Jane Hirshfield: «Oggi che…»

212-esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

 

Oggi che non potevo fare niente,
ho salvato una formica.

Doveva essere entrata con il giornale,
ancora consegnato
a chi deve stare a casa.

Un giornale è ancora un servizio essenziale.

Io non sono un servizio essenziale.

Ho caffè e libri,
tempo,
un giardino,
silenzio abbastanza da riempire cisterne.

Dapprima deve aver camminato
sul giornale, come inchiostro sbavato
che prendeva la forma di una formica.

Poi attraverso il portatile – caldo –
poi sul retro di un cuscino.

Piccola formica nera, sola,
che attraversava un cuscino blu,
si muoveva veloce perché è quello che poteva fare.

Messa fuori al sole,
non avrebbe potuto ritrovare il suo nido.
Allora che cosa ho salvato?

Non sembrava che avesse paura
nemmeno quando camminava sulla mia mano
che la muoveva rapida nell’aria.

Formica, sola, senza compagne,
il cui cuore di formica non potevo comprendere –
come ti va la vita – volevo chiedere.

L’ho sollevata e messa fuori.

Questo primo giorno in cui non potevo fare niente,
contribuire a niente
oltre a stare distante dal mio stesso genere,
ho fatto questo.

[da «Together in a Sudden Strangeness: America’s Poets Respond to the Pandemic», 2020, traduzione di Stefania Zampiga]  

 

Today, when I could do nothing,
I saved an ant.

It must have come in with the morning paper,
still being delivered
to those who shelter in place.

A morning paper is still an essential service.

I am not an essential service.

I have coffee and books,
time,
a garden,
silence enough to fill cisterns.

It must have first walked
the morning paper, as if loosened ink
taking the shape of an ant.

Then across the laptop computer—warm—
then onto the back of a cushion.

Small black ant, alone,
crossing a navy cushion,
moving steadily because that is what it could do.

Set outside in the sun,
it could not have found again its nest.
What then did I save?

It did not look as if it was frightened,
even while walking my hand,
which moved it through swiftness and air.

Ant, alone, without companions,
whose ant-heart I could not fathom—
how is your life, I wanted to ask.

I lifted it, took it outside.

This first day when I could do nothing,
contribute nothing
beyond staying distant from my own kind,
I did this.

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]

 

Redazione
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