Julia e le altre uragane
Una riflessione sugli uragani e i loro nomi, attraversando la storia e le vicende attuali del Centro America.
di Maria Teresa Messidoro (*)
Alex
Bonnie
Colin
Danielle
Earl
Fiona
Gaston
Hermine
Ian
Julia
Karl
Lisa
Martin
Nicole
Owen
Paula
Richard
Shary
Tobias
Virginie
Walter
Questa serie non è l’appello in una classe multietnica, né l’elenco dei partecipanti ad una festa, né la lista dei nomi che vorrebbe dare ai propri figli una coppia indecisa.
È invece la tabella scientifica dell’Atlantic Pronunciation Guide, pubblicata dalla World Metereological Organization (WMO), relativa ai nomi che sono stati assegnati agli uragani nel 2022: tale elenco viene replicato ogni sei anni, alternando i generi; nel caso in cui una stagione sia eccezionalmente intensa, presentando più di 21 uragani, viene utilizzato l’alfabeto greco.
L’elenco completo relativo al pacchetto di 6 anni qui https://www.nhc.noaa.gov/aboutnames.shtml , dove potete cercare e trovare nomi noti, o scoprirne dei nuovi.
Se vi sembra troppo complessa la regola, pensate che non è sempre stato così. I primi uragani documentati nella storia contemporanea prendono il nome del santo del giorno dell’evento: Santa Ana è il ciclone che ha colpito Porto Rico nel luglio del 1825, San Felipe l’uragano successivo.
In realtà, l’uragano era stato identificato una eternità prima, al tempo dei Maya.
Huracán, nel libro dei maya Popol-Vuh, significa “cuore del cielo”, il dio delle tormente, vento e fuoco.
Un dio terribile, con un unico piede a forma di serpente, con unghie come artigli.
Il dio storpio, ma non per questo meno importante: è uno dei 13 dei che hanno partecipato al momento della creazione.
Le sue braccia, uno all’altezza della vita e una sopra la testa indicano le direzioni del vento durante le sue terribili manifestazioni, spesso necessarie per punire l’uomo per le sue malefatte.
Un dio capace di manifestarsi come Caculhá Huracán, il raggio di una gamba, cioè il tuono, come Chipi Culhá, il più piccolo dei raggi, il dio lampo, e infine come Raxá Caculha, il raggio molto grazioso, la saetta.
Tre sono le manifestazioni del dio Huracán, dice il Popol-Vuh. (1)
Il britannico Clement Lidley Wragge sarà il primo meteorologo ufficiale a dare nomi propri alle tempeste, introducendo una nomenclatura tutta al femminile; durante la seconda guerra mondiale i meteorologi dell’aeronautica ribattezzavano le tempeste tropicali con i nomi delle loro mogli e fidanzate.
Nel libro Storm, di George R. Stewart, il terribile uragano protagonista della distruzione narrata, ha un nome semplicissimo: Maria.
Un nome che apparirà nella celebre canzone “They call the Wind Maria”.
Maria che diventa un tuono, una forza della natura, una dea, terribile e inquietante.
Nel 1945, il National Weather Buereau degli Stati Uniti provò ad introdurre un arzigogolato elenco alfabetico: Able, Baker, Charlie, Dog…
Ma una volta esauriti i nomi, si ritornò alla tradizione dei nomi femminili, tradizione adottata anche in Australia e in Nuova Zelanda.
Fino a quando, durante gli anni 70, Il Women’s liberation movement protestò vivacemente contro il criterio sessista.(2)
In particolare fu la femminista Roxcy O’Neal a condurre questa battaglia: provocatoriamente propose anche di sostituire la parola uragano (che in inglese suona come her-icane) con la parola him – icane (3)
E così, a partire dal 1978, le liste incominciarono ad includere anche nomi maschili, ma questo cambiamento provocò insistenti resistenze.
Perché molti metereologici di allora pensavano che le persone non avrebbero preso sul serio le tempeste, se i nomi non avessero evocato immagini di furia femminile.
Oggigiorno si utilizzano le tabelle della WMO.
E così, se scorriamo l’elenco riportato all’inizio di questo articolo, siamo arrivati all’uragano Julia.
Julia è il nome di una pioniera femminista messicana, vissuta all’inizio del 900.
E’ stata scrittrice, pedadoga, attivista.
Di lei poco si sa, mi ha colpito la nota sulla sua voce, una voce imponente, capace di richiamare l’attenzione di chiunque.
Julia è anche il nome di un’altra donna importante nella storia del Guatemala:
teologa, poetessa, attivista per la difesa dei diritti umani.
Celebre la sua frase “Fiorirà Guatemala”, quando il suo paese viveva una delle stagioni dittatoriali peggiori nella sua storia, negli anni 80 e 90 del secolo scorso.
E’ stata definita una mistica coi piedi per terra, morirà nel 2019, nel silenzio internazionale. (5)
Julia Mojica, detta la rossa, è infine un personaggio poco noto della rivoluzione del 1932 in El Salvador, anche se, insieme a Francisco Sánchez e a Feliciano Ana, fu una delle figure più importanti di quella storia.
In una nota apparsa su elsalvador.com, scritta da un suo nipote si dice che “la sua fierezza in combattimento era tale che persino la Guardia (Nacional) indietreggiava quando lei attaccava, soprattutto nel suo luogo natio, Sonzacate. Una donna che ha fatto sentire la propria autorità con una Winchester in una mano e un machete nell’altra, fino a quando la rivoluzione fu sedata a sangue e fuoco dalle truppe del generale Maximiliano Hernández Martínez. Feliciano (Ama) fu catturato ed impiccato, Julia invece riuscì a fuggire sulle montagne. Visse esiliata in situazione di precarietà, sopravvivendo in stato semiselvaggio, in una grotta. Quando la persecuzione militare cessò, poté ritornare a casa, dove visse con la semplicità propria dei contadini, fino alla sua morte. (6)
Foto tratta da https://www.elfaro.net/es/201502/opinion/16641/La-mujer-ind%C3%ADgena-alimenta-el-fuego-de-la-memoria.htm
L’uragano Julia ha sferzato le coste del Guatemala e di El Salvador: nella regione di San Miguel, in El Salvador, più di 3 mila famiglie sono state danneggiate dal passaggio dell’uragano. “Non ci è rimasta nemmeno una pannocchia (di mais)” dice un contadino in una intervista. (7)
I dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente salvadoregno parlano di 300 strade interrotte, 500 alberi caduti, 450 case danneggiate, 10 morti, un centinaio di sistemazioni di fortuna. (8)
In Guatemala, il copione è lo stesso: 8 morti, una ventina di strade ostruite, 56 scuole danneggiate, sistemazioni di fortuna in tutto il paese, 166 mila persone danneggiate.
Ma come denunciano i giornalisti di La Prensa Comunitaria, i dati non rende giustizia della paura, dell’abbandono, del fango sulle case distrutte, tantomeno dell’incapacità del governo guatemalteco di prevenire e proteggere la popolazione. (9)
Secondo le statistiche del WMO, ogni giorno si originano circa 84 cicloni tropicali in tutto il mondo che negli ultimi 50 anni hanno causato ogni giorno in media 43 morti e 78 milioni di dollari di perdite.
Con gli effetti del cambiamento climatico, la stagione degli uragani atlantici, che normalmente dura da giugno a novembre, potrebbe con il passare del tempo anticiparsi a maggio.
Quale sarà l’atteggiamento dei governi dei paesi interessati in futuro dagli uragani Nicole, Paula e Virginie?
Quali altre donne saranno richiamate alla nostra memoria mentre pubblicheremo le nuove aride statistiche di morti, danneggiati, impoveriti?
- https://mxcity.mx/2020/05/hurakan-el-dios-maya-de-las-tormentas-y-corazon-del-cielo/
- https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/perch-eacute–chiamiamo-le-tempeste-con-nomi-propri-605218
- In realtà, in molti riferimenti bibliografici, lei è presentata come Roxcy Bolton, cognome da sposata.
- Julia Nava de Ruiz Sánchez http://mitrabajoessocial.blogspot.com/2016/04/la-fundadora-de-trabajo-social-en-mexico.html
- Julia Esquivel https://alc-noticias.net/es/2019/07/23/julia-esquivel-1930-2019-poeta-teologa-defensora-de-los-derechos-humanos/
- Ella se llamaba Julia, elsalvador.com, 2 aprile 2008, https://historico.elsalvador.com/historico/467094/ella-se-llamaba-julia.html
- https://www.laprensagrafica.com/elsalvador/No-quedo-ni-una-mazorca-el-agua-se-lo-ha-llevado-todo-agricultor-que-perdio-cultivos-por-lluvias-20221012-0092.html
- https://www.diariocolatino.com/inician-evaluacion-de-danos-por-tormenta-tropical-julia/
- https://www.prensacomunitaria.org/2022/10/un-gobierno-sin-capacidad-y-una-tormenta-que-provoca-8-muertos-en-24-horas/ da cui è tratta anche la foto
(*) Già professoressa di fisica, curiosa per passione, legata all’America Latina da tanti anni e per sempre