In Arabia Saudita decapitazioni contro gli oppositori

Ma per l’Italia è il “paese del dialogo”

In un solo giorno 47 esecuzioni in Arabia Saudita. Una di questa ha scatenato uno scontro dalle conseguenze imprevedibili con l’Islam sciita.

Secondo Amnesty International, «le autorità saudite dicono che le esecuzioni servono a combattere il terrorismo. Ma quella dello sceicco al-Nimr lascia intendere che la pena di morte in Arabia Saudita sia anche usata, con la scusa della lotta al terrorismo, per regolare i conti e stroncare il dissenso».

Eppure solo poco tempo fa l’Italia celebrava 80 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi, con due iniziative romane. La prima a Piazza del Popolo, la seconda al Vittoriano. Con una mostra dal titolo che oggi appare ironico: “La terra del dialogo e della cultura“.
Era il periodo del governo Monti e del ministro degli Esteri Bonino.

 

A novembre anche Renzi ha reso omaggio alla monarchia sunnita, dimenticando i diritti umani in cambio di un cantiere della metropolitana.
Nel paese arabo infatti, oltre alle condanne a morte per reprimere il dissenso si registrano casi incredibili come quello del blogger condannato alle frustate.

Redazione
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