L’ uomo di Kiev – Bernard Malamud

(letto da Francesco Masala)

un giorno un operaio di nome Yakov Bok viene arrestato e mandato in prigione, di quelle senza troppi agi, come il riscaldamento, la pulizia, un letto decente.

la sua vita ha un prima e un dopo.

prima viveva in un piccolo villaggio, abbandonato dalla moglie, e sopravvive; dopo si è spostato in città, sempre precario, ma ha un colpo di fortuna, trova un lavoro e vive un po’ meglio.

fino a che viene accusato di un omicidio mai commesso.

e, come K., entra in un circolo infernale, fatto di torture, lusinghe, accuse, ancora accuse, incontrando magistrati, carcerieri, compagni di cella, insetti, ferite, freddo, catene, tra l’altro, la via crucis almeno aveva il pregio di essere breve.

dopo la pubblicazione del libro Bernard Malamud fu accusato di aver copiato la vera storia di Menahem Mendel Beilis, forse gli eredi speravano di fare un po’ di soldi.

Yakov Bok è un uomo testardo, come lo era Michael Kohlhaas, gente con un’idea alta di giustizia, senza patteggiamenti.

il romanzo è davvero straordinario, tutti i personaggi sono vivi, e non si dimenticano facilmente.

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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