Invece di fuggire…

affrontiamo il cagnaccio nero

care e cari

se avete 5 minuti (4 minuti e 18 secondi a esser precisi) guardatevi questo video:

https://www.youtube.com/watch?v=wAWREUX8mYs

Si intitola: «Ominama – Avevo un cane nero, il suo nome era depressione» ed è

prodotto dalla Who, o se preferite Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Me lo ha indicato un amico saggio. Del video non so altro. E’ in inglese ma ci sono i sottotitoli, con solo un paio di refusi. L’insieme mi convince. Forse cambierei due-tre parole (anche perché agli specialisti, che pure a volte servono, preferisco amici e amiche) ma insomma… Per questo lo volevo condividere con voi. Per oggi è sconsigliato dire bau, meglio miao o cip. (db)

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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