Italia: la rabbia del 1321 e (è?) quella di oggi
Un testo di Marco Martinelli (*)
La prima uscita di «Fedeli d’amore» – un polittico in sette quadri per Dante Alighieri – sarà a Napoli il 15, 16 e 17 giugno
Ahi serva Italia
di dolore ostello
Italia zoppa
che non cambi mai
Italia disunita
Italia lacerata
Italia impantanata
Italia strangolata
Italia sgumbieda
felsa
érba catìva
Italia alla deriva
come una nave di pazzi
Italia dei paparazzi
Italia a mezzo servizio
Italia prezzolata
Italia che chini la testa
Italia sventurata
Italia umiliata
Italia sempre in ginocchio
che godi a servire i forti
Italia occhio corrotto
Italia degli omiciattoli
che amano obbedire
la testa sotto il giogo
di questo vizio mostruoso
Italia tengo famiglia
Italia non lo sapevo
Italia non mi risulta
confesso
che io non c’ero
Italia c’è sempre una scusa
Italia son sempre gli altri
Italia fetusa
Italia s’arruba o sonno
Italia siamo i più scaltri
Italia dei favoriti
Italia dei guardaspalle
Italia che, signor mio
io qui per te io striscio
sono il tuo servo fedele
pure a comando piscio
sol che da te vorrei, se posso
‘na villa a dieci piani ca piscine
‘na Ferrari rossa Caramello
‘nu centro commerciale tutto per me
Omo se nasce
brigante si diventa
Italia delle chiacchiere
Italia dei caffè
Italia dei nuovi media
Italia del fai-da-te
Italia dei cinguettii
delle opinioni facili
a gratis
Italia dei consulti
Italia degli insulti
che vanno a cattivi e buoni
grandine giù dal web
senza distinzioni
Italia delle piaghe d’Italia
Italia dei cogghioni
Italia sacrilega
Italia senza vergogna
Italia che strizza l’occhio
nelle cene eleganti e
nei salotti buoni
Italia che vende i figli
Italia che non si scompone
Italia dei portaborse
Italia dei prestanome
Italia dell’apparenza
Italia del sotto sotto
Italia del complotto
Italia che gioca al lotto
Italia che non respira
barcolla, cade, si rialza
nell’aria avvelenata
nell’acido affogata
nel cemento murata
Italia di pestilenze, febbri, bubboni
Italia che sputa sangue
Italia dei coccoloni
che muore sul lavoro
guardatevi un po’ attorno
suvvia, è un fatto naturale
crepano in tre ogni giorno
Italia dei delitti
Italia dei misfatti
Italia delle stragi
dei crimini impuniti
Italia ognor mafiosa
Italia spaventosa
al sud al nord e altrove
tra i monti e giù in pianura
Italia armata
armata fino ai denti
Italia prostituta
e mai con i perdenti
Italia sempre pentita
sempre
e non cangiata mai
Italia dei finti onesti
Italia dei pretesti
Italia dei bonifici
Italia degli arresti
Italia dei contesti
che questa è un’altra storia
che quel che vale per gli altri
no che non vale per noi
Italia noiosa
nei secoli immutata
Italia dei miracoli
dei finti taumaturghi
dei gran prestigiatori
Italia scrofolosa
dei maghi dittatori
Italia in processione
(*) «Fedeli d’amore» – polittico in sette quadri per Dante Alighieri – sarà in prima nazionale a Napoli al “Teatro Festival Italia”: teatro Sannazaro, 15 e 16 giugno (ore 21) e 17 giugno (alle 19). E’ un testo di Marco Martinelli: ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari.
In «Fedeli d’Amore» a parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse: la nebbia in un’alba del 1321, il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia del poeta, una fine che non è una fine.
Queste voci ci parlano del poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato, e ora è sul letto di morte in esilio, in preda a febbre malarica, con la mente annebbiata e delirante. E sulla soglia del passaggio estremo è aggredito da visioni e lampi dal passato, fino a ritrovare l’antica amicizia con i fedeli d’Amore, e la visione del Dante bambino. Voce e scrittura disegnano l’opposizione allo stato delle cose che governa il mondo. Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera l’umanità dalla violenza, che salva “l’aiuola che ci fa tanto feroci”.
Le voci sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari: aria, fuoco, suono, materia. La drammaturgia porta il segno della scrittura “corsara” di Marco Martinelli, capace di intrecciare l’intimo e il politico, psiche e mondo.
Questo “polittico” per il palcoscenico arricchisce l’itinerario che le Albe, insieme a Ravenna Festival, hanno iniziato nel 2017 con Inferno e che proseguirà con le altre due cantiche.
«Fedeli d’Amore» è un ulteriore tassello della ricerca drammaturgica, vocale, musicale e visiva di Martinelli e Montanari, insieme a sapienti come Luigi Ceccarelli e Marco Olivieri, Anusc Castiglioni e Simone Marzocchi; e si inserisce in quel solco dove centrale è l’alchimia vocale-sonora della figura.
In scena Ermanna Montanari; musica Luigi Ceccarelli; tromba Simone Marzocchi; regia del suono Marco Olivieri; spazio e costumi Ermanna Montanari e Anusc Castiglioni; ombre Anusc Castiglioni; disegno luci Enrico Isola; tecnico luci e video Fagio; tecnico ombre Alessandro Pippo Bonoli; assistente luci Luca Pagliano; setar in audio Darioush Madani; realizzazione musiche Edisonstudio Roma; consulenza musicale Francesco Altilio, Giulio Cintoni, Cristian Maddalena, Mirjana Nardelli, Fabrizio Nastari, Giovanni Tancredi e Andrea Veneri; consulenza iconografica Alessandro Volpe.
Produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia e Ravenna Festival
IN BOTTEGA cfr La «non scuola», i classici, l’incazzatura e l’amore, una recensione per il bellissimo «Aristofane a Scampia», un libro che db si sente di consigliare a chiunque ami o detesti o (persino) ignori il teatro.
NELLA FOTO Ermanna Montanari e Marco Martinelli, megafono incluso.