Ken Saro-Wiwa

Un grande scrittore, un difensore del suo popolo. Ken Saro-Wiwa è stato impiccato il 10 novembre 1995 dalla dittatura militare (ottima alleata degli Usa) per aver dato voce alla resistenza nonviolenta contro la Shell che dal 1958 ruba petrolio e per di più avvelena il delta del fiume Niger: l’inquinamemento uccide gli Ogoni che abitano lì e se provano a resistere vengono arrestati, uccisi o costretti a emigrare.
Anche l’italiana Agip-Eni è collusa con il regime militare nigeriano, anche se ha un potere ben minore della Shell. Fra l’altro vale ricordare che nel 1987-88 sono state scaricate illegalmente in Nigeria 3800 tonnellate di rifiuti tossici italiani. E probnabilmente questo non è l’unico episodio ma il SOLO a noi noto.
Di tutto questo i grandi media italiani non parlano. Poco è stato tradotto dello scrittore che pure è considerato fra i più grandi del secolo scorso. In italiano si trova solo l’antologia di racconti “Foresta di fiori” (Socrates) e il romanzo “Sozaboy” (Baldini-Castoldi-Dalai) che nel 2010 è stato ristampato con la prefazione di Roberto Saviano.
Ecco una poesia di Ken Saro-Wiwa.

La vera prigione
Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un’intera generazione
E’ il poliziotto che corre all’impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L’inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E’ questo
E’ questo
E’ questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

Su codesto blog tornerò a parlare di Ken Saro-Wiwa  e della situazione in Nigeria prima possibile. In data 27 agosto 2010 troverete un racconto intitolato Garga che riprendo (con l’autorizzazione di Socrates edizioni) da Foresta di fiori. Scrittura a parte, credo che sia esemplare per capire – quasi sulla pelle – quante buguie ci sono dietro “gli scontri etnici”.

(aggiornato nell’agosto 2010)

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