mica sono tutti Pessoa
di Francesco Masala,
dice Karim Metref (qui) che tutti quelli che erano Charlie, si sono dimenticati di essere anche Raif Badawi, e, aggiungo io, di dimenticano di essere anche Alaa Abdel Fattah (qui), uno alla volta per carità, mica sono tutti Pessoa, e poi, quei due, se li hanno condannati, qualcosa avranno fatto.
di Alaa Abdel Fattah parla Paola Caridi, in un post intitolato “Il silenzio dei deboli”:
Solo qualche parola a caldo, dopo la condanna di @alaa. PEN international chiede la liberazione di Alaa Abdel Fattah, condannato a cinque anni di reclusione per aver protestato contro una legge liberticida sulle manifestazioni di piazza. Lo chiede PEN international, non lo chiedono le cancellerie. Non lo chiedono i governi europei. Non lo chiede l’Europa, che a Alaa Abdel Fattah negò il premio Sakharov, rendendolo in questo modo più debole. Il silenzio dell’Occidente è impressionante, e la dice lunga non solo sull’ignavia, ma sulla pochezza della strategia mediterranea europea. Non è solo il destino di un uomo, in gioco, che pure sarebbe motivo sufficiente per esprimere al governo egiziano il disagio dell’Italia e dell’Europa. In gioco sono le stesse libertà e gli stessi valori per cui milioni di persone sono scese in piazza, esprimendo la ferma condanna del razzismo e della violenza, contro la strage di Charlie Hebdo. Per @alaa, icona di piazza Tahrir e dei giovani della rivoluzione, egiziano, arabo, musulmano, laico, democratico, lucidissimo lettore della controrivoluzione di Al Sisi, non si spendono parole e atti politici, da parte di un Occidente vecchio, rinchiuso, miope, vigliacco. In galera, assieme ad Alaa Abdel Fattah, sono molti tra i protagonisti della rivoluzione del 2011. Sono molti ragazzi, tantissimi ragazzi, laici e islamisti, sono migliaia: in prigione perché la controrivoluzione ha bisogno di renderli ancor più silenziosi. Si chiamano prigionieri politici, nella catalogazione delle associazioni per la difesa dei diritti umani e civili. Mi aspetterei, da parte di opinionisti italiani più o meno brillanti, diverse “lettere a” amici arabi e musulmani. Magari, in questo caso, per chiedere scusa.
noi ci preoccupiamo dell’Isis, mica quei due li hanno condannati in paesi amici, ma l’Isis sarà teleguidato?
qui bortocal parla di Rita Katz, e di cosa ci sta dietro, forse la realtà e la fantasia corrono insieme.
e chissà se le ragazze di cui si parla qui di sicuro avranno visto quei video affascinanti che Rita Katz diffonde.
intanto dalla Turchia (qui e qui) arriva una bella iniziativa di solidarietà per Özgecan Aslan.