Intimidazione e libertà di parola: risposta a Conad-Cesena

Il re e il pedone: partita a scacchi a mezzo stampa? La replica dei legali di Davide Fabbri inviata alla redazione de «Il resto del Carlino». A seguire una breve nota di db, complice confesso del temibile blogger che sta minacciando “l’onorabilità” di Panzavolta Luca.

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Apprendiamo con stupore, da due articoli pubblicati dal vostro quotidiano in data 30.09 e 01.10.2016, che in merito alla vicenda giudiziaria fra Cia/Conad, il suo Amministratore delegato Luca Panzavolta e il nostro assistito Davide Fabbri vi sia una apertura da parte dei primi.
Lo stupore è dovuto al fatto che mai, sino ad ora, pur conoscendone i recapiti, Fabbri è stato contattato personalmente o tramite i sottoscritti legali.
Cia/Conad e Luca Panzavolta infatti hanno già radicato un procedimento civile dinnanzi al tribunale di Forlì, cogliendo letteralmente di sorpresa il nostro assistito. Rimaniamo ancora in attesa di essere contattati nelle sedi opportune per discutere nel merito della vicenda, ribadendo la singolarità dell’apertura formulata impropriamente a mezzo stampa.
Cogliamo l’occasione per precisare che la vicenda giudiziaria non riguarda una querela per diffamazione (sede penale) ma una citazione civile per risarcimento danni da un milione di euro da presunta diffamazione.

avvocati Paolo Vettori e Patrick Francesco Wild

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UNA NOTICINA – di Daniele Barbieri, “noto” db

Se nulla sapete di questa vicenda un po’ pazzesca – la Conad vorrebbe un milione di euro da Davide Fabbri – qui in “bottega” trovate le puntate precedenti, inclusa la mia solidarietà, condita da stupore per il silenzio dei media, e la recente notizia che a Cesena stanno decollando iniziative in difesa della libertà di parola. L’ultima mossa “giornalistica” di Conad significa che il gigante si prepara a fare marcia indietro? Io fin dall’inizio ho pensato che il pietrone sollevato alla fine sarebbe ricaduto sui piedi di “Goliad”. Se così sarà – cioè una marcia indietro clamorosa come l’arroganza iniziale – consiglio Fabbri di chiedere danni morali e “biologici” cioè di salute: per lui la tensione è stata tale che se passando per strada leggeva Conad mi immagino che traducesse la sigla Consorzio Nazionale Dettaglianti in «Come Opprimere Nell’anima David». Un bello stress e non sto scherzando. E allora … un milione no, ma se il piiiiccolo Fabbri si farà risarcire per mille euri gli propongo già di investirne metà per regalare alle scuole di Cesena libri sui diritti umani e con l’altra metà fare una donazione alla rete Icorn, «La Città Internazionale del Rifugio Network», una organizzazione indipendente di città e regioni, che offre riparo a scrittori e artisti a rischio di persecuzione. Sarà il fondo “Bonaventura/Goliad” o una cosa del genere.

Davide Fabbri

3 commenti

  • Piena solidarietà!
    Avavs ragione Caprotti. Peccato che sia morto.
    Meglio capitalista vero che cooperativisti finti.

    • secondo me se chiedono un milione qualcosa di grave è stato fatto. Mi sa che cmq si stia esagerando. Si cerca di impedire ipermercati a Cesena?! basta gardarci attorno che è pieno di iper. Ma di che cosa stiamo parlando? questo è un problema che dovrebbe essere intarpreso a livello nazionale no da un piccolo e mediocre blogger di cesena. Per carità aprite gli occhi, comunisti e non…

      • Daniele Barbieri

        «Qualcosa di grave è stato fatto». Cosa? Il punto è lì e Simone Urbinati potrebbe farsi un’idea più precisa informandosi; a esempio leggendo – qui in “bottega” – tutto ciò che Davide Fabbri ha scritto; è stato denunciato per quello e non per altre faccende. A me pare che nella vicenda “Goliad” le questioni siano almeno quattro.
        1 – La libertà di parola, garantita dalla nostra Costituzione.
        2- Il diritto a non essere diffamati ma la diffamazione deve essere provata e non solo ipotizzata.
        3-La specifica questione delle procedure amministrative con cui è stato consentito quell’Iper a Cesena.
        4- Infine resta sullo sfondo quel «di cosa stiamo parlando?»: se ci guardiamo intorno, siamo proprio pieni di Iper e a molti – vedi anche il commento di Mauro Magnani qui sopra – sembra economicamente, ecologicamente e socialmente pericoloso per la collettività. Se la smettessimo?
        Finisco questa mia replica sul curioso invito di Simone Urbinati ad aprire gli occhi: Davide è un po’miope e infatti ha occhiali grandi come astronavi ma che io sappia mai fu comunista; io invece sono un vecchio comunista libertario non pentito però tengo gli occhi bene aperti tranne le poche ore in cui, di notte, dormo.

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