Italia e rom

Amnesty International chiede alle autorità italiane di proteggere i rom dalla violenza

Giustamente i comunicati di Amnesty trovano spazio (sempre troppo poco, a mio avviso) sui media italiani. Con sintomatiche eccezioni… Ci sono temi o momenti nei quali non c’è spazio per Ai o forse non è abbastanza “autorevole”. Per esempio sui rom. Così, vista la poca attenzione dedicata a questo comunicato (CS61-2012) – che a me sembra piuttosto allarmante, soprattutto nella seconda parte – lo ripropongo qui in blog, invitando a farlo circolare. (db)

Amnesty International si e’ dichiarata preoccupata per le notizie relative ai tentativi di compiere attacchi razzisti nella citta’ di Pescara e nei suoi dintorni negli ultimi giorni. Secondo il questore di Pescara, famiglie rom stanno lasciando la zona o si stanno riparando dentro le abitazioni nel timore di possibili attacchi.

Per questa ragione, Amnesty International ha sollecitato le autorita’ italiane a prendere tutte le misure necessarie per proteggere le comunita’ rom da intimidazioni e attacchi, a condannare pubblicamente la violenza razzista e l’incitamento alla violenza razzista e all’odio razziale, ad avviare immediate e approfondite indagini su atti di intimidazione e di violenza di stampo razzista e a garantire che gli autori di tali azioni saranno sottoposti a procedimenti sulla base di leggi contemplanti pene commisurate alla gravita’ dei crimini commessi.

Dopo l’uccisione di Domenico Rigante, un tifoso della locale squadra di calcio di 24 anni, avvenuta il 1° maggio, della quale e’ sospettato un cittadino italiano di etnia rom, gruppi di tifosi e di amici della vittima hanno manifestato contro la presenza delle comunita’ rom a Pescara. Non sono stati commessi atti di violenza, ma nel corso delle proteste si sono levati in modo massiccio cori discriminatori e sono state minacciate azioni violente contro i rom.

Secondo quanto appreso da Amnesty International, nei giorni successivi persone non identificate si sono presentate nei luoghi generalmente frequentati dalla comunita’ rom, con l’intento apparente di minacciarli o di aggredirli. Un rom intervistato da Amnesty International ha riferito che donne rom sono state insultate, allontanate dai negozi e dagli ingressi delle scuole dove erano andate a prendere i loro figli. Nella notte tra il 7 e l’8 maggio, sono stati esplosi colpi in aria nel quartiere Rancitelli, dove vivono molti rom, all’apparente scopo di spaventare i residenti.

La mattina del 6 maggio, alla fine di un’iniziativa per ricordare Domenico Rigante, almeno un centinaio di manifestanti ha cercato di dirigersi verso Rancitelli. Queste persone sono state bloccate dal rapido intervento della polizia. La notte successiva, un gruppo di 40-50 persone col volto coperto da sciarpe e cappelli, e’ entrato in una sala bingo di Pescara e in un’altra di Montesilvano, con l’intenzione di aggredire i rom che spesso frequentano quei luoghi. Non vi e’ stato trovato alcun rom e nessuna persona ha subito violenza.

Il presunto assassino di Domenico Rigante e quattro presunti complici sono stati arrestati dalla polizia pochi giorni dopo il reato mentre altri presunti complici sono ricercati dagli investigatori.  Riconoscendo gli sforzi fatti dalla polizia per portare di fronte alla giustizia i responsabili dell’omicidio e per proteggere le comunita’ rom della zona, Amnesty International sottolinea che le autorita’ italiane, a tutti i livelli, devono prendere misure proattive per prevenire attacchi e intimidazioni nei confronti dei rom e garantire che venga sottolineato, nelle dichiarazioni pubbliche, che mai una comunita’ dev’essere posta sotto accusa per gli atti compiuti da singole persone, che la responsabilita’ penale e’ individuale e che le comunita’ rom hanno diritto alla piena protezione da parte della legge.

Nel dicembre 2011, un insediamento rom di Torino venne incendiato dopo che si era diffusa la notizia che una ragazza era stata stuprata da uomini rom. La notizia si era rivelata falsa quando la presunta vittima aveva ritirato le accuse.

Da diversi anni, fa notare Amnesty International, rappresentanti delle istituzioni a livello locale e nazionale, attraverso dichiarazioni pubbliche, alimentano un clima d’intolleranza nei confronti delle comunita’ rom, collegando in modo infondato la mera presenza dei rom all’aumento della criminalita’ e dell’insicurezza. In nome della sicurezza, negli ultimi anni, le autorita’ italiane hanno adottato misure che hanno aggravato la discriminazione contro i rom, come lo stato d’emergenza dichiarato nel 2008 (la cosiddetta ‘emergenza nomadi’).

Amnesty International si e’ detta preoccupata per le recenti dichiarazioni fatte dal sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, in riferimento all’attuale situazione nella citta’, riportate dai mezzi d’informazione, secondo le quali leggi e procedure sull’accesso e sull’espulsione dal sistema di edilizia popolare dovrebbero essere modificate per permettere un uso piu’ flessibile degli sgomberi.

Amnesty International ricorda a tutte le autorita’ che accedere a un alloggio adeguato e beneficiarvi e’ un diritto umano che non dipende in alcun modo da indagini e procedimenti giudiziari su reati.

L’organizzazione per i diritti umani guarda con preoccupazione anche alla dichiarazione pubblicata l’8 maggio sul sito Internet ufficiale della polizia di Pescara, in cui ‘la massiccia presenza’ dei rom nella provincia viene descritta come ‘un fattore critico di primaria importanza’.

Amnesty International ha ulteriormente appreso con preoccupazione le dichiarazioni attribuite al questore di Pescara, secondo le quali egli avrebbe esplicitamente collegato sequestri e altre operazioni di polizia nei confronti dei rom, compiute nei giorni scorsi e nell’ambito di indagini non relative all’omicidio di Domenico Rigante, alla necessita’ di rispondere alla generale aspettativa del pubblico di stroncare la criminalita’ dei rom.

Amnesty International ritiene che la decisione di svolgere operazioni di polizia dovrebbe essere presa solo sulla base della necessita’ di prevenire e punire reati, a prescindere dall’etnia delle persone sospettate. Pur riconoscendo la necessita’ di combattere il crimine e rafforzare il rispetto della legge e gli sforzi fatti per proteggere le comunita’ rom di Pescara, l’organizzazione per i diritti umani chiede a tutte le autorita’ di astenersi dal fare dichiarazioni che potrebbero rafforzare l’idea di un legame tra i rom e la criminalita’.

Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail press@amnesty.it

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • Il vero allarme sociale è quello che sempre più spesso rende la nostra società forte con i deboli e debole con i forti. L’ escamotage del capro espiatorio è una valvola di sfogo di intolleranze mai sopite. I rom sono un bersaglio facile e scontato di chi vuole sfogare la propria rabbia. Ciò non toglie che a prescindere dall’etnia etc. etc. chi si macchia di un reato debba essere punito. Tutti allo stesso modo: poveri e ricchi onorevoli e onoranti.

  • La nostra associaizone Centro Documentazione Polesano onlus di Badia Polesine (RO) dall’8 al 15 luglio p.v. organizzerà la XXIX edizione del Festival dei Popoli e sarà dedicata al popolo Rom, fra gli invitati ha confermato la presenza Santino Spinelli con la presentazione del suo libro “Rom, genti libere” e poi ci saranno presenti altri relatori. Il primo Festival dei Popoli, ormai nel lontano 1983 era stato titolato “Essere popoli ai confini degli Imperi”, pensando a quel titolo, abbiamo immaginato oggi che un titolo aggiornato ai giorni nostri potrebbe essere “Essere popoli ai confini della conoscenza”. Manca molta conoscenza e per questo motivo tutti i pregiudizi nei confronti di questo popolo ed altre minoranze si ingrandiscono a dismisura. Il nostro compito è di abbattere tutti questi pregiudizi per un mondo migliore e per una convivenza felice e non piena di problematiche create ad hoc.
    Remo Agnoletto per il CDP

  • Vorrei condividere una mia esperienza qui al confine tra Francia e Svizzera. Poco prima che arrivassi una mia cara amica è stata derubata in casa. Il commento dei locali è stato che era il periodo dei furti perché “in questa stagione” passano gli zingari.
    Io, che non mi fido dei pregiudizi, ho cercato di capire meglio la situazione della criminalità in questa zona. Così ho scoperto che il grosso della criminalità che opera al confine tra Francia e Ginevra è fondamentalmente francese, vengono da Lione sia nel caso di rapine con armi e bombe (non scherzo hanno fatto esplodere una parte divisoria per entrare in una banca) sia nel caso di furti nelle case. A Ginevra è stato accusato un circo di rubare nel parcheggio sottostante l’area dove il circo lavorava.
    Quest’anno non ho visto i Rom nel loro solito accampamento.
    Una volta eravamo noi a portare la criminalità, la Mafia (che è un’opera di bene secondo Grillo) e tanto altro. Mi sembra che alla fine prendersela con chi non può difendersi sia facile, ma ipocrita e mediocre.
    Non credo che i furti siano diminuiti nella nostra zona anche senza il campo Rom, ma sono sicuro che le società che vendono sistemi di allarme prosperano bene.
    Viviamo in una società fondata sulla paura. Anche questo è consumismo.

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