Ipotesi sull’ignoranza

Riflessioni di ERRI DE LUCA (*) mentre la Francia si ritira dalla balorda linea Tav, cioè Treni Alta Voracità

 

“È un luogo comune che la conoscenza sia potere. Ma chi ha debitamente considerato e esposto il potere dell’ignoranza? La conoscenza costruisce lentamente ciò che l’ignoranza demolisce in un’ora”.
Diversamente dal suo nome di autore, George Eliot era una donna. Si chiamava Mary Anne Evans, scrittrice inglese del 1800. La sua frase appartiene al tempo, che non scade.
L’ignoranza di una volta si chiamava analfabetismo, era una differenza sociale, superata dall’istruzione di massa.
Oggi ha connotati diversi. Ci sono molti modi di accedere al sapere e all’aggiornamento. Chi vuole documentarsi su un argomento ha libero accesso ai dati.
Perciò oggi l’ignoranza è volontaria. Mentre la conoscenza è considerata un peso sulla coscienza.
L’italia è infestata dal più vasto sistema di corruzione pubblica in Europa. A questo dato si aggiunge l’informazione meno libera dell’Unione Europea. La combinazione dei due fenomeni stringe un nodo scorsoio al collo della vita civile.
Si preferisce ignorare questa documentata evidenza.
La Francia si ritira dalla balorda linea ferroviaria Torino Lione. Il buco già fatto, che da noi continua a farsi, non sbucherà. I ministri che strombazzavano l’opera, mettendo in stato di polizia la Valle di Susa e invitando la resistenza civile a mettersi l’animo in pace, hanno cambiato articolo di spaccio. Posso irridere a loro, ma riconosco che la loro inconsistenza umana e politica si fonda sull’ignoranza volontaria dell’opinione pubblica. Il sigillo sull’informazione perfeziona la censura del silenzio.
Il Treno a Modesta Accelerazione Torino Lione s’iscrive sottobanco nel bilancio delle grandi opere inutili e incompiute.
Nessun aggiornamento, nessuna spiegazione proviene dai feudatari di governo e dai vassalli dell’opposizione.
Lascio di nuovo la parola a Mary Anne Evans. “Non provo compassione per i presuntuosi perché penso che portino con sé i mezzi per consolarsi”.

(*) ripreso – con l’immagine – da fondazioneerrideluca

 

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