Io non mi arrendo

di Antonella Currò
Certo che deve essere una bella soddisfazione imporre una legge sulla scuola che il mondo della scuola rifiuta e contrasta con tutte le forze, deve essere gratificante considerare buona una riforma che i destinatari avvertono invece come un doloroso lutto, quasi come deve essere esaltante governare un paese che non ti ha scelto, non ti ha voluto ma ti sopporta nella speranzosa attesa della tua sconfitta!
Mi piacerebbe sapere dove è la democrazia in tutto questo, così come mi piacerebbe sapere che cosa questo governo si aspetta da noi insegnanti a Settembre che si lasci fuori dalla scuola il nostro cervello con relativo bagaglio di studi, esperienza, personalità e originalità, metodo e flessibilità per indossare la divisa impostaci dal nostro nuovo dux, pronti a imparare a memoria il copione per noi predisposto e recitarlo poi nelle classi per formare menti ad immagine e somiglianza del direttore megagalattico di turno?
O che si sgomiti accanitamente con i colleghi per entrare con ogni mezzo nelle grazie di coloro che, elargendoti il meritato obolo, faranno di te un docente modello da esporre poi nella vetrina della scuola come richiamo per genitori babbei? Questo sarebbe il salto di qualità a cui andremo incontro da settembre in poi, ciò che dovrebbe gratificarci e valorizzarci? Come la card di 500 euro che potremo spendere liberamente per formarci su ciò che dovremo insegnare, seguendo le direttive contenute in un POF triennale, scadenza fatale dopo la quale potremmo anche non servire più al progetto educativo di quell’istituto ed essere di nuovo scaraventati nel girone dantesco degli ambiti territoriali, da cui solo la mano benevola di un compiacente dirigente potrà ripescarci per far di noi strumento di un altro progetto educativo” (leggi: ammaestratori di menti).
Ebbene a me questa fantascientifica buona scuola non solo non piace, ma fa sincero orrore,non è la mia scuola, quella per cui ho studiato e sudato per anni, quella che ho amato al punto di lavorare quasi gratis per pura passione, quella piena di variabili e mai uguale a se stessa pur nel ripetersi di lezioni e programmi, quella fatta di persone ed emozioni e non di squallide e fredde strategie di marketing, quella in cui ero libera di scegliere il modo più personale ed efficace per veicolare un messaggio, quella che formava menti libere di pensare, scegliere, capire e non
decerebrati da omologare e manovrare!
Io a settembre non cambierò il mio essere e il mio cervello solo perché poco più di 200 persone lo hanno deciso al mio posto, io entrerò nella mia scuola senza divisa o catene e continuerò la mia missione educativa con la passione libera di sempre, nessuno potrà dirmi cosa e come insegnare, lo farò come sempre sotto la guida della mia coscienza e della mia formazione, assecondando i bisogni formativi dei miei alunni, suscitando in loro domande a cui insegnerò a trovare da soli le risposte…..non mi prostrerò ai piedi di nessuno perché la cultura ha le spalle dritte e non accoltellerò alle spalle i miei colleghi per rubar loro una briciola di pane, mi formerò secondo i miei bisogni e i miei interessi perché sono una professionista ,voglio fare bene il mio lavoro e non per riscuotere la mancetta del bravo esecutore, se poi questo essere me stessa non arricchirà il mio medagliere pazienza, lascio il podio e la vetrina a chi vive di questo, a me lasciate la dignità, la libertà, la complice resistenza e il sorriso dei miei alunni.
redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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