La beneficenza di USAID

articoli e video di Roberto Vivaldelli, Fabio Lugano, Danilo Torresi e David Colantoni (ripresi da scenarieconomici.it, it.insideover.com, OttolinaTV) . Con due video.

WikiLeaks: L’agenzia americana USAID aveva sul libro paga 6200 giornalisti e 279 agenzie di stampa – Fabio Lugano

I soldi pagati dall’amministrazione USA a giornalisti e giornali va oltre Politico e il NYT: secondo Wikileaks ben 6900 giornalisti e 279 organi di stampa erano pagati dall’agenzia federale USAid, ovviamente per spargere la propaganda di una parte

La notizia di ieri, secondo cui il governo degli Stati Uniti avrebbe finanziato organi di stampa come Politico, l’Associated Press, la BBC e altri , ha sollevato più domande che risposte – anche se l’ovvia implicazione è che il governo degli Stati Uniti ha di fatto sostenuto i media favorevoli al regime, che poi spacciano notizie favorevoli al regime – e ha passato anni ad attaccare organi di stampa indipendenti, The Federalist, NYPost, Zerohedge e molti altri sfortunati che nel frattempo sono stati messi fuori gioco.

Mentre i finanziamenti per Politico e altri provengono da tutto il governo federale – WikiLeaks, citando un rapporto di RSF , ha evidenziato che l’USAID finanziava oltre 6.200 giornalisti in 707 punti vendita di media e 279 ONG “mediatiche”, che comprendono il 90% dei reportage dall’Ucraina.

Secondo RSF, Reporter Senza Frontiere, il congelamento degli aiuti esteri da parte dell’amministrazione Trump – circa 268 milioni di dollari destinati a finanziare “media indipendenti e il libero flusso di informazioni” – ha “gettato nel caos il giornalismo in tutto il mondo”.

Quasi subito dopo l’entrata in vigore del blocco, le organizzazioni giornalistiche di tutto il mondo che ricevono finanziamenti americani hanno iniziato a contattare RSF esprimendo confusione, caos e incertezza. Tra le organizzazioni colpite ci sono grandi ONG internazionali che sostengono i media indipendenti, come il The Federalist, NYPost, Zerohedge, e piccoli media che servono il pubblico in condizioni di repressione in Paesi come l’Iran e la Russia.

I programmi USAID sostengono i media indipendenti in più di 30 Paesi, ma è difficile valutare l’entità del danno arrecato ai media globali. Molte organizzazioni esitano ad attirare l’attenzione per paura di rischiare finanziamenti a lungo termine o di subire attacchi politici. Secondo una scheda informativa dell’USAID, che nel frattempo è stata messa offline, nel 2023 l’agenzia ha finanziato la formazione e il sostegno di 6.200 giornalisti, ha assistito 707 testate giornalistiche non statali e ha sostenuto 279 organizzazioni della società civile del settore dei media dedicate al rafforzamento dei media indipendenti. Il bilancio degli aiuti esteri per il 2025 comprendeva 268.376.000 dollari stanziati dal Congresso per sostenere “i media indipendenti e il libero flusso di informazioni”.

Si noti l’uso ricorrente del termine “media indipendenti”.

Naturalmente, il rapporto di RSF e un altro della Columbia Journalism Review lanciano l’allarme sul “silenziamento dei media indipendenti” in tutto il mondo.

Il contesto critico che omettono, tuttavia, è che l’USAID, nonostante le migliori intenzioni al momento della sua creazione, è stata corrotta e trasformata in un fondo di fondi neri del Deep State USA. Inoltre non bisogna essere delle volpi per ricordare che,, normalmene, chi paga i suonatori sceglie la musica.

Credete veramente che USAid pagasse qualcuno per diffondere notizie e opinioni opposte a quelle di chi governava negli USA, per amore della “Libertà di parola”?

da qui

 

 

I tentacoli dell’USAID nel mondo: pioggia di dollari a media e giornali – Roberto Vivaldelli

Il dibattito sul ruolo occulto dell’USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale che l’amministrazione Trump vuole azzerare e porre sotto il controllo del Dipartimento di Stato, ha valicato i confini degli Stati Uniti. Sì, perché tale agenzia, ufficialmente istituita per gestire aiuti umanitari e assistenza in oltre 100 Paesi nel mondo con un budget di oltre 46 miliardi di dollari, è stata impiegata, nel corso degli anni, dallo stato di sicurezza americano per operazioni di destabilizzazione, “regime change” e ingerenza in Paesi stranieri. Come? Anche attraverso il finanziamento, diretto o indiretto, di media spacciati per “indipendenti”, agenzia stampa ed enti benefici ad esso collegati.

Dollari a media in tutto il mondo

Un’inchiesta del giornalista Lee Fang ha portato alla luce il controverso ruolo dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale nel finanziare testate giornalistiche e iniziative editoriali tutto il mondo, sollevando non poche domande sull’indipendenza e l’imparzialità di queste testate.

Uno dei casi più emblematici citati da Fang riguarda Coda Story, un’organizzazione giornalistica con sede a New York che si occupa di “contrastare la disinformazione”, in modo particolare quella proveniente dalla Federazione russa. Un rapporto di audit ha rivelato che Coda Story ha ricevuto finanziamenti speciali dalla National Endowment for Democracy (NED), un’organizzazione non profit strettamente legata a USAID. Fondi impiegati per per sostenere le sue iniziative giornalistiche, il che solleva numerosi interrogativi sulla possibile influenza esercitata dai finanziatori sulla testata.

Un altro esempio significativo è quello dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP), un’organizzazione giornalistica investigativa nota per aver contribuito a scandali come i Panama Papers. L’OCCRP dipende in larga misura da finanziamenti del Dipartimento di Stato e di USAID. Come riportato da Ryan Grim, questi fondi governativi non sono privi di condizionalità: funzionari statunitensi avrebbero utilizzato il loro potere per influenzare decisioni editoriali e di personale all’interno dell’organizzazione. L’organizzazione ha ricevuto 11 milioni di dollari da agenzie statunitensi, di cui 5,7 milioni provenienti direttamente da USAID…

continua qui

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *