Inferni, paradisi e altre storie di fantascienza
recensione all’antologia «Nostra Signora degli alieni» [con un PS per chi è anarchico/a]
Bella – e difficile – l’idea di base, ottimo il titolo e quasi tutte le narrazione (brevi, tranne un paio) sono all’altezza della sfida. «Nostra signora degli alieni» (Homo Scrivens: 304 pagine per 16 euri) ovvero «racconti di fantareligione», a cura di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo, contiene 14 preghiere, bestemmie o riflessioni spirituali riflessioni di 15 (uno è scritto a 4 mani) fra autori e “autrici”, diciamo così anche se la donna è sola.
Senza svelare le trame, si può dire che c’è molto di ciò che ruota intorno ai tanti grovigli dove l’immaginario religioso/spirituale si accoppia con quello più legato al futuro e/o all’altrove e/o al possibile. Del resto la buona fantascienza ha affrontato più volte questo intreccio (il che rendeva più difficile questa sfida e persino la scelta del titolo). Forse sarò irriverente verso chi crede (ma in generale, cioè storicamente, è il contrario: cioè sono le religioni organizzate che offendono e opprimono noi non credenti) ma la storia di un Dio – o dio – che si fa uomo pur sapendo che soffrirà è una vicenda fantastica decisamente appassionante. Si può fare di meglio – intendo come tessuto narrativo, personaggi, colpi di scena – rispetto ai quattro Vangeli riconosciuti e ai molti non doc? Difficile eppure uno dei racconti di questa antologia (non posso dirvi quale) ci riesce.
I 15 temerari dell’antologia sono, in ordine alfabetico, Donato Altomare, Vincenzo Bosica (suo il titolo più bello), Denise Bresci, Andrea Carlo Cappi, il duo Stefano Carducci e Alessandro Fambrini, Vittorio Catani (il suo racconto – quale onore – era già in “bottega), Francesco Grasso, Roberto Guarnieri, Lukha B. Kremo, Alessandro Morbidelli, Michele Nigro (il migliore acronimo è il suo PIO), Pierfrancesco Prosperi, Franco Ricciardello e Michele Tetro (con un memorabile, geniale “cambio di prospettiva”). Una “sporca quindicina” capace di molte genialità, intrighi celesti, qualche irriverenza necessaria con solo un pizzico di banalità e sciatterie in un paio di vicende.
Ecco allora il «Cristianesimo Definitivo»; gli Elohim; il papablog (in senso letterale); la doppia morale della Sede che si dice santa; la bancarotta delle finanze vaticane; i “santi” cloni e quei perfidi Trifidi che già conosciamo per altre strade. Ecco Venezia distrutta (più di così) il 22/2/2222; ed ecco i due «vecchi nemici» che tornano a sfidarsi «con quelle creature insignificanti, gli umani, come pedine». E ancora ecco le antiche domande cioè se neanche Dio possa “invertire il tempo”; su come avvenga “il passsaggio”; se l’inferno siamo noi o se lo sono gli altri… oppure se entrambe le possibilità convivano. C’è anche un racconto in cui la Chiesa (di Roma) sta “agonizzando” ma all’ultimo minuto «arrivano i nostri» – pensate agli angeli? Macchè sono gli alieni, sia pure cristianizzati – a salvarla.
Insomma un gran bel leggere.
Nella prefazione Catalano e Pizzo ricordano alcune mappe dei nuovi inferni (pochi i paradisi, a parere dei più) già offerte dalla science fiction e citano «9 problemi fantateologici» elencati da Jacques Van Herp, che purtroppo non ho il piacere di conoscere. Ma secondo me le questioni fantateologiche sono più di 9 e in “bottega” ne abbiamo già “questionato” (*) ma mi riprometto di tornarci su – magari con la complicità dell’astrofiloso Fabrizio Melodia – presto o quasi. Intanto godetevi queste belle, ricche storie.
POST SCRIPTUM PER CHI E’ ANARCHICO/A
«Perché proprio lui? – pensava Paolo Finzi mentre attraversava il cortile del Belvedere si inoltrava nei giardini del Casino di Pio IV»: inizia così il bel racconto «Il risveglio». Vedendo che uno dei protagonisti del racconto si chiama Paolo Finzi ho avuto un pensiero quasi spaventoso: “anche Paolo, colonna di A rivista anarchica, si è fatto arruolare da quel paraculo di Bergoglio?”. La storia mi ha catturato e ho inseguito “Paolo Finzi” fra i cinesi e poi su una strana base lunare e… solo a quel punto (quasi lo giuro) mi sono ricordato che eravamo in una vicenda di fantascienza, perciò Paolo Finzi non è stato “vaticanizzato”. Mi sa che per rimediare a questo tentato oltraggio sotto forma di omonimia…. toccherà dedicare un inserto di «A» agli stretti legami tra fantascienza e sovversione libertaria.
(*) se il tema vi appassiona in “bottega” sbirciate almeno Gesù e altri alieni, I robot e la religione, Papi da fantascienza, Scusi, ha visto Dio? Sì…, Gli angeli, una voce della… ma anche Dio è in rete o è la rete? e Michael Moorcock: «I.N.R.I». Per tacere dei testi “religiosi” di un certo Philip Dick che – anche qui – ci hanno fatto discutere e appassionare.
Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensa l’amico Astrofilosofo!