«Io vado, madre»

di Abdulla Goran (*)

Io vado, madre.

Se non torno,

sarò fiore di questa montagna,

frammento di terra

per un mondo più grande di questo.

Io vado, madre.

Se non torno,

il corpo esploderà là dove si tortura

e lo spirito flagellerà,

come l’uragano, tutte le porte.

Io vado…madre…

Se non torno,

la mia anima sarà parola …

per tutti i poeti.

 

Abdulla Goran (in curdo: عەبدوڵڵا گۆران,; Halabja, 1904Sulaymaniyah, 18 novembre 1962) è stato un poeta curdo.

NOTA DELLA “BOTTEGA”

Questo spazio del sabato sera di solito è per i versi selezionati dalla “cicala” … la quale però ogni tanto va in vacanza (se no sarebbe formica, vi pare?) e nell’attesa arbitrariamente postiamo qualcosa che ci è piaciuto. Dunque “cicala” o no, ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • Bellissima poesia

  • Non c’è aggettivo che possa definire quest’opera, questa poesia. La guerra non è ancora tabù e lo scempio umano è ancora sotto gli occhi di tutti. … Grazie per quest’opera d’arte illimitata: l’ennesima creatura partorita da una mente pensante, da un empatico epifaniko, che parla ad un’umanità stordita.

  • Leggere questa poesia mi ha fatto venire i brividi. E mi tornano rileggendola. In particolare trasponendola all’oggi, pensando a chi ora prova questi sentimenti, ai cuori pulsanti e gonfi di queste emozioni così potenti e contrastanti, che le vivono nel presente. Emozioni e dolori che gli esseri umani dovrebbero essere messi in condizione di non dover più provare.

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