Jung-myung Lee, Manzini, Van der Noot, Salmoni nonché il duo Johan Rockström e Mattias Klum

5 recensioni – non solo giallo/noir – di Valerio Calzolaio (*)

RockströmeKlum

Patrizia Debicke van der Noot

«L’eredità medicea»

Parallelo 45

306 pagine, 12 euro

Firenze. 6 gennaio 1537. L’esile e magro Lorenzino Lorenzaccio de’ Medici, aiutato dai due sicari Scoroncolo e Freccia, pugnala e uccide il duca di Firenze, suo cugino Alessandro, marito della figlia dall’imperatore. È una congiura con addentellati nella Chiesa romana e si apre la lotta per la successione. Il duca aveva esagerato e l’Ombra trama. Il Consiglio degli ottimati sceglie il 17enne Cosimo, unico figlio di Giovanni delle Bande Nere, con il supporto di Alessandro Vitelli, comandante dell’esercito imperiale, che vive a Città di Castello con la moglie Angela (cugina di Cosimo) incinta e i tre loro figli maschi, lei vedova a 21 anni di suo cugino Vitello e già madre di tre. Patrizia Debicke van der Noot continua a raccontarci con garbo e competenza il Cinquecento italiano, ora con «L’eredità medicea», un bel giallo storico con intricate avventure.

 

Gilberto Salmoni

«Buchenwald»

Fratelli Frilli editore

142 pagine per 10,50 euro

Fascismo e nazismo. Aprile 1944 – aprile 1945. La famiglia Salmoni di ebrei “misti” viveva a Genova. Fu catturata al confine svizzero in alta montagna, imprigionata e interrogata nelle carceri di Bormio, Tirano, Como e Milano, internata per alcuni mesi nel campo di smistamento di Fossoli, vicino Carpi. Due figli di 31 e 16 anni sopravvissero al Campo di concentramento della Turingia, vicino Weimar. I genitori Gino (64) e Vittorina (50) e la figlia Dora (25) furono destinati ad Auschwitz, uccisi già nell’agosto 1944. Gilberto Salmoni (1928), laureato in ingegneria e psicologia, racconta «Buchenwald», dopo che 10 anni fa aveva pubblicato un libro di memorie. Ai ricordi personali aggiunge documenti e informazioni, anche sull’originale Comitato Internazionale Clandestino di Resistenza (di cui faceva parte il fratello Renato) che fu molto e ben attivo nel campo. Per non dimenticare.

 

Antonio Manzini

«Sull’orlo del precipizio»

Sellerio

116 pagine, 8 euro

Genova. Ottobre 2015. Il grande scrittore Giorgio Volpe ha terminato l’ultimo romanzo di 800 pagine, dopo 2 anni, 6 mesi e 13 giorni, 862 pacchetti di Marlboro e 3 influenze di gestazione. Lo comunica alla moglie Bianca (28 anni di matrimonio), all’editor Fiorella (al suo fianco da 25 anni), al collega Maurizio e a Francesco, direttore della Gozzi, la più grande casa editrice del Paese, proprio nel giorno in cui sta per nascere il polo unico con gli altri due storici colossi Bardi e Malossi. Ha già vinto tutto (Strega, Campiello, Viareggio, Chiara), sempre in testa alle classifiche (da 180.000 a 760.000 copie) con molte riuscite trasposizioni cinematografiche, ora è soddisfatto e parte per una settimana a Ischia. Quando torna si presentano Aldo di Macerata e Sergej di Mosca per l’editing, è cambiato tutto. Simpatico scherzo di Antonio Manzini.

 

Jung-myung Lee

«La guardia, il poeta e l’investigatore»

traduzione di Benedetta Merlini

Sellerio

Fukuoka. Marzo 1943. Il 17enne Watanabe Yuichi, dopo aver perso il padre sul campo di battaglia in Manciuria ed essere cresciuto a Kyoto fra i romanzi della piccola libreria gestita dalla madre, viene chiamato alle armi e, concluso l’addestramento, assegnato come guardia presso la lontana prigione nazionale vicina alla baia di Hakata nel Kyūshū. Da quando è nato, il Giappone è sempre stato in guerra: con la Russia, la Cina, la Mongolia, la Corea, ora con l’America. Non gli piace. I vari blocchi di celle sono pieni di coreani, in particolare nelle 48 (con 349 reclusi) del suo terzo vi sono i dissidenti politici antigiapponesi e i condannati a morte. Una notte viene ucciso l’esperto violento odiato collega di oltre quarant’anni, Sugiyama Dozan, il corpo che penzola dalla trave, le labbra cucite con punti di sutura. Lo incaricano di indagare e si rivela un accorto osservatore. Capisce che sono coinvolti in strani modi due prigionieri: il 331, la canaglia Choi Chi-su e il 645, il poeta Hiranuma Dozu. Ci sono molte complesse e misteriose connessioni fra tutti gli abitanti di Fukuoka. Watanabe vi resterà fino alla fine delle ostilità e oltre, interrogato anche sui crimini di guerra.

Il giornalista e scrittore sud coreano Jung-myung Lee (1965) ha scelto la finzione narrativa di contesto noir per raccontare (l’originale è del 2014) le pratiche disumane di un carcere e la biografia del poeta Yun Dong-ju (1917-1945), che, dopo la laurea in Lettere nel 1940, chiese alla famiglia di chiamarsi Hiranuma per poter studiare Letteratura inglese in Giappone, dove dall’aprile 1942 fu perseguitato e arrestato per aver timidamente manifestato a favore dell’indipendenza della Corea, con reclusione a Furuoka dal marzo 1944, ove morì nel successivo febbraio. Tantissimi sono i (notevoli) versi riportati per esteso, pubblicati e celebrati solo postumi. È la guardia a raccontare in prima persona, una guardia che eredita l’incarico di censore e interroga i carcerati, espedienti per parlare molto di libri e letteratura, del loro potere di corrompere gli animi (secondo alcuni) alimentando pietà e sogni, o di elevarli (secondo altri) consentendo di sopportare l’indicibile. Anche le musiche pervadono. Tutto molto bello, in particolare quando il 645 aiuta ogni compagno di sventura a scrivere proprie cartoline che ottengano il visto, traducendo in parole sentimenti intimi non ostili.

 

Johan Rockström e Mattias Klum

«Grande mondo, piccolo pianeta. La prosperità entro i confini planetari»

traduzione di Diego Tavazzi

Edizioni Ambiente

232 pagine, 25 euro

Pianeta Terra. Subito. Il nuovo interessante volume «Grande mondo, piccolo pianeta. La prosperità entro i confini planetari» fornisce il quadro della situazione globale e dei percorsi alternativi per sopravvivere tutti al meglio in un contesto dominato dalla specie Homo sapiens. I sintetici testi (con molti grafici e figure) sono di Rockström, direttore dello Stockholm Resilience Centre, esperto di Global Sustainability, le tante belle immagini del fotografo naturalista e regista Klum. Il volume (anche l’originale svedese è del 2015) ha tre parti: le criticità, il ripensamento di sviluppo, le pratiche sostenibili. Pure l’ultima ha tre aspetti: fra il ripensare la gestione e l’adottare soluzioni dalla natura, c’è la cruciale duplice strategia per un Antropocene buono, misure immediate (rinnovabili, agricoltura sostenibile, valore al capitale naturale) per un rapido cambio di prospettiva.

 

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