Italia: frittate, cannoni, (e)migrare

di Sabatino Annecchiarico

Il meglio del blog-bottega /230…. andando a ritroso nel tempo (*)

Interessante è notare come si rigira la padella che fa la frittata. In un momento in cui l’Italia sta tornando a essere ciò che fu storicamente, un Paese di emigranti, ovvero «tutti se ne andavano a cercar fortuna altrove e nessuno approdava volentieri da queste parti» (guerre, fame, fascismo) oggi – dopo oltre un ventennio di ostilità allo straniero fatto legge di Stato, prima con la Turco-Napolitano (l’attuale presidente) e poi sistemata “alla perfezione” con la Bossi-Fini – oggi, ripeto, poiché Italia si sta convertendo non più in un Paese di immigrati bensì torna ad essere di emigranti (se ne vanno, scappano, persino gli stessi italiani) si rigira la padella della storia scritta dagli stessi attori-autori, intellettuali e morali che pochi anni fa approvarono in maggioranza le citate leggi; proprio oggi, insisto, inventando un ministero per l’integrazione e a tale scopo, per sottolineare “la svolta politica”, espongono quale trofeo alla pubblica immagine (in particolare per la foto ricordo di gruppo), una donna. Non un maschio in una politica ancora oggi impregnata da maschi. Una – come scrivono tutti – «donna di colore»: il massimo! Gli altri infatti erano tutti rigorosamente in bianco&nero. Addirittura esposta tra le due massime autorità dello Stato: Napoletano e Letta. Il massimo degli onori.

Mi dispiace per lei, per la signora Cecile Kyenge, che personalmente non conosco; non dubito della sua professionalità e del suo impegno in materia migratoria, in materia d’integrazione. Sarà, e neppure qui dubito, una donna di cultura, come migliaia e migliaia di migranti in Italia. Perciò e con tutto il mio rispetto: io non mi sarei mischiato con chi per anni e anni ha fatto dello straniero (e anche qui nemmeno dubito che continueranno a farlo) materia prima di politiche di opportuni sfruttamenti umani in terra italica.

Considero opportuno non dimenticare che l’Italia è impegnata militarmente in molti fronti di guerra in Paesi sovrani, in cui poi i loro cittadini, spesso, sono forzatamente obbligati a emigrare (guerre, fame, fascismo) e in tanti arrivano proprio in Italia, dove da oggi li attende un innovativo ministero per integrarli in un’Italia che è presente nei loro Paesi con i cannoni.

NELLE IMMAGINI due fra i moltissimi fotomontaggi con i quali i leghisti (e non solo) accolsero Cecile Kyenge, Non è che all’epoca quel governo che aveva nominato una donna-immagine al nuovo ministero per l’Integrazione si spese moltissimo per difendere la “sua” Kyenge dagli insulti. Ci furono processi – chiusi quasi sempre con la condanna dei leghisti – ma, come previsto in questo post, Cecile Kyenge fece … nulla per l’integrazione. Di certo la colpa non fu sua ma di chi, invece di fare scelte politiche, gioca (o vorrebbe giocare) a riverniciare – o sbiancare, a seconda dei momenti – solamente le immagini. [db]

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché oltre 17mila e 700 articoli (avete letto bene: 17 mila e 700) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

Redazione
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