In memoria di Pedro Casaldáliga

L’8 agosto scorso è morto Pedro Casaldáliga, vescovo dei poveri e simbolo di una Chiesa altra per il Brasile e per tutta l’America latina. Lo ricordano Peppe Sini e Claudia Fanti.

 foto ripresa da il manifesto

 

di Peppe Sini (*)

Alcuni giorni fa, l’8 agosto 2020, e’ deceduto Pedro Casaldaliga, vescovo, poeta, luminosa figura della teologia della liberazione e dell’opzione preferenziale per i poveri, amico della nonviolenza, voce delle oppresse e degli oppressi in lotta per la vita, la dignita’, la liberazione e il bene comune dell’umanita’.
E’ stato un generoso e coraggioso testimone e combattente nonviolento contro lo sfruttamento schiavista e genocida, contro il militarismo e il fascismo, contro il razzismo e il colonialismo, contro l’imperialismo, contro il modo di produzione che sacrifica innumerevoli vite umane alla massimizzazione del profitto di un’infima minoranza di privilegiati, contro il sistema di potere globale e l’ideologia totalitaria dei vampiri la cui avidita’ non ha limite e che non esitano a distruggere innumerevoli esseri umani innocenti e in misura crescente e con ritmo sempre piu’ accelerato lo stesso mondo vivente.
Piu’ volte minacciato di morte dai poteri economici, politici, militari e ideologici della violenza dominante, Pedro Casaldaliga mai si arrese, mai cedette, mai tacque.
Per l’intera sua vita ha testimoniato la verita’, la solidarieta’, il dovere della responsabilita’ e della condivisione del bene e dei beni fra tutti gli esseri umani.
Lo ricordiamo come un maestro e un compagno, e lo ringraziamo ancora per il luminoso esempio e per tutti i doni che ha lasciato all’umanita’.
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Una minima notizia su Pedro Casaldaliga
Pedro Casaldaliga, nato in Catalogna il 16 febbraio 1928, nel 1968 ando’ missionario nel Mato Grosso brasiliano; e’ stato vescovo di Sao Felix de Araguaia. Coraggioso difensore della vita, della dignita’ e dei diritti di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi, teologo della liberazione, testimone della nonviolenza, perseguitato, poeta, esempio dell’umanita’ come dovrebbe essere. E’ deceduto l’8 agosto 2020.
Tra le opere di Pedro Casaldaliga: Credo nella giustizia e nella speranza, Asal, Roma 1976; La morte che da’ senso al mio credo, Cittadella, Assisi 1979; Nella fedelta’ ribelle, Cittadella, Assisi 1985; Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985; Il volo del quetzal, La Piccola, Celleno 1989; In  cerca di giustizia e liberta’, Emi, Bologna 1990; (con Jose’ Maria Vigil), Spiritualita’ della liberazione, Cittadella, Assisi 1995; Solo i sandali e il Vangelo, Edb, Bologna 2016.
Tra le opere su Pedro Casaldaliga: Teofilo Cabestrero, La lotta per la pace. Le cause di Pedro Casaldaliga, La Piccola, Celleno 1992.
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Rechiamo incisi nella memoria alcuni suoi versi.
Scrisse:
Mi diranno sovversivo;
rispondero’: e’ vero.
Per il mio popolo che lotta, vivo;
con il mio popolo che marcia, cammino.
(…)
Incito alla sovversione
contro il potere e il denaro.
Voglio sovvertire la legge
che perverte il popolo in gregge
e il governo in macellaio.
(Credo nella giustizia e nella speranza, Asal, Roma 1976, p. 63).
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Scrisse:
Per socializzazione intendo la maggiore partecipazione possibile di tutti i cittadini, con il piu’ elevato livello possibile di uguaglianza, nei beni della natura e in quelli di produzione.
Per raggiungere cio’, evidentemente, sara’ necessario togliere e distruggere l’egoismo del capitale, il privilegio delle minoranze, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
(La morte che da’ senso al mio credo, Cittadella, Assisi 1979, p. 108).
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Scrisse:
Il primo mondo consumista e’ un antropofago che sta mangiando il terzo mondo.
(Nella fedelta’ ribelle, Cittadella, Assisi 1985, p. 65).
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Scrisse:
I costruttori della Citta’
– la Citta’ di Dio, la citta’ dell’uomo –
abitano sempre in periferia.
(Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985, p. 41).
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Scrisse:
Da lontano,
ogni montagna e’ azzurra.
Da vicino,
ogni persona e’ umana.
(Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985, p. 41).
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Scrisse:
Votate no alla guerra e alla morte, fratelli.
(Il volo del quetzal, La Piccola Editrice, Celleno 1988, p. 142).
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Scrisse:
Fratelli nostri
che siete nel Primo Mondo:
(…)
rispettate il nostro pane quotidiano,
rinunciando voi
al vostro sfruttamento quotidiano.
Non vi intestardite
a ricevere da noi il debito che non abbiamo fatto
e che continuano a pagare
i nostri bambini,
i nostri affamati,
i nostri morti.
Non cadete piu’ nella tentazione
del lucro, del razzismo, della guerra;
noi faremo in modo
di non cadere nella tentazione
dell’ozio o della sottomissione.
E liberiamoci gli uni gli altri
da ogni male.
(Citato in Teofilo Cabestrero, La lotta per la pace. Le cause di Pedro Casaldaliga, La Piccola Editrice, Celleno 1992, pp. 108-109).
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Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga proseguiamo nella lotta nonviolenta contro ogni violenza, contro ogni inquita’, contro ogni ingiustizia, contro ogni rapina e asservimento.
Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga proseguiamo nella lotta nonviolenta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga proseguiamo nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia dell’intero mondo vivente, casa comune dell’umanita’ che e’ una.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione comune, per il bene comune dell’umanita’, per la salvezza dell’intero mondo vivente.
E qui e adesso, nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga, ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e’ l’unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu’ e l’apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio “una persona, un voto”: un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e’ privato di fondamentali diritti non e’ piu’ una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita’ costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza; poiche’ compito delle forze dell’ordine e’ proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e’ la piu’ importante risorsa di cui hanno bisogno.
Il razzismo e’ un crimine contro l’umanita’. Siamo una sola umanita’ in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e’ il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga la nonviolenza e’ in cammino.
(*) “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo – 14 agosto 2020
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È morto Pedro Casaldáliga, vescovo dei poveri, di Claudia Fanti (articolo tratto da il manifesto del 13 agosto)

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Il Padre Nostro di mons. Pedro Casaldaliga

«Fratelli nostri che vivete nel primo mondo:

affinché il suo nome non venga ingiuriato,

affinché venga a noi il suo Regno, e sia fatta la sua volontà,

non solo in cielo, ma anche in terra,

rispettate il nostro pane quotidiano,

rinunciando, voi, allo sfruttamento quotidiano;

non fate di tutto per riscuotere il debito che non abbiamo fatto

e che vi stanno pagando i nostri bambini,

i nostri affamati, i nostri morti;

non cadete più nella tentazione

del lucro, del razzismo, della guerra;

noi faremo il possibile per non cadere nella tentazione

dell’odio o della sottomissione,

e liberiamoci, gli uni gli altri, da ogni male.

Solo così¬ potremo recitare assieme

la preghiera della famiglia che il fratello Gesù ci insegnò

Padre nostro, Madre nostra, che sei in cielo e sei in terra»

Redazione
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