Italpizza/Modena: botte vere e feriti finti

Il comunicato di Slai-Cobas e le interviste su www.radiondadurto.org


Nelle ultime ore la situazione ad Italpizza è degenerata modo drammatico. Insieme all’aumento della violenza contro gli scioperanti assistiamo alla creazione di una narrazione tossica per cui la violenza viene da chi la subisce, le operaie e gli operai in sciopero da mesi per i propri dirittiì. Seguiranno aggiornamenti sullo stato del delegato ancora in stato di fermo: un’ambulanza lo ha prelevato dagli uffici della questura per portarlo all’ospedale. Non sappiamo perché né in quali condizioni versi.
Vedi su www.facebook.com/Si-Cobas-Modena-196869907432405/ un video dello sgombero ai cancelli (le granate di gas CS vengono lanciate in volto ai lavoratori seduti a terra, poi colpiti a manganellate) mentre nella foto si vedono gli stessi carabinieri in coda al pronto soccorso per farsi refertare improbabili traumi riportati in quell’episodio.

AGGIORNAMENTI su www.sicobas.org

 

Botte vere (agli operai) e feriti finti (tra i celerini)

Davanti ai cancelli di Italpizza la situazione è ormai insostenibile: dopo le denunce del sindacato sui continui abusi di potere, pestaggi e minacce contro operai e rappresentanti sindacali, la Questura di Modena sceglie di alzare il livello dello scontro.

La violenza contro il picchetto cresce di ora in ora, con l’uso massiccio di manganelli e gas CS lanciati in pieno volto alle persone sedute a terra, i funzionari Digos danno ordini ai celerini: “Oggi dobbiamo arrestarne 10! Prendeteli!”.

Per supportare gli arresti ci vogliono dei motivi: è così che i carabinieri e la polizia fanno la coda al Pronto Soccorso per farsi refertare improbabili traumi e contusioni. È chiaro che si tratta di fake news: dove sono i lanci di sassi? Dove sono le aggressioni? Le uniche immagini che continuano a giungere da Strada Gherbella mostrano decine di energumeni coperti da placche in kevlar, caschi, scudi e maschere antigas che aggrediscono operai ed operaie a mani nude, fermi davanti ai cancelli o ai camion.

In questo momento due delegati sindacali del S.I. Cobas, sono in stato di fermo in Questura. Non sappiamo ancora con quali accuse. I funzionari Digos minacciano di trattenerli fino a ché non verrà soppresso lo sciopero.

Altri due operai, feriti durante le cariche di questa mattina, sono stati minacciati dalla polizia in ospedale, mentre venivano curati.

Ribadiamo ancora una volta che questo è il risultato della vergognosa strategia concertata tra azienda, Confindustria e Cgil-Cisl-Uil per escludere il S.I. Cobas dalle trattative.

Che sia chiaro però: non è più possibile normalizzare il Sistema-Modena, non è più possibile far calare il silenzio sul vergognoso sistema di sfruttamento che da trent’anni opprime il nostro territorio!

INDIETRO NON SI TORNA! AVANTI FINO ALLA VITTORIA!

MODENA: CARICHE E LACRIMOGENI CONTRO LAVORATORI ITALPIZZA

da www.radiondadurto.org

A Modena cariche e lancio di gas lacrimogeni da parte della Polizia stanotte e stamattina contro i lavoratori e le lavoratrici Italpizza, sostenuti dal sindacato di base e conflittuale Si Cobas. Per trattare il reintegro delle lavoratrici licenziate dall’azienda perchè iscritte al sindacato, si è svolto ieri un tavolo in Prefettura. I Si Cobas hanno annunciato di aver trovato un muro mentre fuori dalla Prefettura manifestava un folto presidio di solidarietà. Nella notte, poi, il picchetto operaio che si è formato ai cancelli dell’Italpizza ha subito l’attacco poliziesco.

La testimonianza di Samir di Si-Cobas Ascolta o scarica

Questa mattina lavoratori e lavoratrici – sostenuti dagli iscritti al Si Cobas di tutta la provincia modenese – sono tornati a bloccare i cancelli e la Polizia è tornata a sgomberare il presidio ancora con cariche e lacrimogeni.

Sentiamo la voce di una lavoratrice Italpizza Ascolta o scarica

La testimonianza di Marcello Ascolta o scarica

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *