza del Popolo, la seconda al Vittoriano. Con una mostra dal titolo che oggi appare ironico: “La terra del dialogo e della cultura“.
Era il periodo del governo Monti e del ministro degli Esteri Bonino.

A novembre anche Renzi ha reso omaggio alla monarchia sunnita, dimenticando i diritti umani in cambio di un cantiere della metropolitana.
Nel paese arabo infatti, oltre alle condanne a morte per reprimere il dissenso si registrano casi incredibili come quello del blogger condannato alle frustate.