Incendi, i consueti roghi delinquenziali

Dall’Abruzzo alla Sardegna fino alla Sicilia si propagano le fiamme.

a cura del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Al rogo.

Sembra proprio questo il consueto destino stagionale di buona parte dell’Italia e della Sardegna in particolare.

In questi giorni è il turno dei boschi abruzzesi, oltre 800 ettari fra L’Aquila e il Gran Sasso, nonché della Sicilia, dove purtroppo si deve piangere anche un morto.

Ed è sempre il turno della Sardegna, purtroppo.

Migliaia e migliaia di ettari percorsi dal fuoco.

Vendetta, distrazione, cialtroneria, incapacità.

All’abnegazione e al sacrificio di chi li difende si oppongono la delinquenza e la scarsa cura nella gestione di boschi e territorio di troppi[1].

Quartu S. Elena, parco naturale “Molentargius – Saline”, incendio (20 agosto 2019)

Qualche ammonimento dai tempi antichi.

Poiché l’elevamento dei popoli e degli stati dipende dall’osservanza di quel diritto universale che è dettato dalla ragione, noi Eleonora, per grazia di Dio giudicessa d’Arborea, affinché la giustizia sia salva, i malvagi siano frenati dalla paura delle pene e i buoni possano vivere in pace, obbedendo alle leggi, facciamo questi ordinamenti.”

Questa l’introduzione della Carta de Logu, codice delle leggi del Giudicato d’Arborea (che in quel momento storico s’estendeva a quasi tutta la Sardegna), emanata nel 1300 e rimasta in vigore – con integrazioni – fino all’introduzione del Codice Feliciano dell’aprile 1827.

Molto interessanti le disposizioni su incendi e incendiari, dalla prevenzione degli incendi stessi (artt. 45-49), con precetti ancora attuali (divieto di abbruciamento delle le stoppie  prima del giorno di S. Maria chi est a die octo de capudanni, cioe’ l’8 di settembre, art 45), e sulle pene da infliggere agli incendiari, ai singoli malfattori o ai villaggi interi (qualora non avessero acciuffato l’incendiario).    Tra i vari articoli, particolare quello dedicato a chi metteva fuoco “a bingia” (alle vigne) o “a tortu“ (termini ancora molto diffusi nel Campidano): l’incendiario veniva infatti chiamato al risarcimento del danno, se non fosse stato in grado di farlo, pagava con il taglio della mano destra. Con il rogo chi metteva fuoco alle case.

Una buona prevenzione e sanzioni durissime per gli incendiari sono criteri validi ancor oggi: senza mozzare mani o mettere al rogo nessuno, vent’anni di galera effettiva sarebbero ancora poca cosa per i delinquenti incendiari che distruggono il nostro ambiente, i nostri boschi, il duro lavoro sui campi di lunghi anni.

Ricordiamo, comunque, tutti che ognuno può e deve fare la sua parte contro gli incendi: il numero verde 1515 mette in collegamento con la sala operativa del Comando Unità Carabinieri per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare (già Corpo forestale dello Stato) e del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, analogamente agli analoghi Corpi delle altre Regioni e Province autonome.

La rapidità della comunicazione delle informazioni e degli interventi contribuisce a salvare boschi, pascoli, coste e vite umane minacciate dagli incendi, non dimentichiamolo mai!

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus


[1] Nella sola Sardegna tuttora ben 46 Comuni su 377 sono privi del necessario Piano comunale di protezione civile contro il rischio incendi. Vds. deliberazione Giunta regionale n. 22/3 del 23 aprile 2020 (+ allegato) è stato aggiornato il Piano antincendio 2020-2022 per la Sardegna, con disposizioni per fronteggiare il rischio di incendi in vigore dall’1 giugno 2020 al 31 ottobre 2020.

Sardegna, incendio

A.N.S.A.3 agosto 2020

L’Aquila: fuoco a 200 metri da Pettino. Arta, in aumento valori benzene e Pm10.

Ottocento ettari di montagna sono andati in fumo tra Cansatessa e Pettino, frazioni dell’Aquila. 

Un fronte complessivo di circa 4 km di lunghezza, composto da focolai isolati che non consentono di fare un intervento omogeneo e una lotta attiva alle fiamme. La strategia è quella di isolare i singoli focolai con delle linee tagliafuoco, in orizzontale a valle e in verticale dalla sommità della montagna. “Non dobbiamo fare arrivare le fiamme nell’abitato di Pettino – ha detto Silvio Liberatore dirigente della Protezione Civile della Regione Abruzzo – il fuoco è a 200 metri dalle case, ma impediremo con ogni mezzo che si avvicini all’abitato e guadagni terreno verso L’Aquila”.

A valle ci sono gli uomini della protezione civile comunale, regionale e volontari, che con mezzi meccanici stanno scavando le linee. In alto ci sono 50 uomini tra vigili del fuoco, protezione civile, volontari con le motoseghe e uomini dell’esercito con un’apripista. Presenti anche 10 moduli antincendio con le manichette. Intanto continua i lanci di acqua e liquido ritardante dei mezzi aerei. Canadair e elicotteri, che volano dalle prime luci della mattina, si approvvigionano tra il lago di Campotosto e il laghetto del Vetoio.

Intanto è in corso sui cieli aquilani la sperimentazione nazionale di un protocollo di georeferenziazione realizzato con i droni con termocamera del Comparto specializzato dei Vigili del Fuoco. Sugli incendi di Arischia e Cansatessa volano 12 droni che raccolgono le coordinate dei punti dei focolai e le trasmettono direttamente ai mezzi aerei per consentire loro di fare lanci selettivi sulle zone calde dell’incendio. Gli stessi dati sono trasmessi anche alle squadre a terra, coordinate dal DOS (Direttore Operazioni Spegnimento), per indirizzare gli interventi in modo preciso sui focolai attivi. È in corso in queste ore anche la sperimentazione per la raccolta dei dati sul comportamento del vento. Il protocollo, in via di definizione, consentirà di tracciare un quadro complessivo e dettagliato della natura e movimento del fronte dell’incendio. Gli incendi dell’Aquila stanno facendo scuola in Italia per l’uso dei droni: nel capoluogo si trova la Scuola centrale di Formazione e Sperimentazione del Corpo (sede nel Comando Regionale dell’Aquila), dove si addestrano i piloti dei droni, si testano nuove tecnologie e si creano procedure di soccorso. I nuclei di droni dei Vigili del Fuoco sono 9, in tutta Italia, e la flotta è composta da 80 aeromobili.

 Secondo quanto emerge dalle analisi Arta, confermate dal direttore Maurizio Dionisio, aumentano i valori di benzene, che è un prodotto della combustione del legno, e le Pm10, le polveri sottili. Sono questi i risultati del monitoraggio che in queste ore si stanno effettuando all’Aquila a seguito dei due gravi incendi tra Arischia e Cansatessa. Per il benzene i valori sono al limite del consentito su base annuale, mentre le Pm10 sono persino evidenti in città a causa dei fumi e delle ceneri. L’Arta consiglia, anche se le decisioni spettano alla Asl, di tenere le finestre chiuse ed evitare di esporsi.

Fiamme a Bonorva da barbecue, si indaga per rogo colposo.

Gravemente danneggiato stabilimento acqua minerale Santa Lucia.

Un barbecue improvvisato avrebbe innescato uno dei due incendi che hanno trasformato le campagne attorno a Bonorva, nel Sassarese, in un inferno. Dalle prime indiscrezioni i forestali stanno verificando la posizione di tre persone che potrebbero essere i responsabili del rogo: si indaga per incendio colposo.

Nel frattempo nel nord Sardegna la situazione è tornata sotto controllo e non si registrano nuovi incendi dopo un fine settimana di fuoco, in cui sono andati in cenere oltre 3mila ettari di pascoli, macchia mediterranea e lecceti a causa di diversi roghi scoppiati a Uri e Bonorva. Particolarmente grave il bilancio dei danni nel Logudoro, dove, dopo un primo incendio scoppiato sabato pomeriggio e domato a tarda notte ha ripreso vigore la mattina di domenica.

Decine di aziende agricole sono state danneggiate dal passaggio delle fiamme, ma il conto più pesante lo paga lo stabilimento di produzione dell’acqua minerale Santa Lucia. La storica azienda ha visto andare in fumo una parte consistente delle strutture e compromessa momentaneamente la produzione. Questa mattina, dopo due giorni di lotta ininterrotta, gli elicotteri del Corpo forestale e le squadre a terra coadiuvate dai vigili del fuoco e dalle compagnie barracellari, hanno compiuto le ultime operazioni di bonifica sulle migliaia di ettari di terreno attraversati dalle fiamme.

Nuovo incendio a Orgosolo, è il terzo in due giorni. Fiamme spente con elicottero e con le squadre a terra.
parco naturale Molentargius – Saline, incendio notturno (luglio 2019)

(foto J.I., P.F., S.D., archivio GrIG)

Redazione
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